Alberto Sordi – 93 anni a 10 anni dalla scomparsa, tra film, curiosità e ricordi
10 film per 10 anni senza Alberto Sordi, parole, immagini e canzoni per festeggiare l’Albertone Nazionale che oggi avrebbe compiuto 93 anni con un sorriso, e magari cantando .. Te c’hanno mai mannato….
Il decennale della scamparsa di Alberto Sordi, festeggia da tempo il mattatore istrionico e il regista, il romano e l’Italiano a cui ha prestato tanti volti e gag, l’Avaro e il filantropo, l’Albertone nazionale con la battuta pronta, il saluto beffardo e la capacità di prendersi gioco dei vizi della natura umana.
L’Aberto che oggi avrebbè festeggiato 93 anni con una battuta, magari cantata, di quelle suonate al “Concerto per Alberto” dell’Auditorium di Roma, da “Ma ’ndo Hawaii” scritta con Piero Piccioni e cantata con Monica Vitti in Polvere di stelle, alla “Marcia di Esculapio” de Il medico della mutua, anche se è più probabile quel E va’… E va’…, scritta da Claudio Mattone e cantata al Fetival di Sanremo del 1981.
Lo stesso Auditorium Parco della musica che oggi lo festeggia con una serata evento “Dedicato ad Albertone” raccogliendo ricordi e fondi per la ricerca scientifica, nella sua città che lo ha ricordato anche in mosta, dal Vittoriano al Colosseo e con i documentario “Alberto il grande” di Luca e Carlo Verdone.
Non scordare Alberto Sordi è facile, ma ricordarlo è comunque un piacere, che rinnovo con una classifica cronologica di 10 film, uno per ogni anno senza Albertone. Pochi per ricordare tutti i personaggi che lo hanno reso celebre e molto amato, ma un buon inizio per continuare un viaggio nei ricordi che ha a disposizione l’eclettico curriculum artistico dell’interprete di cinema, radio , teatro e tv che ha dato voce, un volto e persoanlità a tanti italiani.
In viaggio che parte con lo scanzonato e infantile vitellone Alberto di Fellini, il Ferdinando (detto Nando) Mericoni nato con un “Un giorno in pretura” che burla con il suo stile inconfondibile chi ‘vo fa l’americano’, lo scapolo impenitente, seguito da il seduttore, il marito, il vedovo, ma anche Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata. Il vigliacco de La grande guerra e il Sottotenente Alberto Innocenzi che estende il paradosso alla seconda guerra mondiale, seguiti da guardie e ladri come il commissario di Comencini e il Mafioso di Lattuada, insiema al vigile Celletti in motocicletta a guardia di greggi e autisti indisciplinati, ma anche Il diavolo da Golden Globe.
Il Fumo di Londra di Dante Fontana e la malasanità del Prof. Tersilli medico della mutua di Luigi Zampa, portata all’apoteosi con il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue di Luciano Salce, Nell’anno del Signore di Luigi Magni. I’intenso e drammatico Giuseppe Di Noi Detenuto in attesa di giudizio, e lo stracciarolo con il cuore grande che tira a freagre una vecchia come Bette Davis con Lo scopone scientifico. Un borghese piccolo piccolo interpretato da un attore grande, che sa ridere della morte della giustizia con il Marchese del Grillo, avari, malati immaginari, moralisti corrotti, giovani poveri e tutta quella gente di Roma ricordata da Ettore Scola nel 2003.
1953 – I vitelloni regia di Federico Fellini
Con o senza pernacchia con inseguimento il personaggio preferito di Federico Fellini si aggiudica i Nastri d’argento 1954 come miglior attore non protagonista, e film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare.
1954 – Un americano a Roma, regia di Steno (Sordi attore e sceneggiatore)
Nando vs gli spaghetti è diventato un cult
«Maccarone m’hai provocato e io ti distruggo adesso, io me te magno! Questo ‘o damo ar gatto! Questo ar sorcio, co’ questo ce ammazzamo ‘e cimici»
(Nando Mericoni in Un americano a Roma (1954)
1955 – Lo scapolo, regia di Antonio Pietrangeli
L’interpretazione premiata nel 1959 con i Nastri d’argento al miglior attore protagonista, era congeniale ad Albertone, scapolo impenitente come il suo personaggio, che in più di un’occasione ha motivato la scelta con la battuta «Che mi metto un’estranea in casa?». Vissuto sempre a Roma, prima in un appartamento di Via dei Pettinari e, dal 1958 fino alla morte, nella villa di Via Druso già appartenente al gerarca fascista Dino Grandi, insieme alle sorelle Savina (deceduta nel 1972), con il fratello Giuseppe (1915–1990) suo amministratore, con la segretaria Annunziata, sovrintende al suo archivio personale e la sorella Aurelia, anziana, gravemente malata e vittima di una triste tentativo di raggiro.
1959 – La grande guerra, regia di Mario Monicelli
Con un Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia, ex aequo con Il generale Della Rovere di Roberto Rossellini e tre David di Donatello e due Nastri d’argento, entrambi per Sordi come miglior attore protagonista, il film è considerato uno dei migliori film italiani sulla guerra, e dei capolavori della storia del cinema, scelto per la pre-apertura della 66ª edizione del Festival del Cinema di Venezia nel 2009, e come omaggio a Monicelli scomparso nel 2011.
1960 – Tutti a casa, regia di Luigi Comencini
L’episodio del treno superaffollato bloccato dal fumo in galleria, è una diretta citazione della tragedia del treno 8017, e i ruoli di Alberto Sordi ed Eduardo De Filippo, rispettivamente figlio e padre, pensati in origine per Vittorio Gassman e Totò, valgono comunque a Sordi un David di Donatello 1961 come miglior attore protagonista e il successo del film fu decretato da un incasso delle vecchie lire £ 1.171.000.000.
1960 – Il vigile, regia di Luigi Zampa
Ad Alberto Sordi sono state dedicate:
– la Galleria Colonna a Roma, Galleria Alberto Sordi dal 7 dicembre 2003.
– il film Gente di Roma di Ettore Scola nel 2003
– una via a Grosseto, a Cagliari, Pirri a Noceto (PR), a Jesolo (VE), il lungomare a Castiglioncello (LI), dove trascorreva le sue vacanze e 16 febbraio 2013 anche un viale di Villa Borghese a Roma.
– un Premio intitolato ad Alberto Sordi per il miglior attore non protagonista tra i film del Bif&st di Bari nel 2011
– la scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi” di Roma
1966 – Fumo di Londra, regia di Alberto Sordi
L’antiquario Dante Fontana si porta a casa un David di Donatello nel 1966 come miglior attore protagonista, mentre nel film passiamo ascoltare Julie Rogers che canta You never told me, scritta da Alberto Sordi, Robert Mellin e Piero Piccioni, e Richmond Bridge, scritta da Alberto Sordi, Lydia MacDonald e Piero Piccioni.
1968 – Il medico della mutua, regia di Luigi Zampa (Sordi attore e sceneggiatore)
Il giovane Dott. Guido Tersilli si guadagna con la sua scelleratezza il David di Donatello nel 1969 per il miglior attore protagonista. La colonna sonora di Piero Piccioni, annovera anche l’indimenticabile “Samba Fortuna”, ripresa nella “Marcia di Esculapio” del sequel Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue.
1971 – Detenuto in attesa di giudizio, regia di Nanni Loy
Il drammatico geometra romano Giuseppe Di Noi, che attraversa un calvario che potrebbe toccare a ciascuno Di Noi, come indica il cognome rivelatore, si ritaglia comunque una scena comica quando tenta di risalire all’identità della vittima, rammentando le percosse ricevute da un militare tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale, per giungere alla assurda conclusione: “…oddio, stai avvedé che quel tedesco è morto da quante botte mi ha dato?“. L’interpretazione non a caso si è aggiudicato un Orso d’Argento per il miglior attore nel 1972, insieme al David di Donatello.
1972 – Lo scopone scientifico, regia di Luigi Comencini
«Trovo che Lo scopone scientifico sia una favola molto giusta sulla lotta dei deboli contro i potenti». Luigi Comencini
Ma possiamo aggiunger il David di Donatello 1973 per il miglior attore protagonista ad Alberto Sordi.
1977 – Un borghese piccolo piccolo, regia di Mario Monicelli
Senza ridere, scherzare o sperare sulle tragiche fatalità e ingiustizie della vita, Alberto guadagna per la sua interpretazione come protagonista il David di Donatello e i Nastri d’argento nel 1977.
1981 – Il marchese del Grillo, regia di Mario Monicelli (Sordi attore e sceneggiatore)
«Me dispiace, ma io so’ io e voi non siete un cazzo!»
(Onofrio del Grillo ne “Il marchese del Grillo”)
ma potremmo aggiungere anche …
… insieme a moltissimo altro che invito a lasciare nei commenti …
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