Amazzonia 3D: recensione del film di chiusura di Venezia 2013
Una scimmia civilizzata e la sua odissea nella giungla. “Amazzonia 3D” chiude la Mostra del cinema di Venezia 2013: leggi la recensione.
Festival di Venezia 2013: la 70. Mostra si chiude con Amazonia 3D di Thierry Ragobert. Un film d’avventura per tutta la famiglia in cui una scimmietta civilizzata vive una vera e propria odissea nella giungla. Ma tutto ciò che vediamo sul grande schermo, tutta la fauna e la flora, è reale. Ecco la recensione del film.
Se la Mostra di Venezia 2013 si era aperta con il 3D grazie a Gravity, si chiude con coerenza con un altro film in 3D. E, vista l’affluenza di documentari in tutte le sezioni del programma, chiude con un documentario stereoscopico: Amazonia di Thierry Ragobert. Non comunque una semplice opera da incasellare nel suo genere, ma soprattutto un film d’avventura…
In seguito a un incidente aereo Saï, una scimmia cappuccina nata e cresciuta in cattività, si ritrova sola e smarrita nella giungla amazzonica. Impreparata, la scimmietta non sa che farsene dell’improvvisa libertà. Nell’affrontare un nuovo mondo in cui tutto è ricoperto da una vegetazione fitta e lussureggiante, Saï deve trovare la strada e proteggersi dalle trappole che la Natura le riserva.
Ha il sapore del film ambientalista, Amazonia 3D, perché in fondo è un documentario con bellissime immagini della Foresta Amazzonica con tanto di messaggio finale. Però è un fatto che non disturba per niente, perché a sorpresa la pellicola ha molto altro da offrire. Quello innanzitutto di essere un mix tra documentario e film di fiction.
Ragobert ha infatti girato per 6 mesi nella giungla per riprendere tutte le scene del suo film, che narra una vera e propria storia: l’odissea di una scimmia “civilizzata” costretta a tornare alle sue origini selvagge che non ha mai vissuto. Saï si trova così faccia a faccia con gli animali più strani del mondo, finché non trova pure un gruppo di scimmie al quale si aggiunge.
S’innamora anche di una scimmietta, ma deve stare attento al minaccioso leader del gruppo, il capobranco che sembra aver puntato anche lui la femmina di cui Saï si è invaghito. Prima di arrivare però ad incrociare alcuni suoi simili, la scimmia protagonista deve imparare a sopravvivere in un universo naturale ed ostile in cui piove spesso in modo torrenziale e ogni cosa che si muove potrebbe essere una minaccia…
I temporali, la flora e la fauna sono tutti veri: giaguari, coccodrilli, boa, tapiri, lontre giganti… La Foresta Amazzonica a prima vista ci sembra un paradiso, ma bisogna stare molto attenti. Saï impara così a (soprav)vivere, capendo che quel posto è effettivamente come lo si percepisce a prima vista: un Paradiso da salvaguardare. Gli uomini, alla fine, non ci fanno affatto una bella figura. E ci mancherebbe altro.
Pur essendo un film per tutta la famiglia, Amazonia 3D non ha praticamente neanche un dialogo e fila via benissimo, nonostante forse qualche breve momento di stanca nella parte centrale. I campi lunghi ci fanno ammirare la bellezza dell’insieme, i dettagli “alla National Geographic” ci lasciano a bocca aperta. Mentre una musica parecchio cinematografica (e un filo pomposa) sottolinea l’avventura di Saï all’interno di questo scenario.
Ricco di momenti tutti da ridere e addirittura di scene di tensione grazie a predatori piuttosto affamati, Amazonia 3D si gioca poi una carta fondamentale con il suo protagonista. La scimmietta è adorabile, e “recita” in modo sbalorditivo. Merito ovviamente di una simpatia innata, e di un montaggio che illumina ogni suo gesto e ogni sua espressione in modo perfetto. Se il film fosse stato in concorso, tutti avrebbero urlato alla Coppa Volpi!
Voto di Gabriele: 7
Voto di Antonio: 6,5
Amazonia 3D (Brasile / Francia 2013, documentario 90′) di Thierry Ragobert.