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Amore liquido: la recensione del film di Marco Luca Cattaneo

La recensione di Cineblog su Amore liquido di Marco Luca Cattaneo, da venerdì 6 aprile 2012 di nuovo sul grande schermo delle sale Distribuzione Indipendente

di cuttv
pubblicato 5 Aprile 2012 aggiornato 28 Agosto 2020 13:48

Bologna d’estate è la città vuota che fa eco alle esistenze svuotate, le solitudini esasperate, i labirinti di ossessioni e fragilità, i margini e la pornodipendenza, che Marco Luca Cattaneo ha deciso di portare sul grande schermo con il suo Amore liquido, prendendo in prestito il titolo e alcune suggestioni di quella modernità liquida del saggio sociologico di Zygmunt Bauman.

Un lavoro coraggioso, indipendente, apprezzato e premiato (dal Rome Independent Film Festival al Montreal World Film Festival …) girato nel 2008 con poco, sul grande schermo per pochissimo ad agosto del 2010, ma di fatto ‘invisibile’ in Italia, almeno fino al prossimo 6 aprile 2012, quando Distribuzione Indipendente riporterà Amore liquido nelle sale del suo circuito.

Il ritardo è imputabile a molteplici cause, che il paragone (neanche troppo azzardato per certi versi) con le solitudini urbane e la vergogna per le proprie porno-ossessioni di Shame diretto da Steve McQueen, aiuta ad evidenziare …

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… dalle strade di New York a quelle di Bologna, dagli ambienti rampanti della grande mela a quelli emarginati della città emiliana, dal nudo aitante di Michael Fassbender a quello morbido di Stefano Fregni, ma soprattutto dal circuito della produzione e distribuzione indipendente inglese a quella italiana.

Girato in tre settimane nella Bologna in vacanza, con un budget di soli 15.000 euro, finanziati da Nicola Fontanini in collaborazione con l’Associazione Culturale Evoè e la quota partecipativa dell’intero cast tecnico e artistico, con una videocamera ad altra definizione, un cavalletto, 5 Kw di luce e tutta la generosità di quella solare estiva, il primo lungometraggio di Marco Luca Cattaneo riesce comunque ad affiancare una notevole ricchezza di contenuti alla povertà di mezzi.

Stefano Fregni (già intervistato da noi), Miglior Recitazione Maschile al Milano International Film Festival, veste i panni da netturbino del toccante Mario, e tutte le sfumature dell’uomo mite, premuroso con i deboli (la mamma inferma e i bambini), solo, isolato, a disagio con il resto del mondo.

Un quarantenne che vive ai margini della nostra società consumistica capace di produrre più rifiuti che benefici, gli stessi rifiuti che Mario raccoglie e rovista una notte solitaria dopo l’altra, a caccia di oggetti da recuperare ed esistenze da immaginare.

In questo modo Mario si imbatte nella solitudine di Agatha (Sara Sartini), chiusa in uno scatolone con i resti di una relazione naufragata e di un’intimità privata che il nostro antieroe solitario inizia a bramare a distanza, di nascosto, come di notte sbircia nelle finestre accese e di giorno nelle generose scollature accaldate.

Agatha è una bella, procace e vitale barista separata, con una bambina piccola da crescere e la voglia disperata di un compagno, anche uno come Mario, poco avvenente ma premuroso, purtroppo però anche incapace di vivere qualsiasi tipo di relazione che richieda il contatto fisico e il coinvolgimento emotivo. Del resto solo una donna ‘così motivata’ potrebbe riuscire in un’impresa tanto ardua.

Mario è uno dei tantissimi ‘sesso dipendenti’ che vivono in mezzo a noi vergognandosi dei propri desideri, resi più estremi e morbosi dal distacco e dell’anonimato concesso dalla pornografica digitale. Una vergogna che dà il voltastomaco e paralizza quando si scontra con la realtà.

Chattare con una ragazzina che ignora chi sei, fare pensieri al limite del lecito sulle adolescenti che giocano nel parco, masturbarsi con un porno davanti allo schermo del pc è tollerato, persino abusato, ma solo se restano fantasie private, nascoste. Mario si vergogna, può bere al massimo una birra con una prostituta ‘sfatta’, ma non si concede orge, ‘puttane’ e incontri illeciti come il buon Fassbender.

Amore liquido di Marco Luca Cattaneo

Ovviamente la porno dipendenza è solo la manifestazione più eclatante e biasimabile di un disagio totale e radicato del quale soffriamo tutti, precari in ogni cosa, insicuri, spaventati, fobici, maniacali, feticisti. Tutte le volte che ci nascondiamo e isoliamo dagli altri, intratteniamo più relazioni virtuali che reali anche con i parenti stretti, consumiamo relazioni fugaci o ci consumiamo dietro rapporti instabili, sogniamo l’amore ma di fatto l’unico che ci concediamo scivola via neanche fosse ‘liquido’.

Mario non alza mai la voce, anzi parla poco perché è quasi sempre da solo, e fare lo spazzino di notte, accudire una madre invalida, quando non se ne occupa una badante dell’est, o una sorella benestante e distante che preferirebbe tenerla in una clinica, non fa che aggravare questa solitudine.

Mario è uno di noi, solitudine, instabilità e inadeguatezza sono mali comuni e il fatto di esagerare con le pratiche di autoerotismo e abuso di porno on line lo rende ancora più scomodo ed equivoco, perché in pochi siamo disposti a fare i conti con le fragilità dei legami affettivi, soprattutto con quelle condannate dal ‘comune senso del pudore’.

Se rientrate nella minoranza spudorata che non teme un pugno nello stomaco, una doccia gelata, la mancanza di un lieto fine, qualche lungaggine e un giretto nei bassifondi delle proprie riflessioni, approfittare del ritorno di questo piccolo ma notevole film sul grande schermo di tutte le sale del circuito Distribuzione Indipendente. Come ha scatenato in me sensazioni e riflessioni, lo consiglierei soprattutto ai fuggiaschi e chi si crede lontano anni luce da certe dinamiche.

Inoltre la regia di questa opera prima è notevole, la sceneggiatura di Marco Luca Cattaneo, Marcomario Guadagni e Davvide Turbini non lascia nulla al caso, la recitazione degli attori è intensa e credibile, la fotografia di Antonio Veracini fa miracoli con poco e Bologna di notte diventa molto suggestiva, grazie anche al tappeto sonoro di Giampiero Antolini che entra in loop con le luci e le ombre della notte.

Voto di Cut-tv’s: 8

Amore liquido (2010, Italia – drammatico) di Marco Luca Cattaneo; con Stefano Fregni, Sara Sartini, Simonetta Solder, Pina Randi, Martina Capannini, Carlotta Bergamo, Debora Bradarelli, Ramona. Uscita in Sala: 6 aprile 2012 – Qui il trailer.