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Aprile 2014 al cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

Immancabile il nostro appuntamento con i TOP e i FLOP degli ultimi trenta giorni. Una classifica che mai come in questo mese si presenta davvero eterogenea e dunque completa in relazione a quanto visto in sala nel mese di aprile

pubblicato 30 Aprile 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 02:13

Qualcosa del genere probabilmente ci sarà già capitata di scriverla, non ci mettiamo la mano sul fuoco. Tuttavia l’impressione è così forte che va condivisa, perché davvero una TOP/FLOP mensile così completa ed esaustiva non si è mai vista dalle nostre parti. Ci piacerebbe scrivervi che è stata concordata, ma non sarebbe del tutto vero. Di tanto in tanto si prova ad integrare un giudizio totale, che coniughi il desiderio di “obiettività” a quello comunitario; qualcosa insomma che sia realmente valido e al tempo stesso espressione di quell’unico coro che è Cineblog, composto da più voci. Ecco, siccome non è detto che in futuro ci si avvicini a tale traguardo così come accaduto a ‘sto giro, questo è più o meno ciò che intendiamo per una TOP/FLOP mensile completa. Unica licenza l’assenza di Noah tra i flop, mitigata dal fatto che nessuno dalle nostre parti coltivava grandi aspettative circa l’ultima fatica di Aronofsky. Il resto è ciò che trovate; e c’è davvero tutto l’aprile in sala.

Antonio

  • TOP: Locke – la bomba di Venezia 70. Il film di Steven Knight che all’ultima rassegna del Lido mise d’accordo più o meno tutti, tanto che i concorrenti al Leone d’Oro a posteriori si asciugarono la fronte sapendo che Locke fosse fuori concorso. Un gioiellino di scrittura, girato in sei notti, sempre lo stesso film. Un uomo, una automobile ed un telefono in viva voce: questi sono gli elementi essenziali di un film che racconta la breve traversata dell’autostrada M6 in direzione Londra, mentre un uomo, che «ha preso la sua decisione», vede capovolgersi la propria esistenza nel giro di due ore mentre macina kilometri in notturna. Qualcuno si è affrettato a dire che sì, si tratta di un bel pezzo di film, ma che non è un capolavoro (sic). Il punto è che non importa cosa sia; non finché anche noi scendiamo da quell’auto cambiati rispetto a quando ci siamo saliti. Così come Ivan Locke, la cui esperienza può essere riassunta in quella laconica e lapidaria risposta più e più volte ripetuta al telefono: «I’m driving», sto guidando. Narrazione e recitazione allo stato puro.
  • FLOP: The Amazing Spiderman 2 – Il potere di Electro – al che verrebbe da chiederci: ma che v’aspettavate? Beh, magari che partisse da quel po’ che era stato costruito in un primo capitolo tutto sommato godibile (e che anzi non ci dispiacque affatto) per poi, per così dire, iniziarci al terzo. Dove fallisce The Amazing Spiderman 2 è nell’assolvere alla prima parte di ciò che abbiamo scritto, rischiando perciò di vanificare in toto ciò che faticosamente era stato ottenuto col prequel. Una scrittura improvvisata e confusa, nonché dei villain sinceramente deboli, rappresentano i vizi incorreggibili di questa seconda iterazione. Passi per la CGI compulsiva, ché col primo si era già capito. E peccato per il cast, uno dei più azzeccati di sempre in ambito comics al cinema; il che la dice lunga se si pensa che nemmeno questo è bastato.

Federico

  • TOP: Grand Budapest Hotel – una girandola di colori, trovate, omaggi, star di Hollywood, generi cinematografici e libertà autoriale che travolge, ammalia, sorprende. Un film nel film nel film nel film che non smette mai di divertire e sbalordire, confondere ed eccitare, confermando le qualità di scrittura e di regia di Wes Anderson, che mai come in questa occasione rischia di sbancare gli Oscar del 2015 con una più che meritata pioggia di candidature. E poi diciamocelo chiaramente, quell’omino stilizzato che balla all’impazzata sui titoli di coda, senza preavviso o motivazione alcuna, non fa altro che confermare il tutto: pura meraviglia.
  • FLOP: Transcendence – un disastro di scrittura e di recitazione. Un disastro produttivo e di regia, visto e considerato che stavamo parlando di un importante debutto, ‘marchiato’ addirittura Christopher Nolan. Transcendence di Wally Pfister è innegabilmente un disastro. Troppa la carne al fuoco gettata sulla brace dallo storico direttore della fotografia del regista inglese, Premio Oscar con Inception, qui incappato in un frullato di idee e concetti orribilmente amalgamati, tanto da precipitare presto nel patetico spinto. Per non dire nel ridicolo, mai cercato eppure accecante. Mai si era visto un Johnny Depp tanto catatonico dal punto di vista espressivo, per un autentico caos filmico che ha contribuito ad allungare la sua preoccupante e sempre più fitta serie di flop consecutivi. Siamo già arrivati a quota 4…

Gabriele

  • FLOP: Nymphomaniac – Volume 1 – Ammetto che, dopo aver visto per la prima volta il Volume 1 dell’ultimo Lars von Trier, ci sono rimasto male. L’ho trovato – da fan del regista! – sfilacciato, davvero poco ispirato, quasi vecchiotto, all’acqua di rose (anche dal punto di vista “intellettuale”). Un insieme di pensierini spesso banalotti, sciocchini, risaputi. Le intenzioni mi sono sembrate troppo palesi, e la seconda visione non mi ha aiutato. Trovo che ci sia un capitolo fuori luogo (Delirium), mentre un altro è divertentissimo e ispirato a sé stante, meno all’interno del film stesso (La signora H.). Ho comunque riso, a tratti pure di gusto, segno che almeno l’ironia mi è sembrata “giusta” e ben dosata. E verso il finale, quasi per miracolo, si è acceso anche un filo di importante coinvolgimento…
  • TOP: Nymphomaniac – Volume 2 – … e quel coinvolgimento non se n’è più andato per tutto il Volume 2. Che generalmente piace molto meno del Volume 1. Mah. Provo a rispondermi da solo: qui ci sono botte, punizioni, dolori fisici e non, speculazioni religiose, ecc.. Punitivo, “moralista” (?), sessuofobico (?): figurati se piaceva di più del precedente, che è leggero, saggistico, ricco di “idee” e spunti. Argomentazioni discutibili, spazzate via dal solito discorso che si fa quando si guarda un’opera di von Trier: ma che ci si aspettava? Anzi, finalmente eccolo qua, von Trier! Emotivo, manipolatore, pronto a schernirti e a darti un cazzotto in bocca, e allo stesso tempo a mettersi a nudo più che mai. Andiamo al cinema per vedere il Volume 2, noi vontrierini. Alla seconda visione mi è piaciuto ancora più della prima volta! Anche se ho il dubbio che il Volume 1 sia necessario per ottenere la presa emotiva del Volume 2. Tranquilli tutti: Lars von Trier è sempre Lars von Trier. E noi stiamo qui a versare fiumi di parole, restiamo delusi o ci esaltiamo. Come sempre.