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Aprile al cinema: TOP e FLOP secondo Cineblog

Per un Rob Zombie che non riesce affatto a mettere d’accordo tutti, c’è un Hayao Miyazaki che, anche a distanza di ventiquattro anni, colpisce al cuore come fosse la prima volta. A voi i nostri TOP ed i nostri FLOP del mese di Aprile

pubblicato 2 Maggio 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 15:15

Ed un altro mese di questo 2013 è andato. Con lui anche una serie di pellicole alle quali tanto noi della redazione quanto senz’altro voi, affezionati lettori, ci siamo dati con la solita, fanciullesca curiosità. E come sempre, le nostre preferenze inerenti a quanto visto in sala ad Aprile le trovate illustrate di seguito. Chiaramente non fate mancare la vostra nei commenti.

Andrea

  • TOP: Le Streghe di Salem di Rob Zombie – Rob Zombie è una garanzia per l’horror ormai da anni. Ma chi l’avrebbe immaginato che fosse anche in grado di commuovere? “The Lords of Salem ”, sulfurea incursione nei territori del sabba e delle streghe, è un atto d’amore appassionato e infinito. Verso il cinema (Carpenter, gli anni ’70, le icone femminili dell’horror), verso la splendida consorte (una Sheri Moon dj sull’orlo dell’inferno o della droga) e naturalmente verso la potenza salvifica (o dannata) del rock. Avanguardistico, visionario, eccessivo questo gioiello (dato scelleratamente in pasto al pubblico impreparato dei multiplex) è inno alla maternità diabolica ma soprattutto a quel cinema che purtroppo non si fa più. E nell’eco dei bellissimi frammenti finali (Heidi che gioca col suo cane) c’è tutta la malinconia del tempo perduto e di una memoria (cinefila) in dissolversi. Spaventoso e struggente al tempo stesso. Capolavoro.
  • FLOP: L’ipnotista di Lasse Hallstrom – il ritorno alla terra natia da parte del “naturalizzato” americano Hallstrom si attendeva con una certa curiosità, specialmente dopo il boom editoriale di Stieg Larsson, la scoperta Tomas Alfredson (Lasciami Entrare, La Talpa) e le nuove cronache dal gelo svedese . Ma il thriller non è nelle corde del regista, evidentemente più a suo agio con la commedia (La mia vita a quattro zampe, Chocolat, Il pescatore di sogni) o il dramma (Buon Compleanno Mr. Grape, L’imbroglio o il patetico ma efficace Hachiko). Di buono di questo “Ipnotista” restano solo le sequenze iniziali, la faccia “giusta” di Mikael Persbrandt (In un mondo migliore) e una intensa, ma svilita dal contesto, Lena Olin. Non è che sia brutto, soltanto che a fine visione non rimane praticamente nulla e lo sciapo e prevedibile finale lava via anche quel po’ di suggestione creata nella prima mezz’ora. Peccato.

Gabriele

  • TOP: Come un tuono di Derek Cianfrance – mi ripeto di certo, ma poche volte di recente un film ha ragionato così sul “senso” di un luogo, sul suo dna e sulla sua eredità. Volando sopra alla teoria delle “colpe dei genitori che ricadono sui figli”. E che ambizione… Menzione per le streghe di Rob Zombie.
  • FLOP: Hitchcock di Sacha Gervasi: no, non mi piace. Capisco le intenzioni, e la storia di base è bellissima. Però che piattume (pure stilistico). Menzione per Martinelli, sempre “fuori concorso”, tanto…

Cut-tv’s

  • TOP: Iron Man 3 di Shane Black – un supereroe con la faccia, la verve e l’ironia di Robert Downey Jr, con più corazze che vestiti da sera, Ben Kingsley cattivo, e sua maestosità Shane Black, che regalano risate liberatorie, meritano il top, ma non sono gli unici. Ma Aprile è stato un mese ricco di ritorni emozionanti sul grande schermo, quindi la mia scelta al top cede ad una tripletta, piacevolmente colpita dalla versione restaurata e la medesima forza esercitata da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri, che spicca il volo con la fantasia e tutti gli oggetti volanti escogitati da Hayao Miyazaki per la sua piccola Kiki – consegne a domicilio.
  • FLOP: Scary Movie 5 di Malcolm D. Lee – stessa formula, sempre più fiacca, sempre meno divertente.

Antonio

  • TOP: Kiki – consegne a domicilio di Hayao Miyazaki – non importa quanti anni passino: se esce al cinema un film di Miyazaki, è davvero difficile che in sala si possa trovare di meglio. Il celebre cineasta giapponese ha un dono speciale, che non va banalmente identificato solo ed esclusivamente con la sua sin troppo fervida immaginazione. Miyazaki-san riesce a dare forma e disciplina a queste sue visioni, conferendo loro una coerente e travolgente magia. La storia di Kiki e del suo gatto Jiji non fa eccezione: sempre a cavallo tra fiaba e romanzo di formazione, senza mai sacrificare nulla ad uno stile così netto e potenzialmente capace di tutto, elevando perciò ogni singola componente ai massimi livelli. Guardando un suo film viene da dare ragione, senza riserve, a chi dice che la verità appartiene ai poeti.
  • FLOP: Le Streghe di Salem di Rob Zombie – di recente non ricordo un film con la medesima percentuale di pareri discordanti. Chi inneggia al coraggio di Zombie, che, almeno in parte, si reinventa per poi restare fedele ad un certo cinema. Chi, semplicemente, non ci ha trovato nulla di così “spiazzante”. Chi scrive ritiene che il torpore di buona parte del film, lungi dal potersi considerare funzionale a quegli ultimi, allucinanti venti minuti o giù di lì, vadano presi per quello che sono, ossia il tentativo (non riuscito) di costruire un discorso che proprio quelle ultime fasi confermano essere debole, mal sviluppato. Insomma, siamo ancora ai caproni; e se loro non bastano, ecco saltar fuori la carta blasfemia molesta. Spiace perché quel tono vagamente barocco che bussa alle porte dell’esagerata parte finale rischiava davvero di avere un suo perché.