Army of Thieves, recensione: il prequel senza zombie funziona e diverte
Leggi la recensione di Army of Thieves, il prequel dell’Army of the Dead di Zack Snyder che funziona alla grande anche senza zombie.
In principio c’è stato l’Army of the Dead di Zack Snyder, un thriller d’azione con rapina nascosto dentro uno zombie movie nascosto dentro un horror fantascientifico. Snyder realizza per Netflix un corposo frullatone che ammicca a destra e a manca, e alla fine il divertimento non manca seppur dosato ad un livello ipertrofico che potrebbe non essere gradito a tutti. In “Army of the Dead” seguiamo un team di mercenari che all’indomani di un’epidemia zombie, scoppiata in quel di Las Vegas e limitata entro i confini della città, intraprendono una missione per raggiungere, scassinare e svuotare l’inespugnabile, almeno sulla carta, cassaforte di uno dei più grandi casinò della città. Pro della missione: una montagna di soldi; Contro: un’orda di zombie famelici e una testata nucleare programmata dal governo pronta a colpire la zona di quarantena cancellando ogni traccia di vita e non vita.
Nel prequel Army of Thieves scopriamo come l’abile scassinatore Ludwig Dieter, interpretato dall’attore e regista tedesco Matthias Schweighöfer, viene reclutato nel team che si lancerà nella missione in Nevada, ma ne faremo la conoscenza sei anni e tre casseforti prima che si immoli eroicamente dopo aver scassinato il quarto e ultimo caveau. In “Army of Thieves” facciamo la conoscenza di Sebastian Schlencht-Wöhnertun (Schweighöfer), un bancario di una piccola città che viene trascinato nell’avventura di una vita quando una donna misteriosa lo recluta per unirsi ad un gruppo che include alcuni dei criminali più ricercati dell’Interpol. La banda intende violare una serie di leggendarie casseforti impossibili da scassinare dislocate in tutta Europa e per farlo l’aiuto di Sebastian è vitale. Dopo un po’ di comprensibile tentennamento, Sebastian si ritrova catapultato in un’avventura mozzafiato che metterà alla prova i suoi nervi e la sua abilità di scassinatore con tre di quattro casseforti, costruite da un leggendario artigiano che ha tratto ispirazione dalla Saga dei Nibelunghi. In questo folle tourbillon di emozioni forti, il timido e goffo nerd troverà l’amore, un nome d’arte e scoprirà cosa si prova a passare dalla grigia vita di impiegato a vestire i panni di un famigerato ladro internazionale braccato dalle autorità.
Grazie alla capacità di Matthias Schweighöfer di svolgere senza sbavature di sorta il doppio ruolo di regista e e co-protagonista, al fianco della graziosa Nathalie Emmanuel, meglio nota come la hacker Ramsey di Fast & Furious nonché Missandei nella serie tv Il trono di spade, “Army of Thieves” risulta maledettamente divertente e una volta iniziata la visione sarà difficile pensare ad altro fino ai titoli di coda. Schweighöfer al suo quinto lungometraggio, in patria si era specializzato in commedie e poi la svolta “thriller” con la serie tv You Are Wanted, che lo ha visto protagonista e regista di tutti gli episodi. Schweighöfer dispone di un invidiabile capacità di equilibrio nel miscelare azione, thriller e commedia, e in questo “film con rapina” che rispetta appieno tutti i cliché del genere (vedi The Italian Job e simili), la mano di Schweighöfer dona alla pellicola una certa freschezza a livello visivo, e in questo i suggestivi scenari europei che fanno da sfondo all’avventura sono di grande supporto. In un prequel che viaggia a gonfie vele sul godibile andante, ogni tanto fanno capolino gli zombie che si limitano a ricordare da dove proviene il personaggio, ma anche se molto sporadiche, le incursioni nell’horror risultano quasi superflue in una messinscena coinvolgente e dinamica, che tra serio e faceto vive di vita propria e diventa materia prima per futuri progetti, magari uno spin-off televisivo sullo scassinatore Ludwig Dieter e la ladra internazionale Gwendoline.