Stasera in tv: “Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo” con Michele Placido su Rai 1
Rai 1 stasera propone “Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo”, docu-fiction del 2022 di Francesco Miccichè con Michele Placido, Flavio Parenti, Brenno Placido, Valeria Cavalli, Rodolfo Corsato, Stefano Skalkatos.
Arnoldo Mondadori – I libri per cambiare il mondo, su Rai 1 la docu-fiction prodotta da Gloria Giorgianni e diretta da Francesco Miccichè che ripercorre la storia esemplare del pioniere dell’industria editoriale italiana attraverso le interpretazioni di Michele Placido, Flavio Parenti, Brenno Placido, Valeria Cavalli, Rodolfo Corsato, Stefano Skalkatos.
Arnoldo Mondadori – Cast e personaggi
Michele Placido: Arnoldo Mondadori
Flavio Parenti: Alberto Mondadori
Valeria Cavalli: Andreina Mondadori
Brenno Placido: Arnoldo Mondadori da ragazzo
Rodolfo Corsato: Raffaele Mattioli
Luca Morello: Arnoldo Mondadori da bambino
Stefano Skalkotos: Giorgio Mondadori
Davide Lorino: Pilade Bergamini
Lucia Batassa: maestra Adele
Mimmo Mancini: ambulante di Ostiglia
Arnoldo Mondadori – Trama e trailer
La docu-fiction ripercorre la biografia di Arnoldo Mondadori da quando, ancora bambino, fu iniziato alla lettura grazie alla sua maestra, che gli regalò un libro per premiare un tema particolarmente fantasioso, a quando, giovane e veemente attivista socialista, dopo una serie di lavori saltuari, riuscì a essere assunto in una tipografia di Ostiglia, per poter stampare la rivista dei giovani socialisti locali. È così che, negli anni Venti, Arnoldo decide che vuole fare l’editore. Riesce a rilevare la tipografia in cui lavora ed inizia a pubblicare l’opera del futuro cognato, lo scrittore ostigliese Tomaso Monicelli, fratello di quell’Andreina che diventerà sua moglie e che lo accompagnerà tutta la vita, fedele consigliera ma anche dura oppositrice, quando ce ne sarà bisogno.
È l’alba della “Arnoldo Mondadori Editore”, che fino all’inizio della seconda guerra mondiale, in soli 20 anni, cresce fino a diventare la più importante casa editrice italiana con un’attenzione anche agli autori e ai libri internazionali. In quegli anni Mondadori pubblica l’opera omnia di D’Annunzio, convincendolo a lasciare la sua casa editrice, e porta in Italia, con la collana “La Medusa”, le opere di alcuni dei più importanti autori della letteratura mondiale, ma allo stesso tempo pubblica anche romanzi d’evasione come i gialli, che diventano subito molto popolari. La sua radicata convinzione che l’editore debba interpretare le esigenze del lettore – di qualunque lettore – lo porterà, qualche anno dopo, a strappare a Walt Disney l’esclusiva per la pubblicazione in Italia dei fumetti di Topolino: un altro grande successo dell’uomo di Ostiglia.
Ma la storia della casa editrice passa anche, inevitabilmente, attraverso momenti di grande difficoltà nei quali emerge prepotentemente l’inarrestabile determinazione di questo grande protagonista del Novecento. Come per milioni di italiani, anche per Arnoldo Mondadori le vicende belliche hanno conseguenze disastrose: dopo la fine della guerra dovrà ricominciare da zero. E lui riparte dalla sua azienda, prima convincendo gli operai della sua tipografia a rimboccarsi le maniche e a lavorare insieme per la rinascita della casa editrice, e poi andando negli Stati Uniti per assicurarsi i fondi del Piano Marshall che gli consentiranno di riacquistare le macchine sottratte durante la guerra. Accanto a lui c’è il figlio Alberto, primogenito colto e brillante, colui che lo stesso Arnoldo ha immaginato come suo erede. Ma Alberto è diverso da lui, non ha fatto la sua dura gavetta, ha uno spiccato gusto editoriale, anche perché tiene i rapporti con i grandi autori della casa editrice, ma non ha una mente imprenditoriale e soprattutto non condivide fino in fondo l’idea del padre dell’editoria popolare. Per Alberto, la Mondadori deve impegnarsi politicamente, deve avere una chiara impronta progressista. Soprattutto, deve pubblicare libri che facciano pensare e che spingano all’azione. La Mondadori che Alberto sogna è una casa editrice militante, che non ha posto per Topolino o per i romanzi d’evasione.
Padre e figlio, dopo la fallimentare esperienza di Alberto nella direzione di “Epoca” che poi diventerà un successo sotto una diversa guida, si ritroveranno a lavorare fianco a fianco solo quando, nel 1965, realizzeranno il “miracolo” della Mondadori: la creazione degli Oscar, la collana di libri tascabili venduti nelle edicole, grandi romanzi della letteratura italiana e internazionale venduti ogni settimana a un prezzo leggermente superiore a quello di una rivista, che consentiranno a ogni italiano, anche quelli con pochi mezzi, di farsi la propria biblioteca. L’entusiasmo con cui Arnoldo persegue questo obiettivo fa finalmente capire ad Alberto che l’unico vero sogno del padre è sempre stato quello di consentire al maggior numero possibile di persone la possibilità di leggere, ciò che era stato precluso a lui da piccolo e da adolescente, quando aveva dovuto affrontare tanti lavori faticosi e umili pur di potersi permettere di acquistare un libro. Questa privazione, questo desiderio inseguito e raggiunto con fatica, avrebbe rappresentato in tutta la vita di Arnoldo la molla per arrivare al successo e al suo obiettivo principale; non l’arricchimento, non il benessere, ma solo il sincero desiderio di pubblicare libri per tutti.
La storia terrena di Arnoldo si conclude qualche anno dopo l’exploit degli Oscar, con la consapevolezza di aver compiuto la missione che si era prefissato da adolescente, ma con il dispiacere per la separazione professionale da Alberto, che cercherà la propria strada con l’esperienza de Il Saggiatore, una realtà editoriale separata dalla casa madre. A ereditare la Mondadori sarà Giorgio, il fratello più piccolo.
Curiosità sul film
- La docu-fiction si avbale dei contributi di testimoni illustri, dal nipote Luca Formenton, Presidente della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, che ha collaborato al progetto, all’ex direttore della casa editrice, Gian Arturo Ferrari, dallo scrittore Gianrico Carofiglio all’editrice Ginevra Bompiani, e ancora, il giornalista Pierluigi Battista, il critico letterario Marino Sinibaldi, la nipote Roberta Mondadori, figlia del fratello Bruno, e Ferruccio Parazzoli, ex capo ufficio stampa della casa editrice, intervallati da preziose interviste originali dell’epoca.
- “Arnoldo Mondadori – i libri per cambiare il mondo” è una produzione Anele in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Gloria Giorgianni per la regia di Francesco Miccichè (Loro chi?, Ricchi di fantasia, Compromessi sposi). Soggetto di Francesco Miccichè, Gloria Giorgianni (Illuminate) e Salvatore De Mola. Sceneggiatura di Francesco Miccichè e Salvatore De Mola (Storia di Nilde, La stoffa dei sogni). Consulenza di Luca Formenton. Produttori associati Tore Sansonetti e Carlotta Schininà. Produttori RAI Giusi Buondonno e Gianluca Casagrande. Con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte. Con il Patrocinio di Città di Torino, Comune di Tivoli e Città di Verbania. Progetto realizzato in collaborazione con Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori.
- Francesco Miccichè (Loro chi?, Ricchi di fantasia, Compromessi sposi) dirige “Arnoldo Mondadori – i libri per cambiare il mondo” da una sua sceneggiatura scritta con Salvatore De Mola (Storia di Nilde, La stoffa dei sogni), da un soggetto di Micciche’, De Mola e Gloria Giorgianni con la consulenza di Luca Formenton.
- Il team che ha supportato il regista Francesco Miccichè dietro le quinte ha incluso il direttore della fotografia Patrizio Patrizi, le Magda Accolti Gil & Marta Fantozzi, lo scenografo Nino Formica e i montatori Marco Spoletini & Marco Guelfi
- Le musiche originali del film sono di Pasquale Catalano (Sono Tornato, Napoli velata, Amiche da morire) e Antonio Fresa (Gatta Cenerentola, Fellini degli Spiriti).
Note di regia
I libri sono da sempre occasione di conoscenza del pensiero filosofico, scientifico e religioso, ma sono anche una possibilità di immergersi nelle storie dei grandi romanzieri o nella fantasia dei poeti. Ma chi ci dà la possibilità di conoscere questi artisti? Chi permette la divulgazione delle loro opere? Gli editori. Troppo spesso dimenticati e relegati alla categoria di “commercianti”, sono loro i divulgatori che concretamente ci fanno entrare in quei mondi. Il grande merito di Arnoldo Mondadori è stato di fare in modo che la conoscenza delle sue pubblicazioni non fosse per pochi, ma per tutti. Il capolavoro della sua casa editrice sono stati in questo senso gli Oscar Mondadori, iniziati a uscire nelle edicole italiane dal 1965 e che permisero la distribuzione di massa dei grandi romanzi e quindi della cultura e della conoscenza. Per raccontare questa storia epica, di un uomo venuto da povertà e fame che con la sola forza delle proprie idee ha creato un vero e proprio impero culturale, abbiamo ricostruito scene ambientate in quasi tutto il XX secolo. Abbiamo messo in scena luoghi e costumi che raccontano un periodo che va dai primi del 900, quando Arnoldo era bambino, fino al 1971, anno della sua morte. In questo senso questa è stata una docufiction certamente impegnativa e ambiziosa. Michele Placido ha aderito con entusiasmo al nostro progetto sin dalla prima stesura della sceneggiatura scritta assieme a Salvatore De Mola. Con la sua partecipata interpretazione ha dato umanità al personaggio di Arnoldo Mondadori. Le relazioni familiari che raccontiamo, da quella con la moglie Andreina Monicelli a quella più sofferta ma sempre affettuosa con il figlio Alberto, grazie a lui hanno acquisito corpo e sostanza in maniera appassionata. Nelle varie epoche Arnoldo è stato anche interpretato dal giovanissimo Luca Morello e da Brenno Placido, il figlio di Michele. Un giorno è capitato per caso che fossero tutti e tre presenti sul set di una tipografia antica. Confesso che vedere assieme questi tre Arnoldo è stato un momento davvero emozionante, credo per tutti, anche per loro. Il nostro lavoro lo abbiamo inteso come un omaggio ad un uomo che ha fortemente inciso sulla diffusione della cultura italiana, ad un protagonista della nostra storia grazie al quale siamo diventati quello che siamo. [Francesco Miccichè]