As You Were: recensione in anteprima del film in concorso a Torino 2014
Torino Film Festival 2014: il tempo, l’amore, la natura e la città. Liao Jiekai affronta temi tipici del cinema orientale con delicatezza e un certo talento visivo. Ma As You Were è soprattutto un film (troppo) di testa.
Il tempo che prosegue inesorabile e colpisce tutto e tutti: trasformando città, persone e ricordi. L’opera seconda di Liao Jiekai, nato e cresciuto a Singapore, gira attorno ad una tematica che il cinema orientale ha affrontato spesso e volentieri con successo, cogliendo il lato più drammatico e malinconico dello scorrere del tempo e dei suoi effetti.
Giocando tra il presente e il passato, con flashback in cui vediamo la vita dei protagonisti da bambini, il regista indaga sulle possibilità dell’amore di resistere alle barriere del tempo. Non è detto che ci siano, queste possibilità, soprattutto in un contesto in cui l’ambiente urbano cambia inesorabilmente.
Siamo sull’isola di Saint John, separata da un braccio di mare da Singapore, e che ospita un centro di rieducazione per giovani problematici. Uno di loro, stanco della disciplina ferrea e del duro lavoro, scappa a nuoto proprio verso la metropoli: sopra di lui il cielo notturno è illuminato da neon e fuochi d’artificio. E in As You Were le riprese della metropoli appaiono quasi “fantascientifiche”, con tanto di elicotteri che la circondano continuamente.
Guohui e Peiling s’incontrano sull’isola dopo anni di lontananza: il loro amore, nato durante l’infanzia, è ancora intatto. A minare il rapporto, però, c’è l’insicurezza di Peiling. Anni dopo, Rachel, una cantante in cerca di pace, è sull’isola: incontra Guohui e le loro vite s’incrociano. E il fantasma di Peiling torna a manifestarsi…
Girato curiosamente in 4:3 e diviso in tre capitoli, As You Were ha la delicatezza del miglior cinema orientale. Il rapporto tra Guohui e Peiling è descritto nel modo più pudico e raffinato possibile. Lo spettatore è chiamato a ricomporre i frammenti della loro storia, sparsi all’interno del film in modo acronologico, quasi il tempo lineare fosse scoppiato e i pezzi di storia fossero finiti ovunque.
Solo che bisogna avere una pazienza infinita per stare dietro ad As You Were. Probabilmente ne vale la pena, forse, ma ci si può anche arrendere. Perché Liao Jiekai prosegue orgogliosamente per la sua strada e non cede di fronte a nulla: e quindi va di lunghissime camminate e di lunghe contemplazioni della natura.
Forse occorre davvero lasciarsi trasportare dalle immagini e dalle allusioni (Peiling è davvero solo un fantasma?), ma non è affatto scontato che ci si riesca. Resta un certo talento visivo, e alcune scelte sono molto eleganti (il locale dove canta Rachel pare quasi uscito da un film di Wong Kar Wai).
Però vogliamo vedere se col prossimo film Liao Jiekai continuerà su questa strada o si abbandonerà completamente a vezzi autoriali che lasciano il tempo che trovano. Per ora gli si riconosce una visione del mondo mica male, anche se forse derivativa. E che rischia di risultare sempre troppo di testa.
Voto di Gabriele: 5.5
As You Were (Singapore 2014, drammatico 92′) di Liao Jiekai; con Josh Lai, Eshley Gao, Cheryl Tan.