Stasera in tv: “Aspromonte – La Terra degli Ultimi” su Rai 3
Rai 3 stasera propone “Aspromonte – La Terra degli Ultimi” dramma del 2019 di di Mimmo Calopresti con Marcello Fonte, Francesco Colella, Valeria Bruni Tedeschi, Marco Leonardi, Cosimo, Sergio Rubini ed Elisabetta Gregoraci.
Aspromonte – La Terra degli Ultimi, su Rai 3 il film del regista Mimmo Calopresti (La felicità non costa niente) con protagonisti Marcello Fonte (Dogman) e Valeria Bruni Tedeschi (La pazza gioia) basato su un fatto di cronaca degli anni 50 e ambientato in un piccolo paese isolato e arroccato e fuori dal tempo.
Aspromonte – Cast e personaggi
Valeria Bruni Tedeschi: Giulia Tedeschi
Marcello Fonte: Ciccio Italia “U Poeta”
Francesco Colella: Peppe Morabito
Marco Leonardi: Cosimo “Spaccapietre”
Sergio Rubini: Don Totò
Elisabetta Gregoraci: Maria
Francesco Grillo: Andrea
Romina Mondello: Cicca
Carlo Marrapodi: Salvatore Massaro
Costantino Comito: Maresciallo
Fulvio Lucisano: Anziano ritornato ad Africo
Aspromonte – Trama e trailer
La trama ufficiale: Ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell’Aspromonte calabrese, alla fine degli anni ’50, una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento. Gli uomini, esasperati dallo stato di abbandono, vanno a protestare dal sindaco. Ottengono la promessa di un medico, ma nel frattempo, capeggiati da Peppe (Francesco Colella), decidono di unirsi e costruire loro stessi una strada. Tutti, compresi i bambini, abbandonano le occupazioni abituali per realizzare l’opera. Giulia, la nuova maestra elementare (Valeria Bruni Tedeschi), viene dal Nord, e vuole insegnare l’italiano “se Africo entrerà nel mondo grazie alla strada, i ragazzi dovranno conoscerlo prima, imparando a leggere e a scrivere”. Ma per il brigante Don Totò, quello che detta la vera legge, Africo non può diventare davvero un paese ‘italiano’…Via dall’Aspromonte è un western atipico sulla fine di un mondo e sul sogno di cambiare il corso degli eventi grazie alla voglia di riscatto di un popolo.
Curiosità sul film
- Il film scritto da Mimmo Calopresti e Monica Zapelli, già autrice de I cento passi, con la collaborazione di Fulvio Lucisano, tratto dall’opera letteraria di Pietro Criaco “Via dall’Aspromonte” (Rubbettino Editore).
- Il film è ambientato ad Africo, un paesino arroccato nella valle dell’Aspromonte calabrese, alla fine degli anni ’50, dove una donna muore di parto perché il dottore non riesce ad arrivare in tempo e perché non esiste una strada di collegamento.
- Il film ha vinto 1 Globo d’oro alla Migliore attrice a(Valeria Bruni Tedeschi) e 1 Nastro d’argento speciale (Nastro della legalità a Mimmo Calopresti).
- Le musiche originali di “Aspromonte – La terra degli ultimi” sono del premio Oscar Nicola Piovani (La vita è bella, Il marchese del Grillo, Palombella rossa, Boris – Il film, Il traditore, Hammamet, Gli anni più belli, I fratelli De Filippo).
- Il film è una produzione Italian International Film con Rai Cinema, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, con il contributo di Regione Calabria e Calabria Film Commission.
La sinossi ufficiale del romanzo: Ad Africo, villaggio arroccato nel cuore dell’Aspromonte calabrese, negli anni ’50 non c’è ancora la luce elettrica, né una strada di collegamento con i paesi della costa, né un medico per curare la gente. Quando una donna muore di parto perché il dottore non arriva in tempo esplode la rabbia e la rivolta. Guidati dal padre di Andrea – il giovane protagonista e voce narrante – gli abitanti di Africo decidono di costruirsi una strada da soli coinvolgendo anche le donne, i vecchi e i bambini. C’è però chi si oppone a questo progetto: il sindaco della Marina che ha altri interessi politici e il malavitoso Don Totò che vuole mantenere il suo potere sul territorio. Mentre la lotta si fa aspra e si snodano le vicende legate alla costruzione della strada, Andrea vive i primi rossori e i momenti cruciali dell’adolescenza; e comprende che anche quando le speranze sembrano svanire non bisogna rinunciare ai propri sogni.
Il libro “Via dall’Aspromonte” di Pietro Criaco è disponibile su Amazon.
Note di regia
“Aspromonte – La terra degli ultimi” è il racconto del Sud, del suo orgoglio, della forza della sua identità che diventa prigione, della grandiosa bellezza della sua natura che si intreccia con la miseria delle condizioni di vita, del suo isolamento e del sogno disperato dei suoi abitanti di far parte di un mondo più grande, è il racconto dell’impossibilità di un riscatto collettivo, della condanna all’abbandono e all’emigrazione come unica possibilità di rinascita.
Il Sud è da sempre luogo geografico e luogo dell’anima, inferno e paradiso, cronaca e favola. Così è questo film. Africo è in Europa, e ci ricorda cosa, solo un secolo fa, poteva essere la nostra terra, ma in quanto Sud assomiglia, nei suoi sogni e nelle sue sconfitte, più che al nostro continente, a tutti i luoghi ai margini del mondo. Ancora vivi, ancora presenti, ancora disperatamente alla ricerca di un futuro, alle porte
dell’Europa.
Aspromonte – La terra degli ultimi è anche un racconto western, la lotta di un popolo di frontiera per avere una strada (una ferrovia sarebbe troppo) e quindi la civiltà, l’epopea di un mondo in cui ogni paese è ostaggio di un bandito, e le prepotenze si possono sconfiggere solo con la forza. Ma a differenza del Far West, qui la nuova frontiera è solo una linea immaginaria. Chi vuole raggiungerla, deve emigrare e cercarsi un posto da reietto e da straniero, nel mondo civile degli altri.
È anche un racconto molto italiano, sulle promesse mancate e le energie infrante del nostro Sud, illuso con false promesse da uno Stato che non ha mai avuto la capacità di garantire diritti e formare cittadini che in lui si potessero riconoscere e lo potessero rispettare. Un Sud lasciato solo alla generosità di chi, come la nostra maestra (ispirata alla figura di Zanotti Bianco), solo per un senso di giustizia, e rappresentando poco
più che se stessa, ha provato a fare qualcosa.
È infine un mondo che, nella sua spietatezza, lascia ancora alle persone lo spazio per essere se stesse. Possono lasciarsi catturare dalla natura e dalla libertà se sono bambini, o vivere solo leggendo e dando qualche consiglio agli altri, se sono Poeti, o avere l’orgoglio di essere riconosciuti da una comunità se hanno il coraggio di mettersi sulle spalle il destino degli altri.
Il film è insieme un racconto neorealistico ed epico, il realismo di un mondo povero, anzi poverissimo, e l’epicità della battaglia per riscattare la propria condizione di canaglia pezzente: bisogna combattere per affermarsi, per esistere, per conquistarsi un futuro migliore e far vincere la civiltà sull’arretratezza di una vita buia e senza speranze. Bisogna darsi sempre una speranza, una via d’uscita, costruirsi una strada, un progetto per uscire da una situazione disastrosa che ti è stata assegnata da chissà chi.
Alla fine, è un film che è il percorso di vita di un ragazzo che vuole cambiare il proprio destino, che intraprende un percorso di crescita e riscatto da una situazione difficile, che crede a una strada che lo possa portare verso la modernità. Alla fine della sua vita di successi lontano da Africo e dalla sua terra (la Calabria), sentirà il bisogno di tornare per rivedere per l’ultima volta il posto dove è nato e cresciuto, per
riassaporare l’aria di libertà che gli era rimasta attaccata addosso per tutta la sua vita.
È un film che racconta non il rimpianto della propria infanzia, ma il ricordo di quello che si è stati, di quello che si sarebbe potuto essere, e soprattutto la bellezza di aver potuto vivere un sogno ed essersi nutriti del gustoso cibo dell’utopia con pienezza e soddisfazione. Infine i vividi colori del paesaggio paradisiaco dell’Aspromonte vinceranno sul bianco e nero di una vita povera e senza speranza; gli ultimi della terra non si arrenderanno, consapevoli che solo combattendo tutti insieme possono vincere e affermare il loro diritto a un’esistenza soddisfacente e dignitosa.
[Mimmo Calopresti]