Asterix e Obelix al servizio di sua maestà! – la Recensione in Anteprima
Per la prima volta in 3D, e in Inghilterra per salvare la Britannia da iromani. Tornano Asterix e Obelix
Tutto ha avuto origine nel 1999, con Asterix e Obelix contro Cesare, quando Christian Clavier e Gérard Depardieu diventarono a furor di popolo Asterix e Obelix per il grande schermo. Il successo fu travolgente, e non solo in patria, vista la popolarità dei personaggi creati 40 anni prima dalla coppia René Goscinny e Albert Uderzo. Con oltre 1500 comparse, il film divenne il più costoso della storia del Cinema europeo. Un vero e proprio kolossal per l’industria francese, in cui spiccava Roberto Benigni nei panni di Lucius Detritus. Abbandonato Claude Zidi, Clavier e Depardieu tornarono ad indossare i panni dei Galli battaglieri in Asterix e Obelix – Missione Cleopatra, che vide la nostra Monica Bellucci protagonista femminile. Anche in quel caso produzione maestosa ed incassi brillanti in tutto il mondo. Eppure qui qualcosa si rompe.
Perché il tempo passa, ma la fame da incasso facile continua ad alimentarsi, facendo nascere il pessimo Asterix alle Olimpiadi. Sostituito Asterix con Clovis Cornillac, Alain Delon diventa Giulio Cesare, mentre la truppa italica passa da Benigni e la Bellucci a Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu ed Enrico Brignano. Il risultato è avvilente, anche se aiutato da un budget di 80 milioni di euro, ma in Francia non demordono, osando l’inosabile. Ovvero dar vita ad un quarto episodio della saga. Con l’ennesimo nuovo Asterix, Edouard Baer, ancora un altro Giulio Cesare, Fabrice Luchini, una sprecata Catherine Deneuve nei panni della Regina d’Inghilterra, l’insostituibile Depardieu nella pancia di Obelix, e 4 attori nostrani mandati allo sbaraglio, ovvero Filippo Timi (una scena), Luca Zingaretti (due mezzi primi piani e due battute), Neri Marcorè (una scena) e Niccolò Senni.
Uscito in patria in 3D, ma alla stampa meneghina presentato solo e soltanto in 2D, Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà!, co-prodotto dalla Lucky Red e costato la bellezza di 61 milioni di euro, ne ha raccolti solo poco meno di 30 in patria, scrivendo meritatamente la parola fine ad un franchise che ha fatto il suo tempo, tanto da raschiare il fondo dell’oggettiva bruttezza.
Siamo nel 50 a.c.: L’egocentrico e vanesio Cesare invade la Britannia, con la convinzione di poterla far sua nel giro di un paio di giorni. Peccato che la Regina Cordelia mandi il suo fedele ufficiale Beltorax a chiedere aiuto a un piccolo villaggio noto per la sua tenace resistenza ai Romani. Ed è qui che entrano in gioco loro: Asterix e Obelix, nel frattempo impegnati ad educare il discolo, ‘moderno’ e pauroso Menabotte, nipote del capo del villaggio. Chiamati dalla Regina, Asterix, Obelix e Menabotte partono così come scorta di Beltorax, per andare a salvare la Britannia dall’invasore romano. Se non fosse che durante il viaggio ne succedano di tutti i colori…
110 minuti. Tanto dura il quarto e probabilmente ultimo capitolo cinematografico di Asterix e Obelix, che potremmo definire uno strazio, a meno che voi non abbiate meno di 5 anni. Perché il film diretto da Laurent Tirard, regista dell’apprezzato Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, è un prodotto sinceramente indifendibile. Segno che anche i cugini francesi, tra un The Artist e un Quasi Amici, possano (produttivamente parlando) deragliare.
Facendo leva sui più infantili luoghi comuni inglesi, dal thé al rugby, ed infilando forzatamente citazioni cinematografiche teoricamente indirizzate ad un pubblico più adulto (Star Wars, Arancia Meccanica, 300), Laurent Tirard ha dato vita ad una pellicola totalmente priva di ritmo ed interesse. Persino gli effetti speciali, in passato fiore all’occhiello della saga, risultato appassiti e già visti. Di risate, per pura incapacità di scrittura e regia, se ne sentono poche, così come non vi è traccia di momenti particolarmente brillanti ed interessanti. Le gag tra Asterix ed Obelix non pungono, mentre risulta a dir poco gratuita la partecipazione di una Diva come la Deneuve, pagata per concedersi una prova d’attrice al minimo sindacale. Se tra i 4 italiani, invece, a farsi notare più degli altri è il quasi sconosciuto Niccolò Senni, il quadro diventa completo.
Davanti all’immancabile ed inutile spruzzata di satira politico-sociale si reagisce con insofferenza, mentre le braccia cadono del tutto nel momento stesso in cui entrano in scena persino i ‘temibili’ normanni, a caccia di paura in Britannia, tra un volo a planare dalle scogliere d’Irlanda e un mondo da sterminare. Priva di idee, piatta e ripetitiva nelle scene di ridicolo assedio romano alla fortezza della Corona inglese, la regia non riesce mai a dar reale dimostrazione del clamoroso budget a disposizione (se non nella Londra di un tempo che strappa un minimo di attenzione) speso a questo punto in un modo che potremmo quasi definire misterioso.
Ad infastidire ancor di più, visto l’infima qualità complessiva, è il cast che si aveva tra le mani. Icone di Francia e attori di rilievo inglesi ed italiani, mal utilizzati se non addirittura gettati a mare, perché affondati da uno script che non stupisce, non conquista, non diverte, non trascina e non ‘onora’ i suoi due protagonisti principali, ed autentiche leggende fatte fumetto. Ancora una volta deludente il ‘nuovo’ Asterix, mentre si fa rivedere con pseudo piacere l’Obelix di Gérard Depardieu, sempre uguale a se stesso, tanto nella pancia, ormai quasi naturale, che nelle guance arrossate dal vino. La sensazione, drammatica visti i risultati, è che l’intero impianto produttivo abbia perso la testa nell’avallare una sceneggiatura tanto povera, per poi sopravvalutare le qualità registiche, probabilmente inadatte dinanzi ad un simile sforzo economico. Tralasciando la comica, pasticciata e scontata evoluzione dello script, potremmo sentenziare, in Asterix e Obelix al servizio di sua maestà! non c’è davvero nulla da salvare, se non il sospirato e a lungo atteso The End conclusivo.
Voto di Federico: 3
Asterix e Obelix al servizio di sua maestà! (Astérix et Obélix: Au Service de Sa Majesté, Francia, Italia, Spagna, Ungheria, commedia, 2012) di Laurent Tirard. Con Gérard Depardieu, Catherine Deneuve, Dany Boon, Fabrice Luchini, Jean Rochefort, Filippo Timi, Gérard Jugnot, Luca Zingaretti, Edouard Baer, Dolores Chaplin, Valérie Lemercier, Jonathan Zaccaï, Bouli Lanners, François Damiens, Jacques Herlin, Vincent Lacoste, Neri Marcorè, Gotz Otto – uscita giovedì 10 gennaio 2013 – qui il trailer italiano