Astro Boy: Recensione in Anteprima
Astro Boy (Usa, Giappone, Hong Kong, 2009) di David Bowers; con Freddie Highmore, Kristen Bell, Nicolas Cage, Donald Sutherland, Nathan Lane, Silvio Muccino, Carolina Crescentini, Trio Medusa, Pasquale Anselmo, Pietro Biondi, Francesco Vairano, Bill Nighy, Madeline Carroll, Sterling Beaumon, Victor Bonavida, Charlize Theron, Samuel L. Jackson, Moises Arias, Eugene Levy, Matt Lucas.Si può affidare un
Astro Boy (Usa, Giappone, Hong Kong, 2009) di David Bowers; con Freddie Highmore, Kristen Bell, Nicolas Cage, Donald Sutherland, Nathan Lane, Silvio Muccino, Carolina Crescentini, Trio Medusa, Pasquale Anselmo, Pietro Biondi, Francesco Vairano, Bill Nighy, Madeline Carroll, Sterling Beaumon, Victor Bonavida, Charlize Theron, Samuel L. Jackson, Moises Arias, Eugene Levy, Matt Lucas.
Si può affidare un classico dell’animazione, uno dei manga più amati di sempre, creato nel 1952 da Osamu Tezuka, ad Hollywood? Questo timore giustamente serpeggiava e serpeggia tutt’ora tra i fan di Astro Boy, gioiello giapponese nato più di mezzo secolo fa ed ora pronto a sbarcare al cinema. Visto al Festival Internazionale del film di Roma, Astro Boy, che ha pesantemente floppato al box office americano, merita probabilmente una doppia analisi.
Divertente, avvincente, godibile e ben confezionato per i più piccoli, che non sono cresciuti a “pane ed anime”, sconsigliato, probabilmente fastidioso se non insopportabile per i più grandicelli, che in adolescenza hanno sempre preferito il “Pinocchio moderno” di Osamu Tezuka a quello di Collodi. Ancora lontano dai gioielli animati della Pixar, ma anche da quelli ‘furbi’ della Dreamworks Animation, Astro Boy non merita applausi ma neanche sonore bocciature, finendo in un limbo critico che probabilmente aiuterà la sua lente morte cinematografica. Doveva e poteva nascere una saga, difficilmente andremo oltre questo primo ed ultimo capitolo.
Realizzare un film d’animazione in CG, senza dimenticare il classico stile visivo piatto che da sempre contraddistingue le opere tradizionali nipponiche. Dar vita ad uno script attuale e al tempo stesso fedele al classico partorito da Osamu Tezuka. Far sparire i mutandoni del manga e rivestirlo come un moderno Robocop. Tutto questo affidandosi ad un regista, David Bowers, da poco uscito dal disastroso Giù per il tubo, difficile ibrido tra stop motion e CG.
Astro Boy non supera, com’era purtroppo previsto, il paragone con l’originale, attualizzandolo ed americanizzandolo eccessivamente, facendo così storcere il naso agli amanti del classico. Moderno Pinocchio, Astro Boy è un bambino robot dai sentimenti umani, creato dal dottor Tenma con le sembianze di suo figlio, morto a causa di un terribile incidente in laboratorio. Incapace di soddisfare le aspettative del padre scienziato, Astro Boy precipita sulla terra, iniziando un viaggio alla ricerca sé stesso, per poi tornare a salvare Metro City dal perfido Sindaco, pronto a tutto pur di far propria la riconferma a primo cittadino…
Metafore evidenti, personaggi spesso infantili, disegni non esaltanti, per un’azione che invece può definirsi interessante, tra voli spaziali e combattimenti robotici. David Bowers si perde spesso nella poca perfezione dei disegni, così come nella caratterizzazione dei protagonisti, tutti decisamente ‘piatti’, appoggiandosi fortunatamente al buon tema musicale.
Simpatici i dirimpettai di Astro Boy, tutti ben doppiati, con il terzetto di robot rivoluzionari che strappa più di qualche risata. Se all’inizio c’era paura per la scelta dei doppiatori, alla fine c’è da ricredersi. Silvio Muccino non sembra Silvio Muccino, risultando assolutamente credibile, così come la Crescentini ed il Trio Medusa, perfetto nei panni dei tre casinisti robot.
A conti fatti un cartoon che meritava decisamente più attenzione, per non dire ‘rispetto’, anche se non così disastroso come detto e scritto da molti. Piacerà ai più piccoli, passerà inosservato per i più grandi.
Uscita in sala: venerdì 18 dicembre
Voto Federico: 6