Baby Driver – Il genio della fuga: Recensione in Anteprima
Una colonna sonora da urlo, inseguimenti mozzafiato e tanto divertimento. E’ Baby Driver di Edgar Wright.
Il primo della carriera del regista britannico, atteso alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia in veste di giurato e qui sceneggiatore nonché director di un action/comedy con ventature più che romantiche.
Protagonista un eccellente Ansel Elgort, talentuoso 23enne esploso con Colpa delle stelle qui negli abiti di un giovane pilota apparentemente autistico, perché taciturno e continuamente accompagnato da un paio di occhiali da sole e da due cuffiette che sparano musica a tutto spiano senza mai dargli tregua. Baby, questo il suo nome, ha un costante fischio nelle orecchie che viene placato solo tramite la musica, autentica colonna sonora di una giornata per lui vistosamente teatrale. Costretto a lavorare per un boss con cui ha un debito regresso, il ragazzo passa da una rapina all’altro nei panni del ‘guidatore’, ovvero di colui che deve permettere la fuga ai malviventi braccati dalla polizia. Prodigioso talento, Baby guida al ritmo della sua musica preferita e si prende cura del padre adottivo sordomuto, fino a quando una dolce ragazza come lui appassionata del canto e di vecchie canzoni non imbocca la sua strada. Da questo momento in poi, dinanzi ad un incrocio contraddistinto da una rapina destinata al fallimento, da una banda di criminali sull’orlo di una crisi di nervi e da una fuga per la libertà, il fenomenale pilota sarà chiamato a scegliere quale uscita prendere.
Una colonna sonora pazzesca e una serie di inseguimenti automobilistici che farebbero impallidire qualsiasi Fast and Furious. Solide basi da cui è partito Wright per costruire una delle sorprese di questa estate cinematografica, genuinamente divertente e con uno straordinario montaggio che vede i criminali sparare a tempo con i brani e le auto decollare sull’asfalto seguendo i bassi della radio. Elgort, segnato dalla morte dei genitori in un incidente d’auto e teneramente criminale nel portare avanti rapine di cui farebbe volentieri a meno, è un trionfo di espressività musicale che improvvisamente si fa taciturna maschera di ghiaccio. L’incontro con la dolcissima Lily James fa virare l’intera pellicola verso l’inusuale storia d’amore, con l’invidiabile alchimia tra i due che riesce a controbilanciare l’ostentata e macchiettistica pazzia criminale di Jamie Foxx, Jon Hamm e Kevin Spacey, imbolsito proprio per la pellicola.
Tre nomi di grido oscurati da un Ansel che balla sull’asfalto cantando ossessivamente, per un action/musical dalle basi tragicomiche tanto violento quanto inventivo, privo di momenti morti e continuamente sul piede dell’acceleratore, tra montaggio frenetico, danzanti piani-sequenza e inseguimenti mozzafiato. 30 le canzoni di una soundtrack che farebbe impallidire Quentin Tarantino, in grado di passare dai Queen ai Blur, da Simon & Garfunkel a Sky Ferreira (madre di Elgort nei brevi flashback disseminati dal regista), con Wright da applausi nell’aver sceneggiato e diretto una pellicola tutta spari e corse a perdifiato su precise partiture pop, rock, ‘rnb e folk. Perché non c’è sequenza, in Baby Driver, che non prenda vita e che non si evolva attraverso la musica. Nel vendicativo finale, purtroppo smaccatamente esagerato dopo un inatteso e riuscito dosaggio di ‘autenticità’, il film sbanda pericolosamente, senza però far cappottare un progetto esteticamente dinamico e delinquenziale ma concettualmente amabile e sognante.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
[rating title=”Voto di Gabriele” value=”7″ layout=”left”]
Baby Driver – Il genio della fuga (Usa, 2017, action, romantico) di Edgar Wright; con Ansel Elgort, Lily James, Jamie Foxx, Jon Hamm, Jon Bernthal, Kevin Spacey, Eiza Gonzalez, Sky Ferreira, Ben VanderMey, Wilbur Fitzgerald, Flea, R. Marcos Taylor, Jeff Chase – uscita giovedì 7 settembre 2017.