Banat – Il viaggio: trailer, clip e locandina del film di Adriano Valerio
Banat – Il viaggio: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sul film drammatico nei cinema italiani dal 7 aprile 2016.
Aggiornamento di Pietro Ferraro
Dopo la tappa al Festival di Venezia come unico film italiano nella sezione “30.a Settimana Internazionale della Critica” approda nelle sale il prossimo 7 aprile Banat – Il viaggio, opera prima del regista Adriano Valerio.
La trama ufficiale:
Ivo (Edoardo Gabbriellini) e Clara (Elena Radonicich) vivono a Bari. Ivo è agronomo, ed ha appena accettato un’offerta di lavoro in Romania. Clara esce da una difficile storia d’amore. S’incontrano per caso nell’appartamento dell’eccentrica Signora Nitti (Piera Degli Esposti): lui è affittuario uscente, lei la nuova inquilina. E si riconoscono all’istante, entrambi sospesi tra una vita che finisce e una nuova che comincia. Poi Ivo parte per la Romania, e Clara resta a Bari. Quando perde il suo lavoro in un cantiere navale, Clara decide di raggiungerlo. Insieme condividono lo spaesamento in una terra straniera e l’incertezza del futuro, così come la sensazione di un amore che sta nascendo. L’esilio dalla loro terra è l’unico modo per essere felici?
Il regista parla del film che in qualche modo rispecchia la sua generazione:
C’è un notevole senso di spaesamento nella mia generazione e della difficoltà a trovare un lavoro stabile. Anche l’istituzione della famiglia vive un periodo di evidente ri-definizione. Banat (il viaggio) parla di questa generazione che vede i confini europei come una soglia da attraversare per cercare altre opportunità. Ma che contestualmente vive l’inevitabile senso di spaesamento dettato dal distacco dalle proprie radici, che provo io stesso, che ho lasciato l’Italia da molti anni per vivere e lavorare in diversi paesi.
A seguire trovate anche tre clip con scene tratte dal film e una locandina ufficiale.
Banat – Il viaggio: unico italiano alla 30.a Settimana Internazionale della Critica
La generazione dei trentenni in crisi economica, sentimentale e sociale arriva a stravolgere anche le consuetudini del flusso migratorio del nostro paese, spostandosi dall’Italia alla Romania con Banat (il viaggio), l’opera prima di Adriano Valerio e l’unico film italiano in competizione alla 30.a Settimana Internazionale della Critica della 72. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Un viaggio migratorio al contrario focalizzato sul senso di spaesamento di una coppia di giovani italiani che lasciano Bari per la fertile Banat, la regione occidentale rumena che da nome al film e alla resistenza simbolica di tanti giovani costretti a cercare lavoro e fortuna lontano dall’Italia, come lo stesso regista che vive da dodici anni in Francia.
Il viaggio dell’agronomo Ivo (Edoardo Gabbriellini) che accettando un’offerta di lavoro in Romania, lascia il suo alloggio in affitto, nell’appartamento dell’eccentrica Signora Nitti (Piera Degli Esposti), alla nuova inquilina Clara (Elena Radonicich), reduce da una difficile storia d’amore.
Una volta perso il suo lavoro in un cantiere navale, però anche Clara decide di raggiungere Ivo a Banat, condividendone lo spaesamento in una terra straniera, insieme all’incertezza del futuro e l’inizio dell’amore tra di loro. L’esilio dalla loro terra è l’unico modo per essere felici?
Bisogna aspettare ancora un po’ per conoscere la risposta di Adriano Valerio che ha scritto il film con Ezio Abbate, selezionato dal Jerusalem Film Lab e dal Forum di co-produzione Euro Mediterraneo (promosso dalla Regione Puglia con Apulia Film Commission) e girato tra l’Italia, la Romania, la Bulgaria, la Macedonia e qualche inquadratura anche in Grecia a ritmo serrato per finire tutto in tempo per Venezia.
Banat (il viaggio) è prodotto da Mario Mazzarotto, Emanuele Nespeca per Movimento Film con Rai Cinema, in co-produzione con Ada Solomon (Parada Film), Ivan Tonev (Ars Digital) e Dimitar Nikolov (Kt Film and Media), riconosciuto di interesse culturale con il contributo economico del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, realizzato con il contributo della Apulia Film Commission, sviluppato con il contributo del Programma Media.
Il film è l’unico italiano in competizione alla 30.a Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia, la sezione indipendente organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici italiani e dedicata alle opere prime della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre 2015.
Banat (Il viaggio): Note di regia
Come ci sono finiti Ivo e Clara su una spiaggia deserta sul Mar Nero? Sembrano chiederselo mentre, stretti in un abbraccio, osservano il mare piatto.
Vorrei che anche il pubblico si ponesse la stessa domanda. Che si interrogasse sul motivo che ha spinto due trentenni italiani intraprendenti, capaci, determinati, a trovarsi a 1400 Km da casa, su quella fredda spiaggia, per cercare un po’ di felicità professionale e sentimentale.
In un’epoca in cui l’Italia è vista come terra dei miracoli da migranti che arrivano dall’Est e dall’Africa, Banat (il viaggio) racconta il percorso di due immigrati al contrario, verso la Romania.
C’è un notevole senso di spaesamento nella mia generazione. Un sempre meno frequente senso di appartenenza alle cosiddette “shell institutions” come la chiesa ed i partiti politici. La difficoltà a trovare un lavoro stabile. Anche l’istituzione della famiglia vive un periodo di evidente ri-definizione. In pochi decenni i cambiamenti sono stati così rapidi da ridurre al minimo i punti di riferimento. Al contempo le compagnie low cost e il programma di studi Eramus così come i bandi di mobilità dell’Unione Europea offrono la possibilità di cercare delle soluzioni all’estero. Banat (il viaggio) parla di questa generazione che vede i confini europei come una soglia da attraversare per cercare altre opportunità. Ma che contestualmente vive l’inevitabile senso di spaesamento dettato dal distacco dalle proprie radici, che provo io stesso, che ho lasciato l’Italia da molti anni per vivere e lavorare in diversi paesi.
Ivo e Clara sanno bene che la loro avventura ha qualcosa di folle. Ma sono anche consapevoli che questo viaggio permette loro di immaginare un futuro diverso, di prendere la distanza da tutto quello che li circondava e sembrava scorrere con nefasta naturalezza.
Anche quando mille complicazioni rivelano l’ingenuità e la fragilità delle sue aspettative, Ivo non vuole abbandonare il suo sogno.
Continua a immaginarsi delle mele in quel pometo spoglio, infreddolito e mezzo devastato.
E fino all’ultimo tenterà di convincere anche Clara a fermarsi con lui.
La sceneggiatura di Banat (il viaggio) nasce dalla storia vera di un amico che decise di coltivare mele in Romania, cogliendo un’opportunità nata per caso. E si ritrovò a fare il piccolo imprenditore, in una terra che gli avevano raccontato essere meravigliosa. Ho passato diverse settimane in Romania, nel Banat, per ricercare luoghi e volti che potessero prestarsi a questo racconto.
Nonostante la drammaticità che sottende la storia dei personaggi, ho provato a raccontare l’avventura di Ivo e Clara anche con un tono leggero.
Un registro che sappia far emergere tra le trame del dramma il senso dello humor dei personaggi principali e secondari ed una comicità che nasce dalla sensazione di straniamento che caratterizza molti passaggi di questa storia.
Proprio la parola straniamento è quella che meglio illustra le mie intenzioni riguardo la messa in scena di molte situazioni, in cui i toni della commedia emergono naturalmente dall’inusualità delle circostanze e dal rapporto tra i personaggi e l’ambiente circostante, secondo la lezione di alcuni registi nord europei come Aki Kaurismäki e Dagur Kári.
Perché a salvare i nostri personaggi sospesi tra questo e quel mondo, in fondo, non potrà che essere un po’ di sana ironia.
Adriano Valerio
Via | SIC