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Bassifondi: trailer e trama del film di Trash Secco al cinema dal 15 giugno

Tutto quello che c’è da sapere su “Bassifondi”, il fillm duro, poetico e visionario di Trash Secco, scritto dai fratelli D’Innocenzo , al cinema a partire dal 15 giugno.

14 Giugno 2023 13:36

Dopo la tappa alla Festa del Cinema di Roma 2022 (sezione Freestyle), dal 15 giugno nei cinema d’Italia con Cloud9 Bassifondi, esordio sul grande schermo di Bassifondi. Trash Secco, al secolo Francesco Pividori, artista e videomaker per Achille Lauro, Marracash, Ketama 126, esordisce con un film scritto da Damiano e Fabio D’Innocenzo (Favolacce). Ne sono protagonisti due senzatetto, Romeo (Gabriele Silli) e Callisto (Romano Talevi), che vivono tra ratti e nutrie sotto un ponte, in una Roma in “decomposizione cromatica”.

Bassifondi – Trama e cast

La trama ufficiale: Romeo (Gabriele Silli) e Callisto (Romano Talevi) sono due senzatetto che abitano sugli argini del Tevere, al centro di Roma. Fisicamente e caratterialmente opposti, vivono di espedienti quotidiani, ma i loro modi distruttivi e ostili verso la società “al di sopra” del fiume creano situazioni di costante conflitto. Immersi in una spirale discendente di follia negativa, il loro rapporto cambia quando Romeo si ammala e Callisto lo accudisce dimostrando il suo profondo affetto.

Bassifondi – Trailer e video

Curiosità sul film

  • “Bassifondi” nasce da un racconto che Trash Secco ha scritto 15 anni fa e che è focalizzato sull’amore tra fratelli. Un amore viscerale, simbiotico che il regista, nella vita reale, ha con suo fratello e che ha trovato una amplificazione in Fabio e Damiano D’Innocenzo che sono gemelli. Questo rapporto così stretto che può essere tanto pesante quanto rassicurante nella vita quotidiana, esiste tra Callisto e Romeo accomunati non da un legame di sangue, ma dalla condivisione di una quotidianità disperata. La malattia di Romeo è incurabile, forse, ma non c’è possibilità per loro di scoprirlo. Queste due figure vivono in una situazione di delirio e paura, nella quale la possibilità di un destino diverso non viene neanche contemplata.
  • “Le persone che vivono per strada per scelta, se scelta è, o per condizione forzata, vivono fuori dal tempo, in un tempo loro, cristallizzato, che non coincide con la realtà. Non sono sulle stesse frequenze del mondo reale. E quando Romeo si ammala, gravemente, di una malattia che lo colpisce agli occhi, viene curato da Callisto con l’amore. Terapie inventate solo per farlo stare tranquillo e concedergli un po’ di sollievo negli ultimi giorni di vita”, dice il regista.
  • Le riprese sono durate quattro settimane, due girate sulle sponde del Tevere e due nella Roma di sopra.
  • Nelle prime due settimane, la sensazione era quella di girare dentro un teatro di posa; anche la sceneggiatura favoriva questa attitudine “teatrale” perché concentrata sul rapporto tra i due protagonisti, scavando nella loro intimità. Le riprese per le strade di Roma, invece, raccontano di un’esperienza completamente diversa, molto frenetica, caotica.
  • “Abbiamo scelto di girare sulle rive del fiume Tevere perché è li che vive la maggior parte degli homeless romani. La nostra dirimpettaia, infatti, era una ragazza che viveva in una tenda, alla quale portavo spesso i cestini in avanzo e, fatalità, aveva avuto da poco una cecità improvvisa come Romeo”, racconta il regista.
  • Nelle quattro settimane di riprese troupe e cast hanno costruito un rapporto molto stretto con gli homeless della zona. La giornata era scandita da appuntamenti fissi: arrivavano i cestini della produzione e si dividevano con loro, vita reale e fiction. hanno imparato a convivere. Spesso alcuni si fermavano su una panchina a commentare le scene che si giravano e quando sentivano i dialoghi così accesi e spesso violenti si rispecchiavano molto e ridevano divertiti.
  • Le scene con gli animali sono state fondamentali nel film. Sono stati usati animali addestrati e fauna locale. Ogni animale ha una valenza metaforica, oltre che essere la testimonianza del degrado ambientale cittadino.
  • Da segnalare che la “pianta-moto” che Romeo e Callisto raccolgono per strada, come pure le installazioni che si vedono nella scena finale sott’acqua, sono opere di Gabriele Silli, uno dei due protagonisti del film. Sono stati usati anche altre opere e costumi che sono frutto di collaborazioni con vari artisti, la “giacca corallo” che Callisto toglie al ragazzo è stata fatta da Jbrock e Gabriele Silli, mentre le altre giacche disegnate a mano sono del regista stesso, e i manifesti in giro per Roma sono del Collettivo 900.
  • Trash Secco, è sempre stato attratto da queste figure ‘mitologiche’ dei senza tetto, persone che vivono per strada, senza casa, senza alcuna ‘sicurezza’ rispetto alla maggior parte della gente. Libertà o condanna? Certamente c’è una fascinazione per queste persone, una estetica di base che esce prepotentemente da Bassifondi, che attrae, incuriosisce, e porta a volere bene a Callisto e Romeo, nonostante loro non dimostrino alcun interesse verso gli altri se non per poter sopravvivere. Romeo ha dei figli, una famiglia, ma loro si sono scordati di lui e lui e Callisto si sono scordati del mondo. Eppure non ci si salva da soli, e forse nemmeno in due.

Note di regia


Quella raccontata in “Bassifondi” è una storia d’amore fuori dagli schemi, un amore fraterno, un’indissolubile dipendenza affettiva l’uno dall’altro; una coesione d’intenti fatta di autolesionismo e nichilismo che porterà i protagonisti ad affondare sempre più, dalla civiltà fatta di palazzi fino allo sprofondare negli abissi del proprio IO. Il torbido fiume, la triste coscienza di se stessi è l’unica cosa di cui possono essere fieri i nostri due senzatetto. L’unica cosa che possiedono sono proprio loro due, e la loro relazione morbosa.

La saggia scelta degli sceneggiatori (i fratelli D’Innocenzo) è stata quella di rimanere costantemente, quasi ossessivamente, concentrati sui due protagonisti, senza staccare mai gli occhi da loro – come se gli altri personaggi che orbitano loro attorno fossero degli “oggetti” più che delle persone, con i quali i due si scontrano, che urtano, contro cui rimbalzano, tornando però sempre sui propri passi, rientrando nel proprio percorso tortuoso verso la morte.

Di sfondo, abbiamo una Roma oscura dai colori acidi, di un giallo acre quasi tendente al verde muffa, come in decomposizione
cromatica, amara da digerire per loro (i personaggi) e per gli occhi dello spettatore, condita di personaggi rozzi, brutti, sciatti, che di riflesso incidono nella miseria esistenziale dei due homeless che le orbitano dentro. E’ proprio in questo paesaggio arido, folle e tragico che troveremo spazio per un finale commovente, che ci rende quasi colpevoli di aver giudicato con il nostro sguardo quello che abbiamo visto, riuscendo invece ad empatizzare con i nostri due senzatetto.

Trash Secco – note biografiche

Trash Secco (Photo by Daniele Venturelli/WireImage)

Trash Secco al secolo Francesco Pividori nasce a Roma nel 1989, artista che spazia dalla pittura alla regia, lavora come videomaker e direttore artistico con artisti musicali come Achille Lauro, Marracash e Noyz Narcos. Nel 2012 crea la sua prima opera indipendente, uno scioccante mockumentary che diventerà virale sul web “Nefasto: er mostro de zona”.

Filmografia: 2012- documentario: Nefasto er mostro de zona (uscito esclusivamente sul web) 2022 – Bassifondi

Gabriele Silli (Romeo) – note biografiche

Gabriele Silli è nato a Roma nel 1982 dove vive e lavora. Ha studiato filosofia e si è laureato con una dissertazione sulla “Teoria dei Simulacra in Lucrezio”. Nel 2004 ha fondato con Giacomo Sponzilli e Carlo Gabriele Tribbioli il collettivo artistico Mastequoia. La sua opera artistica, di impronta pittorica, spazia fra scultura, performance e assemblaggio. Le sue opere sono state esposte in prestigiose gallerie d’arte nel mondo. Nel 2021 Gabriele Silli debutta come attore protagonista in “Re Granchio” di Alessio Rigo de Righi e Matteo Zoppis, presentato alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, calorosamente accolto dalla critica.

Romano Talevi (Callisto) – note biografiche

Romano Talevi è nato a Roma nel 1957. Proprio qui, nelle strade della capitale, ha sviluppato una vera e propria passione per il mondo della recitazione, tanto da averne poi fatto il suo lavoro, dopo aver frequentato l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico. La sua carriera inizia con il debutto al teatro Eliseo al fianco di Alberto Lionello nello spettacolo “Divorziamo” diretto da Mario Ferrero. Nel 1992 è arrivato anche il debutto sul grande schermo con il film “L’anno prossimo vado a letto alle dieci”, seguito nel 2001 dalla prima regia teatrale nell’opera “Riccardo III” di Shakespeare. Nel corso della sua carriera ha collaborato con personaggi importanti come Mariano Rigillo e Renzo Montagnani; in teatro ha recitato con attori del calibro di Giacomo Colli, Maurizio Panici, Ennio Coltorti e Ileana Ghione. Nel 2013 Talevi è autore e attore dello spettacolo teatrale “Sabbie”, un omaggio a Ilaria Alpi, giornalista del TG3, morta a Mogadiscio 20 anni prima. Nel 2020 diventa noto al grande pubblico per il personaggio dello scienziato pazzo nel programma di Paolo Bonolis “Avanti un altro” in onda su Canale 5.

Bassifondi – foto e poster

Foto di Angelo Turetta