Bella e perduta: L’Italia di Pulcinella a Locarno 2015
Viaggio nel paese di Pulcinella, con un Sarchiapone da salvare, in concorso al Festival del Film di Locarno 2015, 5-15 agosto 2015
Nel ricco (ricchissimo) programma di anteprime della 68esima edizione del Festival del Film di Locarno c’è anche il viaggio nell’Italia “Bella e perduta” di Pietro Marcello, l’unico film italiano ad arrivare in concorso al Festival svizzero, con un servo sciocco e vitale come il Pulcinella interpretato da Sergio Vitolo.
Una maschera ribelle e irriverente della tradizione Campana, archetipo di vitalità in bilico tra il mondo dei vivi e dei morti che dalle viscere del Vesuvio arriva nelle Campania dei giorni nostri, per esaudire le ultime volontà di Tommaso (Tommaso Cedrone), il pastore e custode della Reggia di Carditello che desidera mettere in salvo un giovane bufalo (campano) Sarchiapone (che ha la voce di Elio Germano).
Nella residenza borbonica abbandonata nel cuore della terra dei fuochi, Pulcinella trova il bufalotto e portandolo con sé verso nord, i due ‘servi’ intraprendono il lungo viaggio nell’Italia “bella e perduta” che non finirà con quello che speravano di trovare.
Il film diretto da Pietro Marcello e scritto con Maurizio Braucci, è prodotto da Avventurosa con Rai Cinema in associazione con Mario Gallotti, in collaborazione con Fondazione Cineteca di Bologna e Istituto Luce Cinecittà che lo distribuisce anche al cinema, è riconosciuto di interesse culturale con il sostegno di MiBACT – DG Cinema e sarà presentato in anteprima come unico film italiano in Concorso Internazionale al Festival di Locarno 2015.
Bella e perduta: Note di regia
«Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella.
Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola – perché di favola si tratta – di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato, ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, Bella e perduta – nato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà.
Carditello è l’emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, dell’orfano che non si arrende a un meccanismo incancrenito di distruzione e disfacimento; e allo stesso tempo questa storia così radicata nella Storia del nostro Paese indaga un tema, quello del rapporto tra uomo e natura, mai così universale, a ogni latitudine»
Pietro Marcello
Via | Avventurosa Film Production