Belli di Papà: 5 clip e video backstage con Francesco Facchinetti
Belli di Papà: video, trailer, poster, immagini e tutte le informazioni sulla commedia con Diego Abatantuono e Francesco Facchinetti nei cinema italiani dal 29 ottobre 2015.
Ha debuttato nei cinema la commedia Belli di Papà con protagonista Diego Abatantuono nei panni di un padre che farà letteralmente i salti mortali per far maturare la sua prole di “figli di papà” incapaci di confrontarsi con qualsiasi cosa che includa il lavorare e guadagnarsi la pagnotta.
Oggi vi proponiamo 5 clip con scene tratte dal film che ricordiamo inlcude il debutto sul grade schermo di Francesco Facchinetti qui nei panni di un cialtronesco PR che pensa di svoltare impalmando la figlia del personaggio di Abatantuono. Insieme alle clip c’è anche un video backstage che ci porta sul set del film per un giorno di riprese con Francesco Facchinetti.
Il regista Guido Chiesa ci racconta il film:
Il film è la cronaca di una messinscena a fin di bene architettata da Vincenzo Liuzzi (Abatantuono), un ricco industriale milanese, figlio di emigrati pugliesi. Vedovo con tre figli tra i 20 e i 25 anni: Matteo (Andrea Pisani), Chiara (Matilde Gioli) e Andrea (Francesco Di Raimondo) che sono superficiali, viziati e spendaccioni. Il socio di Abatantuono, Giovanni Guida (Antonio Catania), ricorda spesso a Vincenzo che, qualora lui avesse una disgrazia, i tre figli prenderebbero in mano le redini dell’azienda in quanto cointestatari.
Quando Vincenzo è vittima di un lieve malore, l’industriale racconta ai tre di aver avuto un infarto, nella speranza di scuoterli dal loro stile di vita. Ma i ragazzi non mutano di una virgola il loro atteggiamento. Vincenzo decide allora di mettere in atto un piano per “riportarli alla realtà” e dare una direzione diversa alle loro vite: fa credere loro che il suo socio è fuggito all’estero lasciando un “buco” enorme e che lui e i figli stanno per essere arrestati per bancarotta. Tutti i conti e le carte di credito della famiglia sono stati bloccati, impossibile ogni fuga all’estero. L’unica chance a loro disposizione è quella di darsi alla latitanza. Come nascondiglio, Vincenzo sceglie la sua fatiscente casa natale nella città vecchia di Taranto, dove nessuno si sognerà mai di andare a cercarli. Ovviamente si tratta di un trucco, ma i ragazzi ci cascano e, come prevedibile, sono sconvolti. Anche perché il padre li informa che, per sopravvivere, dovranno cominciare a fare qualcosa che non hanno mai fatto in vita loro: lavorare.
Costretti dalle circostanze, i tre si mettono alla ricerca di un mestiere e, attraverso un salutare bagno di umiltà, rivelano col tempo, ognuno in modo diverso, notevoli capacità di adattamento e iniziativa. Vincenzo è soddisfatto dalla svolta che è riuscito a imprimere alle loro vite. Ma qualcosa inizia a mettere in crisi il suo piano: da un lato, il padre scopre aspetti e problemi dei figli che ignorava del tutto; dall’altro, quel che è peggio, loro scoprono alcuni segreti che Vincenzo non avrebbe mai voluto rivelare. Insomma, poco a poco, il padre si rende conto che tutti i problemi dei figli, inclusi quelli per cui ha orchestrato la messinscena della bancarotta, hanno un’origine che lo riguarda molto da vicino…”.
Il tutto naturalmente è raccontato con i toni della commedia, non solo per i meccanismi, ma anche per la storia, i personaggi e
l’ambientazione, nel solco di una certa commedia italiana capace di far divertire, ma anche riflettere, emozionare, persino commuovere.
Oppure, per certi versi, se si guarda al mondo anglosassone, a me ha
fatto venire in mente titoli recenti come “Little Miss Sunshine” o “Ti spaccio la famiglia”. Ogni tanto mi sembrava di stare girando una sorta di farsa morale in una provincia pugliese che somigliava al Texas…
Belli di Papà: trailer e poster del film con Diego Abatantuono e Francesco Facchinetti
Il prossimo 29 ottobre arriva nelle sale Belli di papà, la commedia diretta da Guido Chiesa che vede il veterano Diego Abatantuono guidare un cast di “nuove leve” che include Francesco Di Raimondo, Matilde Gioli, Andrea Pisani, Marco Zingaro e Francesco Facchinetti al suo debutto su grande schermo. Il cast è completato da Barbara Tabita e Antonio Catania.
Trailer promettente per una commedia che parla di un terzetto di “figli di papà” costretti a rimboccarsi le maniche dopo che il papà vedovo, stufo di vederli poltrire ad oltranza, li costringerà con un escamotage a sopravvivere nel mondo reale, quello fatto di duro lavoro, guadagnarsi il pane e bollette da pagare a fine mese. Riuscirà il disperato papà a trasformare tre aspiranti parassiti in umili e indefessi lavoratori?
Il regista Guido Chiesa oltre a diversi documentari ha diretto la miniserie tv Quo vadis, baby? e i film Il partigiano Johnny, Lavorare con lentezza e Io sono con te. Belli di papà è un rifacimento della dark comedy messicana “Nosotros Los Nobles” di Gary Alazrak.
La trama ufficiale:
Un padre può mantenere cento figli, ma tre figli riuscirebbero a mantenere un padre? Vincenzo è un imprenditore di successo. Vedovo, rimasto improvvisamente solo, deve badare a tre figli ventenni, Matteo, Chiara e Andrea, che rappresentano per lui un vero e proprio cruccio. I ragazzi vivono, infatti, una vita piena di agi, ma senza senso e soprattutto ignari di qualsiasi responsabilità, con una quotidianità leggera, lontana dai doveri e dalla voglia di guadagnarsi la vita. Vincenzo tenta perciò di riportarli alla realtà: una messinscena con cui fa credere ai figli che l’azienda di famiglia stia fallendo per bancarotta fraudolenta. Sono perciò costretti ad un’improvvisa fuga degna di veri latitanti. I quattro si rifugiano in una vecchia e ormai malconcia casa di famiglia in Puglia. Per sopravvivere, Chiara, Matteo e Andrea dovranno cominciare a fare qualcosa che non hanno mai fatto prima: lavorare.
Diego Abatantuono racconta come è stato coinvolto nel progetto:
I produttori di Colorado Film Maurizio Totti e Alessandro Usai mi avevano parlato del film messicano “Nosotros Los Nobles”, di cui avevano acquistato i diritti per un rifacimento e per cui pensavano potessi essere l’interprete ideale. Dopo aver visto la commedia originale e aver letto il copione che ne è stato tratto, ho visto confermate la loro tesi. Mi sembrava una bella idea, un film dalle caratteristiche importanti che poteva affrontare temi grandi e sempre attuali come la famiglia, la ricchezza, la povertà, il lavoro, i sacrifici. Io e quelli della mia generazione, nati nel dopoguerra, in confronto ai nostri genitori e nonni siamo stati dei privilegiati, poi in seguito abbiamo cercato di agevolare il più possibile i nostri figli (certe volte anche troppo, tutti vogliono tenerli nella bambagia..) e molti sono diventati ragazzi un po’ viziati: nella nostra storia c’è una voglia di ricondurre i tre giovani protagonisti alla realtà passando attraverso l’esperienza del lavoro e della fatica; il tutto ovviamente raccontato in una chiave divertente”.
Francesco Facchinetti qui è al suo esordio sul grande schermo dopo un cameo sui generis interpretato in un episodio della serie tv “L’ispettore Coliandro” in cui vestiva nei panni di un killer psicopatico. Facchinetti parla del suo personaggio, il cialtronesco P.R. qurantenne Loris:
E’ un pr di 40 anni che ha costruito il suo lavoro raccontando un mare di cazzate.. come fanno spesso tanti pr, è un imbonitore, un incantatore con l’eterno sorriso sulle labbra. Nella finzione scenica è il pr più celebre della vita notturna italiana, ha ottenuto per questo motivo la copertina di un noto settimanale, si sente “figo”, racconta a tutti di essere di origini nobili e tra le varie persone che riesce a circuire c’è la figlia del ricco imprenditore Vincenzo Liuzzi con la quale si è fidanzato. Vincenzo ha capito che Loris è un evidente scorretto, prova inutilmente a spiegarlo a sua figlia per metterla in guardia ma lei non vuole credergli e asseconda il suo presunto sogno d’amore mentre il furbo fidanzato sogna solo di sposarla per sistemarsi definitivamente. Quando la famiglia di Chiara sarà costretta a rifugiarsi in Puglia a causa di un presunto disastro economico Loris riesce a sapere che è stato il padre della sua ragazza ad inscenare la fuga per dare una lezione ai figli. Va quindi a minacciarlo di rivelare tutto perché è abile con la dialettica e Vincenzo alla fine dovrà sottostare al suo gioco sino ad un colpo di scena finale che non va rivelato. A mio parere il film non è un atto d’accusa per i figli sfaticati, ma credo che se i ragazzi oggi sono viziati e non hanno spirito d’iniziativa non sia colpa loro, ma dei genitori che li hanno educati a stare troppo comodi; questo capita non solo nelle famiglie benestanti ma anche in quelle più modeste: i figli che vengono fatti crescere nella bambagia non combineranno mai niente nella vita”.