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Stasera in tv: “Belli di Papà” su Canale 5

Canale 5 stasera propone “Belli di papà”, commedia del 2015 diretta da Guido Chiesa e interpretata da Diego Abatantuono, Andrea Pisani, Matilde Gioli, Marco Zingaro e Francesco Facchinetti.

pubblicato 11 Dicembre 2018 aggiornato 27 Agosto 2020 23:45

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Cast e personaggi

Diego Abatantuono: Vincenzo Liuzzi
Andrea Pisani: Matteo
Matilde Gioli: Chiara
Marco Zingaro: Rocco
Uccio De Santis: Luca
Umberto Sardella: Rosario
Francesco Facchinetti: Loris Dettori Maggi
Antonio Catania: Giovanni Guida
Alessandro Genovesi: Rettore Casotti
Valeria Perri: Serena
Francesco Di Raimondo: Andrea
Nicolò Senni: Carlo
Barbara Tabita: Anna
Nicola Nocella: Ferdinando

 

Trama e recensione

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Un padre può mantenere cento figli, ma tre figli riuscirebbero a mantenere un padre”? Vincenzo è un imprenditore di successo. Vedovo, rimasto improvvisamente solo, deve badare a tre figli ventenni, Matteo, Chiara e Andrea, che rappresentano per lui un vero e proprio cruccio. I ragazzi vivono, infatti, una vita piena di agi, ma senza senso e soprattutto ignari di qualsiasi responsabilità, con una quotidianità leggera, lontana dai doveri e dalla voglia di guadagnarsi la vita. Vincenzo tenta perciò di riportarli alla realtà: una messinscena con cui fa credere ai figli che l’azienda di famiglia stia fallendo per bancarotta fraudolenta. Sono perciò costretti ad un’improvvisa fuga degna di veri latitanti. I quattro si rifugiano in una vecchia e ormai malconcia casa di famiglia in Puglia. Per sopravvivere, Chiara, Matteo e Andrea dovranno cominciare a fare qualcosa che non hanno mai fatto prima: lavorare.

 

 

Dichiarazioni cast e regista

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Il regista Guido Chiesa parla del film: “Quando ho iniziato a collaborare con la Colorado film – dirigendo la serie tv “Quo vadis baby” (2008) – Maurizio Totti mi ha chiesto se fossi disponibile a dirigere anche film più orientati verso il mercato, rispetto a quelli drammatici, “difficili”, che avevo realizzato fino a quel momento. Infatti oggi certamente lo spazio per quel tipo di film si è certamente assottigliato, a tutto vantaggio delle commedie. Non avevo nessuna preclusione verso questo genere, ma, non essendomi mai cimentato in una commedia, capivo che ci fosse qualche perplessità. Quando la scorsa primavera, Totti mi ha proposto di dirigere questa storia, prima di dargli una risposta ho chiesto di poter vedere il film messicano campione d’incassi a cui è ispirata, “Nosotros Los Nobles” di Gary Alazraki e ho trovato la storia decisamente interessante. Ancor di più, ho trovato il soggetto ricavato da Giovanni Bognetti per la versione italiana veramente intrigante, più incisivo e ben calato nel contesto del nostro Paese. Quando poi mi sono messo a lavorare con lui sulla sceneggiatura, ho puntato ad ampliare proprio il rapporto genitori/figli, un argomento che è sempre di attualità e che, in quanto padre di tre figli, ho sentito molto vicino. Un tema che è già stato affrontato innumerevoli volte, ma che qui trova una declinazione inedita, perfetta per una commedia. “Belli di papà” ha l’ambizione di essere un film divertente e profondo, che analizza, da un certo punto di vista, un dibattito generazionale, in cui non si prende le parti di nessuno, ma si rappresenta il contesto, le difficoltà, i problemi, le vittorie e gli errori di entrambi, genitori e figli.

 

Diego Abatantuono racconta come è stato coinvolto nel progetto: “I produttori di Colorado Film Maurizio Totti e Alessandro Usai mi avevano parlato del film messicano “Nosotros Los Nobles”, di cui avevano acquistato i diritti per un rifacimento e per cui pensavano potessi essere l’interprete ideale. Dopo aver visto la commedia originale e aver letto il copione che ne è stato tratto, ho visto confermate la loro tesi. Mi sembrava una bella idea, un film dalle caratteristiche importanti che poteva affrontare temi grandi e sempre attuali come la famiglia, la ricchezza, la povertà, il lavoro, i sacrifici. Io e quelli della mia generazione, nati nel dopoguerra, in confronto ai nostri genitori e nonni siamo stati dei privilegiati, poi in seguito abbiamo cercato di agevolare il più possibile i nostri figli (certe volte anche troppo, tutti vogliono tenerli nella bambagia..) e molti sono diventati ragazzi un po’ viziati: nella nostra storia c’è una voglia di ricondurre i tre giovani protagonisti alla realtà passando attraverso l’esperienza del lavoro e della fatica; il tutto ovviamente raccontato in una chiave divertente”.

 

Francesco Facchinetti parla della sua esperienza sul set: “Diego Abatantuono per me ha sempre rappresentato una figura mitologica.. l’ho seguito fin da quando ero piccolo come un fan sfegatato e a un certo punto mi son ritrovato “on stage” con il mio mito! Ho lavorato in tanti mondi e contesti artistici diversi, alla radio e in tv e ho scritto dei libri, collaboro con tanti talenti e sono contornato da persone che agiscono nell’ambito artistico e posso dire che nel cinema è ancora rimasta quella poesia che altri universi hanno perso da tempo. Il cinema è poetico, ti permette di condividere degli spazi insieme, ci si incontra, ci si confronta, ti fa vivere ritualità come quelle di una volta, c’è un gioco di squadra determinante. Quando parte il set c’è magia…”.

 

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