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Berlino 2012: la recensione e una clip di Jayne Mansfield’s Car

Billy Bob Thornton torna alla regia con un dramma ambientato nell’Alabama nel 1961. Nel cast Robert Duvall, John Hurt e Kevin Bacon.

pubblicato 14 Febbraio 2012 aggiornato 1 Agosto 2020 03:59


Ieri è stato l’atteso giorno di Billy Bob Thornton alla Berlinale 2012: l’attore statunitense è tornato dopo tanti anni dietro alla telecamera per dirigere Jay Mansfield’s Car, un film che si appoggia su un cast d’eccezione con John Hurt, Robert Duvall e Kevin Bacon oltre allo stesso Thorton.

Si tratta di una grande saga famigliare, perfettamente riuscita, che ha regalato al pubblico del festival berlinese due ore veramente catartiche, in un programma in cui è stato fino ad ora difficile sedersi al cinema e non accorgersi nemmeno del tempo che passa.

La vicenda si svolge in Alabama nel 1961 e contiene tutti gli ingredienti del cinema ambientato nel sud degli stati uniti: la servitù di colore, un discreto numero di eccentrici, un patriarca duro e un paio di adolescenti sensibili. È una commedia drammatica generazionale in cui si scontrano generazioni che hanno preso parte a due guerre distinte: il patriarca reduce della seconda guerra mondiale, i figli marcati, dalla seconda guerra mondiale e dalla guerra in vietnam.

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Il conflitto passa presto in secondo piano quando la famiglia (le cui generazioni convivono in una grande casa coloniale) riceve una chiamata dall’Inghilterra. Il patriarca Jim Caldwell, Robert Duvall, apprende che la sua ex moglie, sposata in Inghilterra con un altro uomo, Kingsley Bedford (John Hurt). Gli eventi successivi sono determinati dalla ultima volontà della defunta, che ha chiesto di essere sepolta in Alabama. Per compiere il suo desiderio i Bedford, padre, e figli, viaggiano negli Stati Uniti e si incontrano con l’altra famiglia e in particolare con i due figli: l’hippy Carrol (Kevin Bacon) e il traumatizzato Skip (Thornton).

Presto dal confronto delle due famiglie nasceranno situazioni esilaranti come momenti commoventi intessuti sull’intreccio di nuove relazioni che si stringono tra i componenti delle due famiglie. Il film racconta un momento catalizzatore nella città di Caldwell, di fronte all’arrivo degli inglesi che se ne andranno così come sono venuti.

Jayne Mansfield's Car_FILM

Jayne Mansfield è una popolare stella del cinema degli anni Cinquanta morta in un tragico incidente d’auto nel 1967. I protagonisti visitano i resti della sua automobile distrutta in una fiera di paese e la visione scatena in loro una serie di riflessione sulla morte.

Tutti i personaggi appaiono credibili, e il solo fatto di poter vedere insieme recitare quattro mostri sacri è una ragione sufficiente per consigliare vivamente questo film. Ma c’è di più: una sincerità di fondo, la constatazione amara del fatto che tutte le generazioni sono accomunate dal solo fatto di aver tutti partecipato in guerre lontane dagli stati uniti, la leggerezza dei dialoghi che sanno non essere mai scontati o retorici su temi che già sono stati trattati migliaia di volte e l’ambientazione in un sud caldo, nostalgico, lontano da tutto, che funziona come cassa di risonanza perfetta agli eventi messi in scena, tutti questi ingredienti rendono il film importante.

Billy Bob Thornton, come ha confermato oggi in occasione della prima mondiale, non è solo un attore formidabile, ma anche un grande narratore. Già regista di All the pretty Horses e Sling Blade, che nel 2001 ha vinto un oscar per la migliore sceneggiatura, è tornato a dirigere perché era stanco di lamentarsi della situazione del cinema negli Stati Uniti e ha deciso di passare all’azione, secondo quanto ha spiegato in conferenza stampa. Dice che continuerà a farlo se avrà l’occasione. Speriamo che sia così.

Voto di Laura Lucchini: 8

Jayne Mansfield’s Car (Usa 2011 – Drammatico – 122 min.) di Billy Bob Thornton con John Hurt, Kevin Bacon, Ray Stevenson, Robert Duvall, Billy Bob Thornton, Frances O’Connor, Robert Patrick, Shawnee Smith, Katherine LaNasa, Marshall Allman. Ancora sconosciuta per ora l’eventuale data di uscita in Italia.

Una clip dal film:

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