Biancaneve e il Cacciatore: c’era (ancora) una volta…
L’omaggio di Andrea Lupo di Cineblog alla nuova Biancaneve di Kristen Stewart e alla Regina Cattiva di Charlize Theron
“Specchio specchio, delle mie brame… chi è la (strega) più bella del reame?”
Che il male affascini più del bene, nelle favole come al cinema, è cosa nota. Ne sapeva già qualcosa Walt Disney quando nell’insuperato Biancaneve e i sette nani rendeva la sua strega cattiva molto più di una semplice nemesi del bene (e del bello); Grimilde è un esempio di stile, una malvagia dal trucco vistoso e la postura teatrale, un’icona melodrammatica e quasi trasgender, a giudicarla con occhi moderni.
A pochi mesi di distanza dall’ironico Biancaneve dove una divertita Julia Roberts prendeva in giro se stessa e il mito della bellezza sempiterna (quella conquistata al prezzo di masochistiche sedute a base di punture d’api e maschere al guano d’uccelli), ecco arrivare la seconda incarnazione del male fiabesco, la regina Ravenna di Biancaneve e il cacciatore.
Pur con l’affetto e la simpatia nutrite nei confronti della Roberts, indosso momentaneamente i panni dello specchio per eleggere, senza dubbio alcuno, Charlize Theron come strega più bella del reame cinematografico. Se Biancaneve resta sempre l’incarnazione del bene e della giovinezza inconsapevoli, la megera rappresenta la trasfigurazione malvagia e psicotica dell’ossessione di restare giovani e indimenticate.
Charlize, che quanto a bellezza è seconda a poche, indossa nel film i panni di un simulacro, una statua che si tonifica nel latte e succhia il respiro vitale dalle bocche giovani rigenerandosi in splendore e furia assassina. La sua Ravenna regale e spietata, centro di attrazione gravitazionale di un film visivamente debitore di Jackson e Del Toro, rischia già di rubare la scena a una acerba Kristen Stewart e al gagliardo cacciatore Chris Hemsworth.
Siamo tutti dalla parte del bene ma al cinema, consentiteci, la seduzione del male è fin troppo forte quando assume sembianze così magnifiche e terribili. E il rischio è quello di dissolverci con lei dentro quel stesso turbinio di corvi che inganna lo sguardo e corrompe le menti.
“E vissero tutti malvagi e contenti…”