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Bianco: intervista al regista Roberto Di Vito

“Volevo raccontare una storia di una persona che ha paura di vivere e che ha un conflitto con se stesso non sapendo a chi chiedere aiuto”.

di carla
pubblicato 18 Marzo 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 16:47

Oggi Cineblog incontra il regista Roberto Di Vito, in occasione dell’uscita in dvd del suo film Bianco, di cui potete vedere qui sopra il trailer.

1. Cominciamo subito con la domanda di presentazione. Chi è Roberto Di Vito?
Un persona visceralmente incantata dalla musica e dal cinema che sono state le mie più grandi passioni… ora forse ridimensionate. Ho cominciato a realizzare cortometraggi da adolescente in Super 8 con gli amici. Sperimentavo vari generi: comico, thriller, storie d’amore… il formato video non c’era o era agli inizi. Giravo con caricatori Super 8, facendo tutto da solo: riprese, montaggio e testi. Dopo la laurea in sociologia, con una tesi sul cinema espressionista tedesco, ho girato il mio primo corto professionale in 16mm. Un thriller di 15 minuti: “La notte del giudizio” è andato molto bene nei festival ottenendo buone recensioni e fu comprato dalla tv satellitare C.n.i. E’ stato il primo lavoro venduto. Piacque anche Pupi Avati che mi scrisse una lettera. Nel frattempo lavorando come assistente ho conosciuto registi come Luchetti, Argento, Perelli. Poi ho realizzato molti backstage pubblicitari tra cui uno sull’ultimo lavoro di Federico Fellini: Tre spot girati a Cinecittà per una la: “Banca di Roma” (ora Unicredit). Il lavoro ha vinto premi ed è stato messo in onda in Reti Rai e Mediaset. Ho avuto l’onore di conoscere il “maestro” che ha apprezzato il lavoro.

Ho anche insegnato cinema nelle scuole con un corso teorico e pratico. E’ stata un’esperienza bellissima e con il corto realizzato ho fatto vincere un premio alle classi. Ma le scuole hanno pochi soldi e poco tempo… e considerano il video un po’ inutile. Tengo a precisare che tra un lavoro ed un altro passava molto tempo. Cercavo anche persone con cui scrivere, ma è difficile trovarle, sopratutto se non pagate. Il premio più importante che ho vinto è stato il Globo D’oro (il premio della stampa estera) con un mediometraggio: “Ai confini della città” un lavoro complesso girato in 35mm con delle location particolari.

Da questo fortunato corto ho scritto una sceneggiatura che ho portato all’art.8 del ministero, ma purtroppo non è passata. Importante è stato anche lavorare per documentari sul volontariato per una tv satellitare in cui facevo tutto io: interviste, riprese, montaggio. Ho girato molti cortometraggi in quasi tutti i formati, in alcuni casi ho avuto aiuti, in altri li producevo completamente. L’unico finanziamento preso dal ministero è stato con un corto: “L’angelo” prodotto dalla Movie Factory del preciso Francesco Montini e con lo stesso protagonista di “Bianco”: l’efficace Igor Mattei. Anche L’angelo ha visto premi e partecipato a vari festival.

Ho citato solo alcuni lavori. Complessivamente penso che ho raggiunto poco rispetto ai lavori fatti e ai riconoscimenti ottenuti. Purtroppo il mio primo film me lo sono dovuto auto-produrre. Appunto Bianco.

2. Bianco è stato da te scritto, diretto, prodotto e musicato. Da dove nasce il soggetto?
Lo spunto nasce da un corto breve con lo stesso titolo: “Bianco” girato molti anni prima. anche lì c’è una persona a letto che non si riesce a muovere. Poi la storia del lungo è stata scritta tendendo conto che dovevo realizzarlo da solo senza finanziamenti e senza produzione. L’aspetto economico ha condizionato sia il soggetto che la sceneggiatura. Puoi avere la libertà di scrivere sperimentazioni o storie difficili, ma sei limitato su tutto il resto, dalle prove sul set, alle scenografie, al numero dei ciak, alla scelta dei personaggi e degli ambienti. Ringrazio anche tutta la troupe e il cast di aver partecipato con entusiasmo al progetto. Senza il loro aiuto non avrei fatto il film.

3. Nel film sono presenti moltissimi elementi bianchi, a partire dal titolo, ovviamente. Sei ossessionato da questo colore o nel film simboleggia qualcosa?
Considero il film abbastanza realistico, ma con una storia estrema e fortemente simbolica. Bianco è il colore delle bende che il protagonista ha quando riapre gli occhi “gli sembra di stare immerso all’ovatta”. E’ il colore dell’attesa, di un limbo un po’ piacevole, ma anche inquietante, simbolo del tutto, ma anche del niente, del nulla, sopratutto dell’assenza. E’ anche il simbolo della purezza del protagonista che non si è ancora sporcato con la vita… anche se per paura. Bianco è il colore delle mattonelle della sua “cella” dove, come in uno schermo, può “proiettare” i suoi sogni di paradisi irraggiungibili per volare almeno con la fantasia. Bianche sono le maschere neutre (da teatro) dei rapitori che nel finale si dissolvono nel nulla dopo aver assolto il loro “compito” nel piccolo dramma del protagonista. Ci sono altri elementi simbolici che ricorrono, l’acqua come simbolo di serenità e di vita, una voce e figure femminile rassicuranti, ma anche distanti.

4. Parlaci un attimo del cast. Dove hai trovato gli attori?
Per il cast sono stati fatti dei provini in maniera “classica”. Ho sparso la voce e ho messo annunci su internet. Però c’era il problema che non avendo budget, se non un piccolo rimborso spese, non tutti accettavano. Mentre per un corto, durando pochi giorni, puoi chiedere partecipazioni gratuite, per un lungometraggio tutto si complica. Infatti ho compresso le riprese in due sole settimane, ma questo permetteva meno scelte, meno prove e meno inquadrature. Igor aveva già fatto un corto con me e mi ero trovato bene. Mentre i ruoli dei rapitori Giovanni e Massimiliano avevano visi adatti che quelli presentato ai provini non avevano.

5. E per quanto riguarda la distribuzione? I film indipendenti fanno fatica a trovare dei distributori, tu che iter hai intrapreso?
Si fa molta fatica ad avere attenzioni e devi essere anche fortunato. Paradossalmente un film indipendente è meno difficile farlo che distribuirlo. Per un lavoro girato in video la proiezione in sala ha dei costi alti e proibitivi. (Ma sempre più sale stanno attrezzando le proiezioni per il video). Ci sono meno problemi con la distribuzione in dvd, però è sempre difficile. Il mio film ad alcuni è piaciuto ed è stato apprezzato anche dallo staff di Cecchi Gori Home video, Lorenzo Ferrari Ardicini e Michela Caldarella che hanno deciso di distribuirlo. Ma i tempi non sono stati brevi. Devo ringraziare anche l’Istituto Luce e Luciano Sovena.

6. Che voto daresti al film?
Darsi voti è imbarazzante. Scusate l’immodestia… diciamo 10 quanto il costo di 10 mila euro del film e come scommessa vinta rispetto alle condizioni di partenza. Il film ha dei limiti e nasce con forti limitazioni economiche, ma credo che arrivi il senso di smarrimento del protagonista e il suo clima di angoscia interiore. Avrei voluto girarlo in pellicola invece l’ho dovuto girare con una telecamera abbastanza economica. Spero che si nota comunque la ricerca delle immagini e dei luoghi. Pur con tutti i limiti credo di aver fatto un film originale e sincero.

7. Dietro alla storia di Bianco cosa volevi realmente raccontare?
Volevo raccontare un piccolo dramma esistenziale anche in assenza di un intreccio forte di personaggi. E’ stato un esperimento anche di scrittura. La sceneggiatura è molto minimale e accadono pochi fatti. Volevo raccontare una storia di una persona che ha paura di vivere e che ha un conflitto con se stesso non sapendo a chi chiedere aiuto. La società lo considera un invisibile, un “nessuno”, è il senso di inutilità lo avvolge creandogli angoscia. Si sente solo verso un mondo che non lo vede neanche… purtroppo non trova conforto neanche nella fede anche se la cerca. Durante il rapimento prende coscienza del suo stato d’invisibile… e si accorge che, in fondo, era “legato” anche nella sua vita normale.

8. Quali sono i tuoi registi preferiti? Qualcuno ti ha influenzato in modo particolare per Bianco?
Di registi preferiti ne ho vari e alcuni italiani ho avuto la fortuna di conoscerli: Federico Fellini, Dario Argento, Pupi Avati, Nanni Moretti. I registi stranieri invece che ho amato sono: David Lynch, Kubrick, Spielberg (Duel e Sugerland express), Lucas, Friedkin (L’esorcista e il Salario della paura). Rimasi molto colpito anche dai primi film di Carpenter che è autore anche delle colonne sonore. Per “Bianco” posso non dire che non c’è un film di riferimento…ripensandoci bene forse alcune sequenze di Thx “L’uomo che fuggi dal futuro” il primo film di Lucas del 71.

9. Qual è stato l’ultimo film visto al cinema che ti è piaciuto particolarmente?
Devo dire che sono sempre più disincantato verso la sala e il cinema. Mi entusiasmano sempre meno film. I film preferiti risalgono ad alcuni anni fa… alcuni li ho citati prima.. poi mi ha affascinato molto Mullholland Drive, mi ha divertito Little Miss Sunshine, e poi ancora sono rimasti nella mia mente film come 2001 odissea nello spazio, 8 mezzo, Casanova, Profondo Rosso, Suspiria, Ecce Bombo, Paper Moon ecc. Certe volte mi dispiaceva quando un film finiva, ora questo non capita più. Ho rivisto per caso in dvd un vecchio film che mi ha molto impressionato per il suo rigore visivo e per la sua drammaturgia, girato con pochi attori e pochi ambienti: “Anna dei miracoli” 1962 di Arthur Penn, con Anne Bancroft. Ispirato ad una storia vera.

10. Prossimi progetti?
Non so se ce la faccio a preparare, finanziare e organizzare un’altra storia a costo zero. Ho alcuni copioni che ho scritto e penso validi: uno ve l’ho accennato: il seguito del corto che ha vinto il globo d’oro “Ai confini della città” . Un altro soggetto che ho scritto rielabora delle fiabe. Ma chi li produce? Con una battuta: i finanziamenti diminuiscono e i raccomandati aumentano. Pare che c’è crisi… (ma nell’ambiente dicono spesso così) e si dice che non lavorano anche dei “nomi”. Ma intanto qualche film si fa sempre… compresi esordi recentissimi come della 25enne Farina e di Sophie Chiarello, e di attori come Ravello e personaggi tv come Pif (Spesso sono commedie… unico “genere” sopravvissuto in Italia dopo l’estinzione dei filoni western, thriller, giallo, poliziottesco, erotico, ecc…curiosamente rivalutati con successo da Tarantino). Ma questo è un altro discorso. Spero che l’uscita e la distribuzione ufficiale del dvd del mio primo film: “Bianco” dimostri le mia capacità di regia anche con basso budget e mi aiuti a trovare finanziamenti o ascolto per i miei progetti futuri. Per questo vi ringrazio dello spazio che mi avete dato.

Per ulteriori informazioni vi rimando alla pagina Facebook del film, al canale YouTube e al sito ufficiale di Roberto.