Bisio: “Mi rivedo nelle commedie in bianco e nero di Sordi”
L’attore piemontese sta girando l’ennesima commedia La gente che sta bene, al fianco di Diego Abatantuono.
Dopo ben 8 film negli ultimi 4 anni, senza contare le decine cui ha partecipato a partire dagli anni ’80, Claudio Bisio può essere considerato il Re della commedia italiana (non “all’italiana”, che era un’altra cosa) contemporanea. Certo, elencare gli otto ultimi titoli potrebbe far sorgere qualche dubbio, ma leggiamoli assieme: Ex, I mostri oggi (2009), Benvenuti al Sud, Maschi contro femmine (2010), Femmine contro maschi, Bar Sport (2011), Benvenuti al Nord e infine il nuovo Benvenuto Presidente!
Messi così, tutti in fila mettono un po’ soggezione, con la loro sequenza rassicurante di “benvenuti” e maschi al bar dello sport impegnati contro femmine dall’estetista: nonostante le dichiarazioni sempre puntuali dell’attore prima di ogni uscita, come dei registi, vedi Luca Miniero che ha diretto la saga dei Benvenuti al sud e nord, dove vengono sempre elencate con grande serietà le motivazioni profonde che hanno spinto a produrre delle commedie dissacranti e con precisi intenti satirici, si rimane sempre poi stupiti guardando i film dalla pochezza degli stessi. Nonostante i paragoni con i maestri del passato, la sempreverde volontà di castigare i difetti dell’italiano medio e gli intenti colti, si continuano a produrre innocue commediole adatte a tutta la famiglia dove su 90 minuti si riesce si e no a infilare un paio di battute caustiche, per il resto è tutto cabaret. Come in Benvenuto Presidente, che ricorda tanto alcune situazioni alla Chavy Chase o alla John Goodman (vi ricordate Sua maestà viene da Las Vegas?)
Ora Bisio ci riprova con La gente che sta bene, film di Francesco Patierno dove interpreta un avvocato milanese dalla scarsa moralità che, dopo aver licenziato a cuor leggero l’ennesimo collega, si trova brutalmente senza lavoro e proiettato dall’altra parte della barricata, tra i disoccupati.
“Si dice spesso, per un film con delle ambizioni, che ci rimetta sulle tracce della gloriosa commedia all’italiana. Bé stavolta sembra proprio così, a me questa storia ricorda da vicino i film in bianco e nero di Alberto Sordi.”
Queste la parole di Bisio in una recente intervista a Il Corriere della Sera. Sordi come pietra di paragone perenne per i tanti, forse troppi che si cimentano in una commedia dai toni agrodolci o grotteschi. Il regista, Patierno dice:
“in un mercato che impone la commedia abbiamo cercato di riprendere lo spirito di quelle dei nostri padri, i Monicelli, i Germi, i Risi.”
Il mercato, quindi il pubblico, impone di produrre commedie, ma si prendono i migliori esempi del passato, per fare comunque cinema di qualità, per risate intelligenti e mai volgari. Stessi concetti esposti da Miniero alla presentazione di Un boss in salotto: tante belle parole, cui mancano quasi sempre le fondamenta e dopo aver visto questi film si rimane sempre un po’ delusi e si cerca di capire dove fossero quei tanto voluti richiami ai maestri. Concediamo a Bisio il beneficio del dubbio e prima di criticare La gente che sta bene, prodotto anche grazie al sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) con la cifra di 400.000 euro, perché riconosciuto di interesse culturale, vediamolo, ma viste le premesse prima di scomodare nuovamente Sordi sarebbe il caso di pensarci due volte.