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Black Rain – Pioggia sporca compie 35 anni: recensione e curiosità del cult “giapponese” di Ridley Scott

Leggi la recensione di Cineblog per il 35° anniversario del crime-thriller anni ottanta del regista Ridley Scott con protagonisti Michael Douglas e Andy Garcia.

5 Luglio 2024 15:04

Black Rain – Pioggia sporca, altro giro e altro cult inizialmente bocciato dalla critica e poi rvalutato con gli anni. Siamo alla fine degli anni 80 e Ridley Scott ha già diretto Alien e Blade Runner, due film che segneranno la storia della fantascienza, seguiti da Legend con Tom Cruise e Tim Curry, un suggestivo fantasy che dividerà la critica, come tra l’altro fece il precedente “Blade Runner”, entrambi i film si riveleranno dei flop a livello d’incassi.

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Lo sviluppo del film…

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Andy Garcia & Michael Douglas (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)

All’epoca un Michael Douglas reduce dal Premio Oscar per Wall Street si interessa alla sceneggiatura di “Black Rain”, che in origine doveva essere la trama del Beverly Hills Cop 2 di Tony Scott. Dopo averla letta, Douglas la offre ai produttori Sherry Lansing e Stanley R. Jaffe, con cui aveva lavorato nel film Attrazione fatale (1987).

Il film è incentrato su due detective della polizia di New York, Nick Conklin e Charlie Vincent, che arrestano un membro della yakuza e devono scortarlo in Giappone. Una volta lì, il criminale fugge e i due agenti si ritrovano trascinati sempre più nel mondo sotterraneo giapponese, un luogo inviso agli stranieri che costerà la vita al più giovane dei due poliziotti.

Il ruolo dello yakuza Koji Sato venne offerto a Jackie Chan, ma l’attore da sempre restio ad interpretare ruoli da villain passò la mano. Pee il ruolo venne scelto Yūsaku Matsuda, un popolare attore di film d’azione giapponese molto attivo negli anni settanta. Matsuda era così famoso che molti dei suoi personaggi cinematografici e televisivi sono diventati fonte d’ispirazione per manga, anime e videogiochi inclusi il Kenshiro di Ken il guerriero, lo Spike Spiegel di Cowboy Bebop e Aokiji di One Piece. Matsuda morirà di cancro poco dopo il completamento del film, con Ridley Scott che dedicherà il film alla sua memoria.

Harrison Ford e Kurt Russell erano stati presi in considerazione per il ruolo di Nick Conklin, prima che la scelta cadesse su Douglas per il suo rapporto di lunga data con i produttori Lansing e Jaffe. Ad affiancare Douglas nel ruolo di Charlie Vincent troviamo un emergente Andy Garcia, l’attore all’epoca aveva recitato con Jeff Bridges e Rosanna Arquette in 8 milioni di modi per morire ed era stato diretto da Brian De Palma in Untouchables – Gli intoccabili.

Il cast include anche il veterano Ken Takaku, il “Clint Eastwood giapponese” visto nel cult Yakuza di Sydney Pollack (1975); Kate Capshaw futura moglie di Steven Spielberg vista in Indiana Jones e il tempio maledetto e La miglior difesa è… la fuga; il caratterista John Spencer noto per ruoli in Wargames – Giochi di guerra, Presunto innocente, The Rock e Copland e l’attore portoricano Luis Guzman, che quell’anno reciterà anche in nel thriller Verdetto finale e nella commedia Sono affari di famiglia di Sidney Lumet con protagonisti Sean Connery, Dustin Hoffman e Matthew Broderick.

Filmare in Giappone…

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Ken Takakura & Michael Douglas (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)

Da segnalare che Ridley Scott si scontrerà così tante volte con la burocrazia giapponese durante la produzione del film che non vorrà mai più girare in Giappone, un po’ come accadde a George Lucas quando filmò nel Regno Unito, con la produzione di Star Wars che diventò un incubo.

Le riprese di “Black Rain – Pioggia sporca” iniziano il 31 ottobre 1988 e terminano nel marzo 1989, dopo 4 mesi, 15 settimane o 123 giorni di riprese. Un periodo in cui Scott vedrà  lievitare il budget e toccherà con mano la rigidità dei  burocrati giapponesi. In un caso, durante le riprese in un’acciaieria, Scott è stato interrotto a metà ripresa da un funzionario che ha messo la mano davanti alla macchina da presa.

A causa delle rigide leggi sulle armi da fuoco nel paese, la produzione ha avuto difficoltà anche nell’uso di armi da fuoco sul set, con il divieto di sparare con munizioni a salve. Alla fine Scott fu costretto a lasciare il paese e a completare la scena culminante finale nella Napa Valley, in California, dopo aver escluso le riprese a New York o Hong Kong. La partenza anticipata causò ulteriori problemi.

Gli accordi con gli attori giapponesi vennero rinegoziati e alcuni attori non riuscirono ad  ottenere il visto in tempo per completare i loro ruoli negli Stati Uniti. Alcuni degli attori giapponesi, che erano già stati filmati, sono stati sostituiti con dei sosia, mentre altri sono stati tagliati dal film.

Vari oggetti di scena e veicoli sono stati duplicati o inviati a Los Angeles. Due auto giapponesi alimentate a propano furono spedite, ma non soddisfacevano gli standard di sicurezza statunitensi e furono distrutte una volta terminate le riprese.

Le condizioni di lavoro sfavorevoli costrinsero anche il direttore della fotografia originale Howard Atherton a lasciare presto la produzione, sostituito da Jan de Bont. Ad Atherton è stato accreditato per la “Fotografia aggiuntiva”.

Black Rain – La recensione del film

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Michael Douglas (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)

E’ stato un gran piacere ripescare questo neo-noir d’annata con un Ridley Scott che confeziona il suo film esteticamente più vicino ai lavori del compianto fratello Tony Scott, regista di Top GunL’ultimo boy scout, Una vita al massimo e Beverly Hills Cop II, la cui trama originale è poi diventata quella di “Black Rain – pioggia sporca”.

Se si leggono le recensioni dell’epoca su un capolavoro come Blade Runner ci si rende conto di quanto la critica sia troppo autoreferenziale e spesso in netto ritardo non solo con i gusti del pubblico, ma anche con l’evoluzione stessa del linguaggio cinematografico. Come “Blade Runner” anche “Black Rain” venne fortemente denigrato, in una recensione di Variety si leggeva: “Dato che si tratta di un film di Ridley Scott, ‘Black Rain’ è composto per il 90% da atmosfera e per il 10% da storia. Ma che atmosfera!”. Un modo elegante per sminuire il lavoro di Ridley Scott e lodare il film, dando gran parte del merito a fotografia e scenografia.

In realtà Scott confeziona un thriller metropolitano “hard boiled” di rara bellezza, il percorso di vendetta e redenzione di uno straniero in terra straniera. Sullo sfondo di un Giappone urbano, freddo e alienante, Scott spiazza lo spettatore partendo con un cruento omicidio che toglie di mezzo il partner di Douglas, al solo scopo di creare una nuova e improbabile coppia da “buddy Cop”. Ne nasce qualcosa di simile al duo di Arma Letale, ma con l’aggiunta di un elemento ancor più intrigante, quello del partner visto come corpo estraneo, in questo caso il poliziotto americano in odore di corruzione di Douglas, all’interno di una società che vive e sopravvive di tradizioni e considera l’onore un aspetto essenziale della cultura, qualcosa di profondamente radicato nel modo di vivere giapponese.

Per accentuare questo scontro di culture, anche rispetto all’applicazione della legge, Scott affianca al rabbioso e arrogante detective di Douglas, il mite e modesto ispettore Masahito “Mas” Matsumoto di Ken Takakura. La propensione ad operare sul sottile confine della legge del primo, si scontra con la burocratica capacità giapponese di ponderare e soppesare ogni questione dell’altro. Il tutto mentre si esplorano le dinamiche di una società e del suo rapporto con la locale criminalità organizzata, legata a 400 anni di storia giapponese.

“Black Rain” è pieno zeppo di momenti epici che ci hanno fatto pensare a pellicole come L’anno del dragone di Cimino, il Danko con Schwarzenegger e Belushi e il Sol Levante con Sean Connery e Wesley Snipes. Nessuno di questi film però ha il fascino protervo del film di Scott, un fascino che lascia il segno, alla stregua di una vistosa cicatrice di cui vantarsi. A prima vista “Black Rain” potrebbe sembrare quasi banale nel suo incasellare gli eventi e nel tirare le fila della storia, ma il reale fascino di questo ampiamente sottovalutato gioiello “crime”, è nel suo saper condensare e filtrare una potente estetica cinefila attraverso le lenti di una storia coinvolgente e soprattutto a misura di spettatore.

Curiosità sul film

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Il regista Ridley Scott sul set di Black Rain (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)

  • Il film ha ricevuto due nomination all’Oscar (Miglior sonoro e Miglior montaggio sonoro) e una nomination ai Japan Academy Film Prize (Miglior film straniero).
  • L’ultimo ruolo cinematografico di Yûsaku Matsuda. L’attore sapeva di avere un cancro alla vescica e che le sue condizioni sarebbero peggiorate recitando nel film. Ha scelto di farlo comunque, all’insaputa del regista Sir Ridley Scott, affermando: “In questo modo, vivrò per sempre”. Il 6 novembre 1989, meno di sette settimane dopo la prima americana del film, Matsudo morì all’età di 40 anni.
  • Quando la troupe superava anche di pochi minuti il ​​tempo di ripresa assegnato in una determinata località del Giappone, non solo veniva detto loro di andarsene, ma un uomo camminava fisicamente davanti alla telecamera e impediva loro di continuare le riprese.
  • Michael Douglas lo ha definito uno dei film preferiti della sua carriera.
  • Nel cinema giapponese, Ken Takakura era ben noto per interpretare regolarmente gangster della Yakuza, mentre Yûsaku Matsuda era ben noto per interpretare regolarmente detective. In “Black Rain – Pioggia sporca” Takakura interpreta un poliziotto e Matsuda uno Yakuza.
  • La cantina dove si svolge la battaglia finale non è in Giappone, ma nella contea di Napa, in California. Il visto del regista era scaduto, quindi le riprese finali furono spostate negli Stati Uniti.
  • In una delle sue ultime scene, Sugai (Tomisaburô Wakayama) racconta una storia sulla “pioggia nera”. Questo si riferisce alla combinazione di fuliggine e ricadute radioattive presenti nell’aria dopo il bombardamento nucleare di Hiroshima e Nagasaki. Quando interagiva con le nuvole, ciò faceva cadere una pioggia di colore nero e altamente letale.
  • Il carattere giapponese visto alla fine del film si legge “kan”, che non sorprende che si traduca come “La fine” o, più approssimativamente, “completato”.
  • Ampiamente considerato un ritorno in auge per Sir Ridley Scott, che era uscito da una serie di fallimenti finanziari e critici risalenti a Blade Runner (1982). Il suo ritorno sarebbe stato consolidato quando il suo seguito, Thelma & Louise (1991), ha ottenuto consensi universali e numerose nomination agli Oscar, inclusa la prima delle tre nomination di Scott come miglior regista.
  • Ken Takakura era così popolare al momento delle riprese che i set venivano presi d’assalto dai fan che cercavano di ottenere il suo autografo. Ciò ha causato problemi poiché il film aveva tempistiche molto rigide.
  • La prima versione del film di Sir Ridley Scott durava 2 ore e 40 minuti.
  • L'”Ufficio di polizia di Osaka” è infatti l'”Ufficio per la prevenzione dei disastri naturali”, accanto al quartier generale della polizia di Osaka.
  • L’esterno della casa di Sugai era la Ennis-Brown House, che si trova al 2655 di Glendower Avenue, Los Feliz a Los Angeles, California. Il regista Sir Ridley Scott aveva precedentemente utilizzato l’abitazione per il complesso di appartamenti di Deckard in Blade Runner (1982).
  • Jan de Bont ha sostituito Howard Atherton come direttore della fotografia. Atherton ha girato la maggior parte del film, ma in Giappone si è sentito così frustrato che ha rassegnato le dimissioni. de Bont è stato quindi chiamato per finire il resto del film.
  • Paul Verhoeven era originariamente incaricato di dirigere il film dopo RoboCop (1987). Ha abbandonato invece per realizzare Atto di forza (1990). Verhoeven e Michael Douglas avrebbero poi lavorato insieme su Basic Instinct (1992). In entrambi i film, Douglas interpreta un personaggio chiamato “Nick”.
  • La zona in cui si svolgono le scene del “club” è infatti la zona del ponte Dotonbori, a Osaka. Ciò può essere confermato dalla presenza del famoso cartello “Glico Man” in diverse inquadrature. Il luogo in cui esisteva il club nel film ora è un drugstore.
  • Questo film del 1989 presenta l’attore giapponese veterano Tomisaburô Wakayama che interpreta Sugai. Questo film fu uno dei suoi ultimi film e il 2 aprile 1992 Wakayama morì per insufficienza cardiaca, all’età di 62 anni.
  • I motociclisti nel film sono modellati su una vera banda che frequenta le strade di Osaka, conosciuta come “Bosozoku”. I Bosozoku esistono in Giappone ancora oggi e provocano e disturbano la gente di Osaka, agendo come una sorta di vigilantes/anarchici.
  • È la prima volta che Michael Douglas interpreta un poliziotto/detective sul grande schermo. Negli anni ’70 Douglas era noto per aver interpretato l’ispettore Steve Keller nella serie TV Le strade di San Francisco (1972).
  • La battaglia all’interno dell’acciaieria si svolge presso l’ex acciaieria Mitsubishi di Osaka. Ora è la sede degli Universal Studios Japan.
  • Rutger Hauer e Harrison Ford erano considerati per il ruolo di Nick Conklin poiché entrambi avevano lavorato insieme e Ridley Scott in Blade Runner sette anni prima di questo film.
  • La Ferrari Testarossa “Blu Sera” personale di Yusaku Matsuda è vista parcheggiata sul lato destro dell’inquadratura al ponte Dotonbori, prima che Nick e Charlie entrino nel club per essere testimoni di un omicidio. In realtà, ai veicoli non è consentito sostare accanto al ponte Dotonbori a Osaka; possono transitare solo lungo le strade laterali parallele al ponte.
  • Questa è stata la prima esperienza di Sir Ridley Scott e Jan De Bont con le riprese in formato Super 35.
  • Jeff Bridges, Kevin Costner, Willem Dafoe, Richard Dreyfuss, Mel Gibson, Michael Keaton, Michael Nouri, Ron Perlman, Kurt Russell, Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Patrick Swayze, Peter Weller e Bruce Willis, sono stati tutti considerati per il ruolo di Nick Conklin.
  • Durante il volo aereo da New York a Osaka, Nick e Charlie hanno una breve discussione su un collega poliziotto di nome “Ronan” che apparentemente ha preso soldi da una retata per droga. In Giappone, un “Ronin” è tradizionalmente un samurai rinnegato, senza padrone, spesso visto con derisione dai samurai di rango migliore.
  • Il rituale che il leader della gang Koji Sato esegue nella scena in cui incontra il suo ex capo Sugai si chiama Otoshimae (accorciamento delle dita); è anche conosciuto come Yubitsume. Nel mondo sotterraneo giapponese, è un modo per un membro di mostrare contrizione o fare ammenda nei confronti di un leader per un’offesa. Si pensa che il rituale abbia avuto origine con i bakuto, giocatori d’azzardo itineranti che erano i predecessori della moderna Yakuza. Se una persona non era in grado di saldare un debito di gioco, lo Yubitsume veniva talvolta considerato una forma alternativa di rimborso. Yubitsume era una forma di punteggio di credito e reputazione.
  • Gli “Yakuza” sono la mafia giapponese. Questo è uno dei primi lungometraggi americani e hollywoodiani a rappresentarli, oltre a Risposta armata (1986), L’ultima sfida (1982) e Yakuza (1974). Nel cinema giapponese esiste un intero genere di “Yakuza Film” che è molto popolare tra il pubblico.
  • La scena in cui le motociclette girano intorno a Michael Douglas e Andy Garcia è girata nel quartiere Shin-Sekai di Osaka, come possono confermare diversi segni Kanji in primo piano, nonché da un grande cartello “Shin-Sekai”, visto brevemente quando i motociclisti lasciano la zona.
  • Nella scena in cui Nick e Charlie vengono provocati da un motociclista che ruba la giacca di Charlie, i tre personaggi vengono visti camminare attraverso i corridoi vuoti del vecchio centro commerciale Hankyu Umeda. Questo centro commerciale è stato completamente demolito nel 2000.
  • All’epoca in cui uscì questo film era il film più costoso mai realizzato, circa 30 milioni di dollari. Il film ha incassato nel mondo circa 130 milioni di dollari.
  • Nello stesso anno di “Black Rain” esce “Kuroi Ame” aka “Pioggia nera”, un film sulle conseguenze del bombardamento atomico di Hiroshima di Shôhei Imamura.
  • Molto anni ’80: Michael Douglas e Andy Garcia si riferiscono a vicenda (e ad altre persone) come “babe” (o “baby”) almeno 27 volte nella prima ora del film.
  • Quando Nick e Charlie hanno portato Sato a Osaka, in Giappone, entrambi vengono visti volare su un Boeing 747-200 della Northwest Airlines. Nella vita reale, la Northwest Airlines era la più grande compagnia aerea straniera in servizio in Giappone ed era anche nota per il suo ruolo importante nell’aiutare il governo giapponese a fondare nel 1951 la compagnia di bandiera, Japan Airlines, noleggiando i suoi aerei e i membri dell’equipaggio alla nuova Japan Airlines. La Northwest Airlines una volta aveva anche un volo interno in Giappone che volava da una città all’altra del Giappone, noto come Fugu Ops.
  • Alla fine del film Nick cattura Sato, anche se c’è un momento in cui è combattuto tra arrestarlo o ucciderlo. Sir Ridley Scott ha anche girato un finale alternativo in cui Nick segue e impala Sato su un gancio.
  • La scena in cui Charlie (Andy Garcia) canta sul palco del night club con Masahiro (Ken Takakura) non era nella sceneggiatura. Garcia ha concepito la scena per aggiungere ulteriore coinvolgimento emotivo al suo personaggio, prima che venga brutalmente assassinato nella scena successiva.
  • La decapitazione di Charlie è stata sorprendentemente semplice da filmare. Il team degli effetti ha realizzato una testa finta molto realistica, l’ha fatta tenere tra i denti a Andy Garcia e l’ha rilasciata mentre cadeva.
  • Michael Douglas sul film: “Era difficile sapere per chi tifare. E la gente qui era a disagio con le cose sulla razza e parlando della bomba. C’era un critico, che rimarrà anonimo, che lo definì un film razzista. L’ho chiamato e gli ho chiesto: ‘Sei mai stato in Giappone?’ Lui ha detto: ‘No’, e io ho detto: ‘Allora di cosa diavolo stai parlando?’ I giapponesi lo adoravano. A me piaceva, pensavo che fosse fantastico da cima a fondo.”
  • Michael Douglas [sulla ricerca sui suoi personaggi]: “Ho passato molto tempo con i detective della omicidi, così come ho passato molto tempo con diversi broker di Wall Street). Aiuta a ottenere il ritmo del pezzo e il tono, e quanto potrebbe essere esagerato o sottovalutato. Questa è anche la magia dei film: puoi uscire e vivere queste vite diverse. Penso che una certa quantità di ciò aiuti la verosimiglianza.”

La colonna sonora

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Kate Capshaw & Michael Douglas (Photo by Sunset Boulevard/Corbis via Getty Images)

  • “Black Rain – Pioggia sporca” segna la prima collaborazione tra il compositore Hans Zimmer e il regista Sir Ridley Scott. Zimmer in seguito musicherà numerosi film di Scott come Hannibal, Il gladiatore, Black Hawk Down – Black Hawk abbattuto, Thelma & Louise e Il genio della truffa.
  • Il musicista giapponese Ryuichi Sakamoto ha scritto ed eseguito la canzone “Laserman” per la colonna sonora.
  • La colonna sonora del film include i brani: Beyond the Sea (La Mer) di Kasa Odori / Ogi No Mato (The Folding Fan as a Target) di Ensemble Nipponia / That’s Amore di Jack Brooks & Harry Warren / What’d I Say di Ray Charles

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1. Livin’ on the Edge of the Night (Iggy Pop) 3:40
2. The Way You Do the Things You Do (UB40) 3:15
3. Back to Life (Jam on the Groove Mix) (Soul II Soul featuring Caron Wheeler) 5:09
4. Laserman (Ryuichi Sakamoto) 4:48
5. Singing in the Shower (Les Rita Mitsouko and Sparks) 4:23
6. I’ll Be Holding On (Gregg Allman) 5:40
7. Black Rain Suite: Sato (Hans Zimmer) 4:45
8. Black Rain Suite: Charlie Loses His Head (Hans Zimmer) 7:03
9. Black Rain Suite: Sugai (Hans Zimmer) 6:55
10. Black Rain Suite: Nick and Masa (Hans Zimmer) 2:52

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