Home Recensioni Black Sea: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Black Sea: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

I critici come hanno accolto il thriller “Black Sea” con Jude Law?

di carla
pubblicato 20 Aprile 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 16:36


Ho visto Black sea ieri sera e devo dire che è un buon film anche se manca un tocco speciale. Il thriller diretto da Kevin Macdonald vede nel cast Jude Law, Jodie Whittaker, Ben Mendelsohn, Tobias Menzies, Scoot McNairy, Grigoriy Dobrygin, David Threlfall, Michael Smiley, June Smith, Karl Davies, Konstantin Khabenskiy; dopo aver letto la nostra recensione, ecco oggi i commenti dei critici Americani e Italiani. Su RottenTomatoes, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è dell’81%. A voi è piaciuto?

Christopher Orr – The Atlantic: In nessun modo un capolavoro, ma un’offerta solida.

Tom Russo – Boston Globe: Un thriller sottomarino contemporaneo che serve bene il genere.

Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: non giustifica mai abbastanza lo spazio occupato da due ore nella vostra vita. Voto: 2/4

Tom Long – Detroit News: è un avvertimento sul fascino del male dell’avidità. E’ anche chiaro del perché la vacanza in sottomarino non ha mai preso piede. Voto: B

Moira MacDonald – Seattle Times: Una robusta piccola avventura: 3/4

JR Jones – Chicago Reader: Lo sceneggiatore Dennis Kelly infonde una forte dose di rabbia proletaria.

Michael Phillips – Chicago Tribune: Gestito ad arte da Macdonald. Voto: 2.5 / 4

James Berardinelli – ReelViews: c’è la sensazione di qualcosa che avrebbe potuto essere fatta tre decenni fa. Voto: 3/4

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Alcuni degli elementi non tornano, ma è ancora una corsa emozionante. Voto: 3.5 / 5

Claudia Puig – USA Today: il film non approfondisce troppo al di sotto della superficie, ma è claustrofobico, avvincente e di suspense. Voto: 3/4

Tony Hicks – San Jose Mercury News: un buon film e Jude Law regala una grande interpretazione.

Michael Rechtshaffen – Los Angeles Times: un thriller coinvolgente.

Stephen Holden – New York Times: La storia perde credibilità man mano che la conta dei morti si intensifica, e le soluzioni di Robinson sono sempre più inverosimili.

AA Dowd – AV Club: Anche se i personaggi sono in contrasto, il cast opera in perfetto unisono. Voto: B +

Peter Travers – Rolling Stone: il regista Kevin Macdonald utilizza la claustrofobia per la massima tensione, e attutisce le emozioni con i flashback. Voto: 2.5 / 4

James Rocchi – TheWrap: intelligente e veramente emozionante, il film si eleva sopra la maggior parte di altri thriller e ti porta giù negli abissi con il suo equipaggio.

Guy Lodge – Variety: non ha scintille di vita.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Molto classico con voce off che serve da scorciatoia narrativa, montaggi paralleli, sceneggiatura da fiction, invasione d’acqua digitale, rivalità sudate negli abitacoli fino al finale col gesto di eroismo neo capitalistico.

Massimo Bertarelli – il Giornale: Deludente fumetto avventuroso, una fiacca replica di quella sporca dozzina gettata allo sbaraglio negli abbissi (…) Nel ridicolo doppiaggio i russi di mezzo equipaggio parlano ancora con la cadenza da barzelletta. Con la suspense che resta drammaticamente a bagnomaria.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Robinson, esperto capitano scozzese, fino a un certo punto tiene la situazione sotto controllo, ma lui stesso si rivelerà ottenebrato dalle ansie di rivalsa. Nel ruolo spicca con autorevolezza Jude Law, che per l’occasione ha messo su solida stazza e ruvida grinta. Quanto al regista Kevin MacDonald, questo sesto film lo conferma valido professionista, ma nel suo restare in bilico fra thriller marinaro e claustrofobico kammerspiel, Black Sea non risulta convincente né in un senso né nell’altro.

Roberto Nepoti – la Repubblica: Kevin Macdonald dirige un thriller «a porte chiuse» che si distingue per claustrofobia nel filone dei film di sottomarino. La differenza con gli altri sta nella connotazione di classe dei personaggi: tutti vittime dell’economia globale costrette ad andare sempre più a fondo… Peccato per la trama semplificata, che se la sbriga scaricando le colpe sul personaggio di Fraser, indicato fin dall’inizio come psicopatico. Onore invece all’interpretazione di Jude Law il quale, nei film più recenti (vedi Dom Heminghway ), pare deciso ad affrancarsi dall’etichetta di «bello» per aggiudicarsi quella di «bravo».