Home Sofia Coppola Bling Ring di Sofia Coppola: note di produzione, curiosità, spot, intervista e clip in italiano

Bling Ring di Sofia Coppola: note di produzione, curiosità, spot, intervista e clip in italiano

Accolto tutt’altro che trionfalmente al Festival di Cannes, Bling Ring di Sofia Coppola esce nei cinema d’Italia

pubblicato 15 Settembre 2013 aggiornato 5 Aprile 2024 09:39

Dopo aver aperto la sezione Un certain regard al Festival di Cannes 2013, e aver incassato appena 5,845,732 dollari sul suolo americano, Bling Ring di Sofia Coppola prepara finalmente l’uscita italiana, datata 26 settembre con distribuzione Lucky Red. Un film atteso, da tempo, grazie alla sua regista negli anni diventata estremamente ‘ammirata’, nonché premiata, e al suo variegato cast capitanato da un’inedita Emma Watson.

Peccato che Bling Ring, e spiace dirlo, sia sicuramente il peggior film della regista, già Premio Oscar per la sceneggiatura di Lost in Translation e Leone d’Oro al Festival di Venezia con Somewhere (tra le polemiche). Tratta da un articolo apparso su Vanity Fair, la pellicola fatica ad arrivare alla conclusione, causa ripetitività, pistolotto sociologico e scarsezza di idee, tanto da poterla quasi definire un corto di 20 minuti prolungato per 90. La trama? In una Los Angeles ossessionata dalla celebrita?, un gruppo di adolescenti ci trascina in una folle ed avvincente sequenza di crimini sulle colline di Hollywood. La storia e? ispirata a fatti realmente accaduti, e il gruppo ossessionato dal glamour e dal lusso, utilizzando Internet, ha realmente studiato le celebrita? da colpire, per poi rubare nelle loro case beni di lusso per oltre 3 milioni di dollari. Tra le vittime Paris Hilton, Orlando Bloom e Rachel Bilson. La banda e? stata ribattezzata dai media “The Bling Ring”.

Da noi già recensito in anteprima, il film torna su Cineblog grazie ad una ricca pagina produttiva, tra note, curiosità, spot, clip in italiano e un’intervista alla stessa Coppola. Materiali messi a disposizione dalla Lucky Red con l’intento di rendere la visione del film più completa, sotto tutti i punti di vista. Per questo non ci resta altro da dire che… buona lettura.

PRODUZIONE

Sofia Coppola aveva sentito parlare del famigerato “Bling Ring”, un gruppo di teenager che aveva svaligiato le case di diverse persone famose, ma e? stato solo dopo aver letto un articolo di Nancy Jo Sales su Vanity Fair intitolato “The Suspects Wore Louboutins (I sospetti indossavano Louboutin)” che ha pensato di realizzare un film su quei crimini e sui ragazzi che li avevano commessi. Dopo aver incontrato la Sales, Sofia Coppola ha scoperto che c’erano un sacco di storie interessanti che non avevan o tro vato posto nell’artico lo originale e ha deciso di mettersi a scrivere una sceneggiatura.
Per la Coppola trasformare questa storia reale e contemporanea in una sceneggiatura si e? dimostrata una delle cose piu? complicate del film: “c’era una montagna di materiale e io dovevo tirarne fuori una storia di finzione. Fare ricerche, lavorare sui materiali e trovare un modo per rendere i personaggi simpatici e credibili per il pubblico e? stata una sfida difficile da affrontare. Quando ho cominciato, Nancy Jo mi ha dato le trascrizioni delle sue interviste ai ragazzi. Non riuscivo a credere ad alcune delle cose che avevano detto, rivelavano molto delle loro personalita?, dei loro obiettivi e della nostra cultura. In un certo senso ho lasciato che la mia immaginazione partisse da li?. Ascoltare le loro storie mi ha fatto venire delle idee, mentre altri spunti li ho tratti dalle mie esperienze di gioventu? – magari non dirette, ma da quello che ricordo significasse avere quell’eta? – e poi ho cercato semplicemente di immaginare di essere nei panni di quei ragazzi. Per i personaggi sono partita dalla storia reale per poi inventare dei personaggi miei basati in parte su quelli veri e in parte su persone che conosco”.
Il produttore Youree Henley, che ha lavorato con la Coppola per SOMEWHERE, descrive la sua sceneggiatura come “molto minimale, come la maggior parte delle sceneggiature di Sofia. E’ stato emozionante leggerla e immaginarla, e poi sedersi con lei per farla parlare di quello che pensava di fare. Questo film e? interessante perche? molte cose non sono nello script ma nascono da filmati di repertorio o da cose che accadono sulle pagine di Facebook, o da altri elementi che contribuiscono a creare l’ambientazione senza essere codificati in una sceneggiatura”.

UNA STORIA VERA DI HOLLYWOOD

Sebbene il film racconti una storia di finzione, si basa su fatti veri e i filmmaker e il cast hanno fatto molte ricerche per assicurare un’autenticita? che, per molti di loro, ha comportato vere e proprie maratone per vedere “Pretty Wild”, il reality show sulla famiglia Neiers (alla quale e? vagamente ispirata la famiglia di Nicki, Sam, Emily e Laurie).
Dice Georgia Rock, che e? nata ad Angeleno: “Non ho dovuto fare ricerche specifiche perche? sapevo gia? tutto del Bling Ring. Avevo letto tutti gli articoli che ne parlavano. Avevo seguito il reality show. Percio? sapevo tutto prima ancora di entrare a far parte del cast. Tuttavia volevo farne una versione tutta mia senza replicare esattamente la persona alla quale si ispira il personaggio di Emily”.
L’idea di usare le persone reali come fonte d’ispirazione per poi rielaborarle in modo da renderle piu? personali, e? stata fatta propria dall’intero cast. Racconta la Farmiga: “Dato che Sam e Nicki sono ispirate alle ragazze di “Pretty Wild” Alexis Neiers e Tess Taylor, Sofia mi ha mandato i DVD e ho visto l’intera stagione. Ma anche se i personaggi si basano su di loro, devi comunque attingere a qualcosa che hai dentro per completare il tuo ruolo. Per prepararmi al film ho cominciato a seguire cose come “The Hills” e ho visto la prima stagione di “The Simple Life”. Ho delle riviste a casa, ma per me non era tanto una questione di moda, quanto di divertirmi e di lasciarmi andare”.
Aggiunge Emma Watson: “Ho fatto un sacco di ricerche. Per me era importante che i dialoghi si basassero effettivamente su cose dette da Alexis Neiers. Ma allo stesso tempo lei era stata molto imboccata per il reality show in TV, e molte persone ormai sanno che i reality non sono autentici. Queste donne interpretano loro stesse, hanno dei copioni e storie scritte da seguire. Per cui, certo, si basa su una persona reale, ma su una persona che stava recitando e leggendo delle battute. Per cui e? come se ci fossero sempre due livelli di separazione”.
Anche Leslie Mann ha guardato “Pretty Wild” e ha fatto uno sforzo in piu?: “Ho seguito Laurie su twitter”, racconta. “Lei scrive molti tweets sugli animali. Ho seguito anche tutti i suoi figli su Twitter – e lo faccio ancora. Non l’ho incontrata ma ho parlato di lei con Sofia e poi mi sono fatta un’idea mia”.

LA CITTA’ DEGLI ANGELI

Dato che la banda del Bling Ring ha operato a Los Angeles, non c’era alcun dubbio che era li? che si sarebbe svolta la storia. Racconta la Coppola: “Credo davvero che Los Angeles sia oggi il centro della cultura americana, a causa di tutti questi reality show, come quello sui Kardashians, ambientati a Hollywood e a L.A. E la “cultura del tappeto rosso” e? diventata cosi? influente in tutto il Paese che questa storia doveva svolgersi per forza qui.
“C’erano moltissime location” dice la Coppola. “Mentre scrivevo la sceneggiatura non mi rendevo conto di quante location ci fossero. Ce ne sono circa una ventina. E mi piacciono tutte perche? mostrano aspetti diversi di Los Angeles che danno un senso di autenticita? al film. Ci sono le grandi case di Calabasas, il liceo, e poi abbiamo anche girato nella vera casa di Paris Hilton. Abbiamo approfittato del fatto di trovarci a Los Angeles per mostrare contesti e ambienti diversi”.
Molti componenti del cast non sono nati in questa citta? e il fatto di trovarsi a Los Angeles ha ispirato molto le loro performance. Dice Katie Chang: “Per la costruzione del mio personaggio andare in giro per la citta?, vedere le luci, tutte quelle cose diverse contemporaneamente e la sensazione di trovarsi li?, ha rappresentato un po’ la ciliegina sulla torta”.
“Sono cresciuto in Mississippi e in Sud Dakota, che sono molto rurali, dai paesaggi sconfinati” racconta Israel Broussard. “Non ho mai sentito di appartenere a quei luoghi. Los Angeles e? molto diversa, e? tutto piu? veloce, tutti si muovono continuamente. Ma la sento piu? affine a me, qui mi sento piu? a casa”.
Quelli che considerano Los Angeles come la propria citta? hanno sentito la responsabilita? di mostrarla agli altri nel modo piu? giusto. “Sono l’unica di Los Angeles, a parte Georgia Rock” dice Claire Julien. “Mi sentivo un po’ quella a cui toccava il compito di far conoscere la citta? al resto del cast, mostrandogliene il vero volto. Raccomandavo a tutti i migliori ristoranti, i posti migliori dove andare a fare shopping o dove passeggiare”.
Aggiunge il produttore Youree Henley: “Sono cresciuto a Los Angeles e adoro qualsiasi storia che la riguardi. Questo e? il mio terzo film girato a Los Angeles. Mi sentivo responsabile e volevo che avessimo location fantastiche perche? questa e? la mia citta? e volevo che fosse rappresentata al meglio”.

BLING-RING E’ UN MONITO?

In una cultura ossessionata dalla celebrita?, il cast e la troupe si sono trovati spesso a dover rispondere alla domanda: THE BLING RING puo? servire da monito? La Coppola riassume: “Credo che guardi alla nostra cultura e al fenomeno dei reality e a come queste cose abbiano influenzato questi ragazzi. Ho cercato di raccontare la storia in modo che chi la guarda possa farlo dal punto di vista dei ragazzi, scoprendo quanto sia divertente ed eccitante, per poi alla fine assumere un’altra prospettiva e capire che loro si sono spinti davvero troppo oltre. “Spero di non averli giudicati troppo, ma certamente li ho osservati a distanza, usando anche un occhio critico. Ho paura che ci si possa sentire attratti da un comportamento adolescenziale, spensierato e un po’ criminale, per cui spero di non averlo reso troppo affascinante. Credo che il film sia una combinazione di glamour e di spirito critico e che, alla fine, sara? materia di riflessione per il pubblico”.

INTERVISTA A SOFIA COPPOLA


Avevi gia? sentito parlare dei furti del Bling Ring prima dell’articolo apparso su Vanity Fair?

Mi ricordo di quando se n’e? cominciato a parlare nelle news, ma all’epoca non ci avevo prestato molta attenzione. Poi, quando ho letto l’articolo, ho pensato che sembrava proprio la trama di un film. Era incredibile: ragazzi giovani e carini che facevano quelle brutte cose nel mondo agiato e scintillante delle star. Le loro dichiarazioni mi hanno molto colpita. Sembrava che non si rendessero conto di aver fatto qualcosa di veramente sbagliato e che fossero interessati soprattutto alla celebrita? ottenuta grazie alle rapine.
Tutta questa storia sembrava dire molto sulla nostra epoca e su come crescono i ragazzi nel mondo di Facebook e di Twitter.
Come hai trasformato questa storia in una sceneggiatura?
Ho letto le trascrizioni dei rapporti dei giornali e della polizia e ho incontrato alcuni dei ragazzi per cercare di capire quanto piu? possibile! Poi mi sono sforzata di ricordare com’ero io a quell’eta? e le cose che facevo, e ho cercato di trovare delle analogie. Per esempio mi sono ricordata di com’e? sentirsi parte di un gruppo di amici, alle cose stupide che si fanno a quell’eta?, e a come ci si sforzi sempre di omologarsi agli altri. Per quanto riguarda i genitori, ho osservato la madre di una delle ragazze in un reality show alla televisione e ho costruito la sua personalita? sulla base di quello che ho visto.
Cosa pensi di questi ragazzi? Li biasimi per quello che hanno fatto?
Ho cercato di essere empatica e di non giudicare. Non che volessi dire che quello che hanno fatto va bene, ma desideravo che il pubblico si facesse una sua opinione. Non mi piace stabilire quello che il pubblico dovrebbe pensare. Il film mostra come la cultura dominante riesca ad influenzare dei ragazzi ai quali le famiglie non hanno trasmesso valori forti in cui credere.
Per un francese il semplice fatto che le sorelle Neiers siano poi state scelte per un reality show in televisione e? incredibile…

Si?. Ho riflettuto su come questi adolescenti siano stati condizionati da tutto cio?, e a come i reality siano una cosa normale per tutti coloro che sono cresciuti guardandoli in TV. L’idea della mancanza di privacy e? diventata una cosa normale. Non sono sicura di quale sia l’opinione della gente su questi ragazzi: credo che siano affascinati da come siano riusciti a spingersi oltre. A tutti piace dare un’occhiata ai giornali scandalistici di tanto in tanto, e i protagonisti della storia rappresentano l’estremizzazione di questa pulsione…!
Stilisticamente il tuo film sembra un po’ diverso dal precedente: la narrazione e? piu? lineare, le sequenze sono piu? brevi… Perche??
Perche? funziona meglio per il materiale di partenza, che per me stabilisce sempre come devo girare un film. Inoltre dopo SOMEWHERE, il mio ultimo film, volevo fare qualcosa che avesse un ritmo piu? veloce. Ma ci sono anche sequenze lunghe, come quella della casa vista dall’alto, con i due ragazzi che entrano ed escono da una stanza all’altra. Girare dalla collina e? stata un’idea di Harris Savides, uno dei direttori della fotografia. Adoro quella sequenza e sono felice che Harris abbia insistito per farla, visto che stavamo cercando modi alternativi per mostrare le rapine. Harris ha contribuito moltissimo ai miei film, mi ha sostenuto e mi ha aiutata a realizzarli.
A parte quella di Paris Hilton, hai girato altre scene in vere case di celebrita??
La sua e? l’unica vera. Per gli altri, ne abbiamo realizzato una nostra versione. Ma devo ammettere che e? stato eccitante girare in uno dei luoghi reali della storia e dare un’occhiata al suo mondo, nei suoi armadi…
Hai messo insieme un’attrice molto esperta, Emma Watson, con degli esordienti. Come mai?
Ho pensato che Emma sarebbe stata perfetta nel ruolo di Nicki, e mi e? sempre piaciuto lavorare con ragazzi che sono agli inizi della loro carriera, pieni di entusiasmo e di freschezza. Mi piaceva l’idea che avessero davvero 16 e 17 anni. Ho cercato di metterli a loro agio e ho cercato anche di farli uscire insieme il piu? possibile prima di iniziare le riprese, perche? si affiatassero e sembrassero davvero amici.
Definiresti “Bling Ring” un racconto morale?
Forse lo definirei un monito…

Sofia Coppola