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Blood: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Come è stato accolto dalle critiche il thriller di Nick Murphy?

di carla
pubblicato 30 Giugno 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 12:46

Avete visto Blood in questi giorni? Oggi vediamo le recensioni Americane e Italiane di questo thriller diretto da Nick Murphy e interpretato da Paul Bettany, Mark Strong, Brian Cox, Stephen Graham, Ben Crompton, Zoë Tapper, Adrian Edmondson, Natasha Little, Patrick Hurd-Wood, Nick Murphy, Stuart McQuarrie, Daniel Pemberton, Sandra Voe, Nick Pearse, Jasper Britton.

Alistair Harkness – Scotsman: È goffo, pieno di dialoghi tristi. Bettany, Graham e Mark Strong fanno del loro meglio ma senza molto successo.

David Aldridge – Radio Times: Una storia intrigante di machismo, moralità, ma è difficile sfuggire alla sensazione che era forse più adatto per il piccolo schermo.

Philip French – Observer [UK]: Alla fine la trama manca di credibilità e non riesce a sostenere la tragica potenza e il peso morale…

Rich Cline – Contactmusic.com: L’azione e la regia sono in qualche modo compromessi da uno script che non può resistere alla sopravvalutazione dei propri temi morali.

Emma Dibdin – Digital Spy: Un thriller brusco e intrigante ma deludente dal goffo script.

Rich Cline – Shadows on the Wall: C’è molta profondità in questo elegante thriller, anche se il regista e lo sceneggiatore sopravvalutano i temi morali.

Matthew Turner – ViewLondon: Un thriller britannico ben fatto e suggestivo con un cast superbo, anche se è un po’ minato da alcuni problemi di casting e la sceneggiatura vacilla verso la fine.

Ed Whitfield – The Ooh Tray: Un melodramma morboso.

Alberto Crespi – l’Unità: Il film ha una sua rocciosa solidità grazie anche agli attori: Paul Betteny e Brian Cox non sembrano (a vederli) fratelli, ma hanno una credibilità assoluta grazie a quella cosa misteriosa che si chiama “talento”. Una qualità che, fra gli attori inglesi, si misura a tonnellate.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: Adattamento di una serie che il regista Nick Murphy riempie di malinconia, colori tristi, ambienti moralmente disabili, inquadrando conflitti in casa e fuori. Gruppo di famiglia all’inglese con Bettany e Graham al meglio, detective story piovosa e pessimista.

Maurizio Acerbi – il Giornale: Noir poco ambiguo che diventa più dramma che thriller. Fotografia sublime ma finale prevedibile.

Roberto Nepoti – la Repubblica: Ambientato sull’estuario di un fiume dove il tempo sembra aver azzerato le lancette, Blood è un film gravido di presagi, gravido di nuvole temporalesche ma soprattutto gravido di sensi di colpa. Il che ha indotto alcuni commentatori ad accostarlo, un po’ affrettatamente a Mystic River di Clint Eastwood; con cui, in realtà, non ha molto in comune. Il cadavere di una ragazzina assassinata mette la polizia sulle tracce di Jason, balordo con precedenti per molestie; ma, in mancanza di prove, l’uomo è rilasciato. Ciò non sta affatto bene a due ispettori della polizia investigativa, i fratelli Joe e Chrissie Fairburn. Decisi a ottenerne la confessione, i detective sequestrano il “loro” colpevole; in un impeto d’ira, Joe finisce per trasformarsi in giustiziere. Allorché il vero responsabile del delitto è scoperto, per lui e il fratello ha inizio una discesa all’inferno. Un paradosso che lasciava intravedere più di un rischio; fortunatamente lo sceneggiatore Bill Gallagher e l’impegno di tutto il cast rendono la situazione credibile quanto basta.