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Blue Jasmine: le recensioni dagli Usa e dall’Italia

Un’occhiata alle parole dei critici Americani e Italiani sul film “Blue Jasmine” diretto da Woody Allen ed interpretato da Cate Blanchett

di carla
pubblicato 9 Dicembre 2013 aggiornato 31 Luglio 2020 06:26

Amo molto Woody Allen ma sinceramente non ho ancora avuto modo di vedere l’ultimo suo lavoro, Blue Jasmine. Voi l’avete visto? Che mi dite? Nel frattempo vi regalo le recensioni Americane e Italiane e vi ricordo la nostra recensione. Su Rotten, mentre scrivo, la percentuale dei voti positivi è del 91%. Bentornato Woody.

Geoff Pevere – Globe and Mail: una commedia-drammatica che vanta la performance formidabile di Cate Blanchett.

James Berardinelli – ReelViews: E’ narrativamente irregolare ma le cadute occasionali sono salvate dall’avvincente interpretazione di Cate Blanchett.

Ben Sachs – Chicago Reader: Cate Blanchett è eccezionale ma ci sono forti sostegni da Alec Baldwin, Sally Hawkins e da Andrew Dice Clay.

Moira MacDonald – Seattle Times: Un ritratto straziante di una donna la cui vita è andata in pezzi.

Chris Vognar – Dallas Morning News: Cate Blanchett eccelle ad ogni svolta.

Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: Woody Allen, non c’è mai stato un miglior regista di donne. Cate Blanchett in “Blue Jasmine” dovrebbe avere una nomination agli Oscar 2014.

Ann Hornaday – Washington Post: Cate Blanchett possiede questo film quanto più il suo personaggio possiede i suoi deliri.

Bill Goodykoontz – Arizona Republic: Non è sempre facile da guardare. Non è esattamente divertente (anche se alcune parti sono divertenti). L’interpretazione di Cate Blanchett a volte soverchia la storia. Ma è un lavoro essenziale.

Linda Barnard – Toronto Star: sorprendente Cate Blanchett, la cui incandescenza e i crolli sono affascinanti da vedere.

Rafer Guzman – Newsday: Il maggiore merito va a Cate Blanchett, cruda e divertente e sorprendente come sempre.

Charlie McCollum – San Jose Mercury News: il Miglior film di Allen da alcuni anni, è un racconto di ricchezza, avidità e corruzione – e le onde d’urto che si verificano quando i reati portano alla punizione.

Peter Rainer – Christian Science Monitor: Perché dovremmo preoccuparci di Jasmine? Per me, la migliore ragione era l’interpretazione di Cate Blanchett, spesso spaventosamente vivida.

Lou Lumenick – New York Post: una brillante performance da Oscar da Cate Blanchett.

Claudia Puig – USA Today: l’interpretazione di Cate Blanchett si tinge di superbia, umorismo asciutto e follia. E’ una delle migliori rappresentazioni più complesse dell’anno, in uno dei migliori film di Woody Allen degli ultimi anni.

Ella Taylor – NPR: Il tracciato è in legno, i flashback sono pigri, il dispositivo di adozione è un brutto scherzo, e, come sempre, balbetta come Woody.

David Thomson – The New Republic: Prima o poi un grande film-maker deve darci qualcuno che non dimenticheremo mai. Jasmine è quel qualcuno.

Richard Roeper – Richard Roeper.com: una strana pellicola a volte irregolare, ma soprattutto affascinante.

Rex Reed – New York Observer: Non ritengo Blue Jasmine una tipica commedia di Woody Allen. E’ meglio di qualsiasi cosa si possa immaginare.

Jocelyn Noveck – Associated Press: Woody Allen ci ha dato un bel po’ da masticare e una eroina imperfetta che ci ricorderemo per molto tempo.

Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: (…) Blue Jasmine è un puro concentrato Woody Allen: un film che parte con l’aria di essere un’altra incantevole commedia delle sue e invece a un certo punto, come accade in alcune sue pellicole, vira sul crinale del dramma (…) Nella equilibrata tessitura del complesso, stratificato copione, tutti i personaggi hanno riconoscibilità e gli interpreti sono uno meglio dell’altro a partire dalla deliziosa Ginger/Sally Hawkins. Ma, nei panni di Jasmine, Cate Blanchette (…) brilla come una stella polare, straordinaria per compenetrazione e gioco di sfumature in una gamma che va dal comico-brillante al drammatico. Di sicuro sarà in gara per l’Oscar, e con la vittoria in mano.

Maurizio Porro – Il corriere della sera: (…) Woody raggiunge una straordinaria armonia nel raccontare la verosimile storia di una vita a due punte, tra presente e passato, un ping pong di esattezza e tempismo tra l’alta società di Manhattan e i poveri sempre più poveri, un confronto di due volgarità, una sofisticata e una naturale.

Alberto Crespi – l’Unità: “Jasmine” in inglese significa “gelsomino”, ma l’aggettivo “blue” può voler dire anche “triste” (da cui il blues…) quindi il titolo del film è tutt’altro che floreale. Siamo di fronte a uno dei lavori più amari nell’ormai sterminata filmografia di Woody Allen, dove pure non mancano i momenti tetri, da Interiors in poi. Fin troppo facile, anche se giusto, , leggere Blue Jasmine come “il film di Woody Allen sulla crisi economica” (…) Cate Blanchette al di là di ogni aggettivo: gigantesca.

Maurizio Acerbi – il Giornale: (…) dopo il pessimo To Rome with Love, Allen abbandona i film cartolina per ritornare a raccontare una grande storia di donne. Se il film eccelle, però, è grazie alla strepitosa Cate Blanchett, splendida alienata sul viale del tramonto.