Home Curiosità Bota Café: l’Albania di oggi al cinema con i fantasmi della dittatura di ieri

Bota Café: l’Albania di oggi al cinema con i fantasmi della dittatura di ieri

La ballata tristemente poetica dell’Albania di oggi, sopravvissuta al passato scomodo e traumatico della dittatura comunista di Henver Hoxa

di cuttv
pubblicato 20 Giugno 2015 aggiornato 30 Luglio 2020 14:50

I fermenti creativi che attraversano i Balcani e le sponde dell’Adriatico, stanno per approdare nelle nostre sale cinematografiche con il Bota Café diretto dalla giovane esordiente albanese Iris Elezi con l’albanese-americano Thomas Logoreci, anche sceneggiatori con Stefania Casini. 

Bota, ‘il mondo’ in albanese, è un café in mezzo al nulla e al centro della vita sociale di una comunità di sopravvissuti alla dittatura comunista di Henver Hoxa, esiliata nel remoto campo di internamento ai margini di una palude che ha inghiottito silenziosamente i corpi di dissidenti, insieme al passato scomodo e traumatico di una nazione.

Una landa desolata infestata da fantasmi, nostalgie del passato e la monotonia di anime vivacemente perse intorno alle decorazioni (con tanto di vecchia panda e ombrellone sul tetto), le luci di natale e la piccola radio del café, fino a quando l’imminente costruzione di un’autostrada che sembra provenire e condurre da nessuna parte in particolare, arriva a cambiare orizzonte e prospettive dei protagonisti inquieti.

Lo spregiudicato e traffichino proprietario quarantenne Beni (Artur Gorishti) e le sue due cameriere, la giovane, briosa, maliziosa e amante Nora (Fioralba Kryemadhi) e la cugina Juli (la Flonja Kodheli ammirabile qui come in Vergine giurata di Laura Bispuri), orfana di madre, molto legata alla nonna (Tinka Kurti) che l’ha cresciuta scambiandola spesso per la figlia morta, bucando lo schermo con una nostalgia che va a ritmo con la musica proibita durante il comunismo, insieme alle speranze delle generazioni di ieri e di oggi.

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Vite allo sbando sopravvissute all’orrore di un non luogo che lascia coesistere vetture di grossa cilindrata e greggi di pecore, personaggi enigmatici da un espresso al giorno, il direttore dei lavori dell’autostrada (Luca Lionello unico italiano del cast), cofinanziata dagli italiani come il film.

Una coproduzione Italia-Albania fra la Erafilm di Sabina Kodra e la Partner Media Investment di Andrea Stucovitz, in associazione con il Kosovo della FlexFilm, il supporto di ACC, Eurimages, Mibact, KCC, in collaborazione con RTSH e Rai Cinema.

Una ballata tristemente poetica dell’Albania di oggi, co-distribuito da PMI e Istituto Luce Cinecittà dal 25 giugno 2015, dopo essere già stato apprezzato da critica e pubblico in un tour di festival, ricevendo il Fedeora Award nella East of the West Competition del Karlovy Vary International Film Festival 2014, il premio FIPRESC e del pubblico al Reykjavik International Film Festival.

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Via | ErafilmFacebook