Home Curiosità Box Office Story: con A Christmas Carol torna Robert Zemeckis, “figlioccio” di Spielberg

Box Office Story: con A Christmas Carol torna Robert Zemeckis, “figlioccio” di Spielberg

57 anni, 15 film alle spalle, blockbuster, innovazioni continue nel mondo degli effetti speciali, premi e box office sbancati. Quando si parla di Robert Zemeckis si parla di Hollywood. Fondamentale, per la scoperta di questo regista, l’incontro con Steven Spielberg, che lo lancia nel cinema che conta producendogli i primi titoli. E’ il 1978 quando

pubblicato 2 Dicembre 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 07:35



57 anni, 15 film alle spalle, blockbuster, innovazioni continue nel mondo degli effetti speciali, premi e box office sbancati. Quando si parla di Robert Zemeckis si parla di Hollywood. Fondamentale, per la scoperta di questo regista, l’incontro con Steven Spielberg, che lo lancia nel cinema che conta producendogli i primi titoli. E’ il 1978 quando Robert esordisce con 1964: Allarme a New York arrivano i Beatles, meno di 2 milioni di dollari al box office americano, seguito da La fantastica sfida, con Kurt Russel protagonista, che di milioni di dollari, solo in patria, ne incassa poco meno di 12.

L’anno della svolta, per Zemeckis, è il 1984. Con All’inseguimento della pietra verde conquista il pianeta, incassando ben 86 milioni di dollari, bissando il tutto l’anno successivo con l’exploit di Ritorno al Futuro. Capolavoro indiscusso degli ultimi 25 anni, il film, costato appena 19 milioni di dollari, ne incassa addirittura 381 in tutto il mondo, portando la prima nomination, per la miglior sceneggiatura, in tasca a Zemeckis. Robert non sbaglia più un colpo, segnando gli anni 80 con un altro titolo, Chi ha incastrato Roger Rabbit?. Vincitore di 3 Premi Oscar, il film rivoluziona il mondo dell’animazione, incassando 329 milioni di dollari worldwide, dopo esserne costati ‘solo’ 70.

Con il 1989 e il 1990 arrivano gli attesi due sequel di Ritorno al Futuro, II e III, capaci d’incassare complessivamente 575 milioni di dollari in tutto il mondo, dopo esserne costati, sempre complessivamente, 80. Gli anni 90 iniziano come era finito il decennio precedente, ovvero all’insegna del successo. La morte ti fa bella, del 1992, vince un nuovo Oscar per gli effetti speciali, mettendosi in tasca 155 milioni di dollari, dopo esserne costati 55. 15 anni dopo il suo esordio, la consacrazione ufficiale per Zemeckis arriva finalmente nel 1995 con Forrest Gump. Costato 55 milioni di dollari, il film ne incassa addirittura 677 in tutto il mondo, diventando un classico della 7° arte. 6 Oscar incoronano la pellicola, con Robert, premiato come Miglior Regista, che si porta a casa anche un Golden Globe.

Nel 1997 il regista vola nello spazio con il chiacchierato Contact, 171 milioni di dollari incassati worldwide dopo esserne costati 90, arrivando al nuovo millennio con due titoli girati praticamente contemporaneamente. Le verità nascoste, con Harrison Ford e Michelle Pfeiffer protagonisti, stupisce ed ammalia pubblico e critica, sbancando nuovamente i box office: 291 milioni di dollari, dopo esserne costati 100. Stessa sorte capita a Cast Away con Tom Hanks, che di milioni di dollari ne incassa addirittura 429 worldwide, dopo essene costati 90 (è paradossale che sia costato meno il primo rispetto al 2°, non trovate?).

Dopo la difficile e faticosa accoppiata, Zemeckis torna in sala solo dopo 4 anni, con The Polar Express, nuovo esperimento tra reale ed animazione, appassionandolo a tal punto da stregarlo. Il motion capture conquista il regista, tanto da vederlo da allora impegnato solo e soltanto in film che vedono questa particolare ed innovativa tecnologia protagonista. Costato addirittura 165 milioni di dollari, The Polar Express ne incassa 304 in tutto il mondo, dando il via ad un nuovo ambizioso progetto, Beowulf.

Peccato che il 2° esperimento di Zemeckis deluda tutti, pubblico e critica, incassando appena 196 milioni di dollari dopo esserne costati 150. A conti fatti uno dei pochissimi passi falsi fatti dal regista, che non si scoraggia affatto, dando vita ora ad un 3° titolo in motion capture, A Christmas Carol, costato addirittura 200 milioni di dollari.

Se il futuro di Zemeckis è ormai segnato a vita sul motion capture nessuno può saperlo. Sappiamo solo di trovarci dinanzi ad uno dei registi più prolifici e sottovalutati di Hollywood, capace d’incassare solo negli Usa 1,909,620,452 dollari con appena 15 film alle spalle, con una media a pellicola di 127,308,030 dollari. Nel suo piccolo una delle colonne della Hollywood degli ultimi 35 anni, diventato grande prima grazie a “zio” Spielberg, poi per meriti esclusivamene propri.