Home Festival di Venezia Box Office Story: con Alice in Wonderland torna Tim Burton, Leone d’Oro di Hollywood

Box Office Story: con Alice in Wonderland torna Tim Burton, Leone d’Oro di Hollywood

Il più giovane regista della storia ad aver conseguito il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Lui è Tim Burton, genio visionario di Hollywood pronto a tornare in sala con l’attesissimo Alice in Wonderland (qui la nostra recensione), in arrivo nei cinema italiani mercoledì 3 marzo. Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, animatore e disegnatore,

pubblicato 2 Marzo 2010 aggiornato 2 Agosto 2020 04:01



Il più giovane regista della storia ad aver conseguito il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Lui è Tim Burton, genio visionario di Hollywood pronto a tornare in sala con l’attesissimo Alice in Wonderland (qui la nostra recensione), in arrivo nei cinema italiani mercoledì 3 marzo. Regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, animatore e disegnatore, Burton a 18 anni vince una borsa di studio messa in palio dalla Disney, prendendo parte nel 1981 alla realizzazione del lungometraggio Red e Toby – Nemiciamici. Peccato che Tim con la Disney c’entri poco, tanto da abbandonarla per esordire al cinema nel 1985 con Pee-wee’s Big Adventure. Costato appena 7 milioni di dollari, il film ne incassò oltre 40 solo negli States, ottenendo critiche entusiastiche. Tutti più o meno sono d’accordo, è nato un regista con la r maiuscola.

Passati 3 anni, Burton torna in sala con un altro cult: Beetlejuice – Spiritello porcello. Costato 13 milioni di dollari, il film ne incassa oltre 73 solo negli Usa, vincendo 3 Saturn Award e un Oscar. E’ il 1989 però a lanciare il regista, con il primo capitolo cinematografico dell’uomo pipistrello, Batman. Costato 35 milioni di dollari, il film ne incassa ben 251 solo negli Usa, diventando il primo film a guadagnare almeno 100 milioni di dollari nei primi dieci giorni dal rilascio, capaci di trasformarsi in 411 milioni di dollari in tutto il mondo (ai quali bisogna aggiungere oltre 150 milioni di dollari tratti solo dall’home video). Presa una pausa dal suo primo blockbuster, Burton partorisce il suo capolavoro assoluto, ovvero Edward Mani di Forbice. Titolo che sancì l’amore cinematografico tra Johnny Depp e il regista, Edward Mani di Forbice paradossalmente non fece clamore al botteghino, incassando solo 56 milioni di dollari negli Usa, dopo esserne costati 20, diventati poi in tutto il mondo 86.

Con il 1992 torna l’uomo pipistrello, a 36 mesi dal boom del primo capitolo, senza riuscire però a replicare il successo del titolo precedente. Costato 80 milioni di dollari, il film, molto più dark e per questo preferito dallo stesso Burton, ne incassa 160 solo negli Usa, diventati poi 266 in tutto il mondo. A conti fatti, 150 milioni di dollari in meno rispetto al primo Batman. Passati altri 24 mesi, Depp torna a collaborare con il regista andando a vestire i panni del leggendario Ed Wood, ovvero “il peggior regista di tutti i tempi“. Costato 18 milioni di dollari, il film si rivela un flop clamoroso. Meno di 6 i milioni di dollari incassati sul suolo americano, a dispetto delle critiche positive e dei due Premi Oscar vinti. Con il 1996 prosegue il momento no di Burton al box office Usa, con Mars Attacks! Costato 80 milioni di dollari, il film ne incassa solo 37 negli States, diventando poi 101 in tutto il mondo.

Dato da molti come ‘già finito’, ecco che con il 1999 il regista tira fuori dal cappello Il mistero di Sleepy Hollow. Tratto dal racconto La leggenda della valle addormentata di Washington Irving, il film sbanca i botteghini di mezzo mondo, incassando 206 milioni di dollari dopo esserne costati 100, oltre a vincere un Premio Oscar per le scenografie di Rick Heinrichs e Peter Young. Proseguendo la propria carriera tra alti e bassi, Burton inizia il nuovo millennio con il criticato e atteso Planet of the Apes – Il pianeta delle scimmie, remake dell’omonima pellicola del 1968, tratta dal romanzo Il pianeta delle scimmie di Pierre Boulle. Massacrato dalla critica, il film si dimostra comunque un successo di pubblico, incassando ben 362 milioni di dollari, dopo esserne costati 100.

Passati i proverbiali 24 mesi, ecco che in sala arriva Big Fish – Le storie di una vita incredibile. Candidato a 4 Golden Globes, il film, tratto dall’omonimo romanzo di Daniel Wallace, incassa 122 milioni di dollari worldwide, dopo esserne costati 70, anticipando di due anni la fantastica ‘doppietta’ realizzata nel 2005 con La sposa cadavere e Charlie e la Fabbrica di Cioccolato. 117 i milioni di dollari incassati dal primo, oltre ad una nomination all’Oscar come Miglior Film d’Animazione dell’Anno, addirittura 474 quelli raccolti dal secondo, tratto dall’omonimo romanzo di Roald Dahl, dopo esserne costati 150.

Con il 2007 scocca l’anno del primo musical ‘gotico’ della storia del cinema, ovvero Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street. Trasposizione del musical di Stephen Sondheim, il film viene esaltato dalla critica, vince 2 Golden Globe ed un Premio Oscar, per le scenografie dei nostri Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, incassando 150 milioni di dollari worldwide dopo esserne costati un terzo. Oggi, 51enne, Burton si appresta a tornare in sala con l’attesissimo Alice in Wonderland, film che punta al miliardo di dollari worldwide, riportando il regista in casa Disney, aspettando il ritorno in 3D del ‘suo’ Frankenweenie. Clamorosamente mai nominato all’Oscar, Burton, Leone d’Oro alla Carriera a Venezia nel 2007, attende così importanti conferme dal botteghino, dopo aver girato 13 film capaci d’incassare complessivamente 1,289,298,766 dollari al solo box office Usa, con una media a pellicola di 100 milioni di dollari. Alice in Wonderland punta invece dritto dritto al miliardo di dollari, lanciando così in “orbita box office” la carriera di un regista già leggendario.

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