Cannes 2011: Premio Ecumenico a Paolo Sorrentino, Un Certain Regard a Andreas Dresen e Kim Ki-Duk – I primi premi collaterali
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In attesa di sapere chi ha vinto la Palma d’Oro e gli altri premi (seguiteci questa sera!), ecco arrivare i primi premi dalla 64. edizione del Festival di Cannes. Andiamo con ordine. This Must Be The Place di Paolo Sorrentino si porta a casa un primo riconoscimento, ovvero il Premio Ecumenico. Questa la motivazione: “Attraverso Cheyenne, una rock star decaduta e addolorata, Paolo Sorrentino ci invita a seguire un viaggio interiore e l’odissea di un uomo alla ricerca delle sue radici, di maturazione, di riconciliazione e speranza. Dramma classico di grande ricchezza e ricerca estetica, il film offre con grazia diverse piste di riflessione seria e profonda”. E la febbre da Palma cresce…
Due le menzioni speciali: Le Havre di Aki kaurismaki (concorso) a Where do we go now? di Nadine Labaki (Un Certain Regard). A proposito di Un Certain Regard, c’è un bell’ex-aequo: vincono Andreas Dresen con Stopped on track e Kim Ki-duk col suo sofferto Arirang. Il film di chiusura della sezione, Elena di Andrey Zvyagintsev, vince il Premio speciale della Giuria (capitanata da Emir Kusturica), mentre il premio per la miglior regia va a Goodbye dell’iraniano Mohammad Rasoulof, che ovviamente non potrà ritirare il premio perché agli arresti domiciliari.
Altri premi. La Queer Palm, al suo secondo anno di vita, va a Skoonheid di Oliver Hermanus. Ecco invece i premi della Quinzaine des Réalisateurs: Les Géants di Bouli Lanners vince il CICAE (premio degli esercenti indipendenti per sostenere la distribuzione nelle sale d’essai) e il SACD (premio della società francese che gestisce i diritti d’autore). Il Label Europa Cinemas va a Atmen di Karl Markovics. La sempre curiosa Palm Dog va invece al terrier Uggy di The Artist, con menzione speciale per Laika, bastardina di Le Havre.
Ed infine il FIPRESCI (critica internazionale): vincono per il concorso Le Havre di Aki Kaurismaki, sempre più in pole position per un premio importante, per il Regard L’exercice de l’Etat di Pierre Schoeller, e per le altre sezioni il premiatissimo Take Shelter di Jeff Nichols, già vincitore della Semain de la critique.