Cannes 2012 – Moonrise Kingdom: recensione in anteprima del film di Wes Anderson
Due dodicenni in fuga d’amore: adulti e boy-scout li cercano. Wes Anderson apre Cannes tra gli applausi.
Siamo su un’isola al largo della costa del New England, nell’estate del 1965. Sam e Suzy sono due due ragazzini di 12 anni che si innamorano, stringono un patto segreto e scappano insieme nei boschi. Mentre una violenta tempesta si prepara ad abbattersi sulla costa e l’intera comunità della pacifica isola è in subbuglio, tutti si affannano alla ricerca dei due fuggitivi…
Forse non vorrà dire nulla, e forse è solo strategia da parte del Festival di Cannes (il film apre in Francia proprio in questi giorni, prima di uscire in patria; e poi un film americano non fa mai troppo male in cartellone): però l’onore di dare l’apertura a Moonrise Kingdom mi pare indicativo. E’ la prima volta che Wes Anderson finisce sulla Croisette, tra l’altro in concorso: prima era andato “solo” a Berlino e Venezia.
Ma, appunto, questo onore mi sembra che da una parte confermi l’importanza del regista, e dall’altra renda omaggio ad un certo tipo di cinema americano che ha avuto, piaccia o meno, una parte importante nel decennio 2000: quello delle quirky comedies indipendenti. Wes Anderson è il re, il padre di questo tipo di commedie indie stralunate e colorate, e senza di lui non avrebbero mai visto il buio della sala Juno, Garden State o i film di Miranda July.
Il regista torna con Moonrise Kingdom a girare un film in live action, dopo la (meravigliosa) parentesi in stop motion di Fantastic Mr. Fox e a cinque anni dal discusso Il treno per il Darjeeling. E pare non aver voglia comunque di abbandonare il mondo ‘’animato’’, che è dopotutto il suo, quello che più gli appartiene. E con questo Moonrise Kingdom regala al suo pubblico (e non solo) un altro bel tassello della sua filmografia.
Il film si apre con una serie di carrellate che ci mostrano la villetta in cui vive la protagonista, Suzy, che pare quasi una casa delle bambole. Abbiamo sin da subito un primo livello di lettura del film, che è quello più ‘’tipico’’ di Anderson: il gioco. Moonrise Kingdom, coi suoi colori e i suoi dettagli anni 60 filtrati dal gusto bizzarro dell’autore, è innanzitutto un gioco molto divertente. Non è un caso che la comunità si metta alla ricerca dei ragazzini seguendo alcuni ‘’indizi’’.
Inquadrature plongée, simmetrie perfette, tempi azzeccatissimi. Tutto qua? Certo che no. Moonrise Kingdom conferma la nuova vitalità di Anderson, e conferma che sotto la superficie formalista c’è un mondo personalissimo, addirittura commovente. Sam e Suzy sono infatti anime gemelle: lo sono davvero, è bastata un’occhiata, una piccola frase (“Che tipo di uccello sei?”, chiede lui a lei, travestita da corvo in occasione di una messa in scena teatrale dell’Arca di Noè).
Vorrebbero anche sposarsi: peccato che, attorno a loro, ci sia un micro-mondo pieno di problemi. Il primo è, guardacaso, la famiglia. Apparentemente, quella di Suzy è “a posto”: vive con mamma e papà, tre fratellini e un gatto, nella ridente villetta già citata. Ma in realtà qualcuno nasconde un segreto. Sam invece non ha una vera e propria famiglia: è infatti rimasto orfano da poco, e la fuga potrebbe costargli caro, visto che i Servizi Sociali si sono interessati al suo caso…
Sam, infine, decide di fuggire anche per abbandonare il gruppo di scout di cui ha sempre fatto parte. Non ha infatti amici. Pure Suzy, depressa ed emotivamente instabile, non ha amici. Ovvio che due persone del genere non solo entrino subito in sintonia, ma si capiscano con un solo sguardo. Quello sguardo che pare mancare al mondo adulto, privo ormai di strumenti per comunicare in modo sincero e diretto (si veda il personaggio della madre di Suzy, interpretato dalla Frances McDormand, che in casa si porta un… megafono!).
Ricco di sorprese e momenti assurdi (il fulmine!), a volte anche sanguinosi (Snoopy…), pieno di sfumature tenere e disarmanti (le letterine), di battute, e benedetto da una ricchissima colonna sonora – quella originale è di Alexandre Desplat, omaggiato sui titoli di coda: non andate via subito! -, il film regge benissimo soprattutto anche grazie ai suoi attori, diretti meravigliosamente da Anderson, che pretende sempre una recitazione originale e “depressa”. Funzionano tutti alla grande, da un ironico Bruce Willis, in versione poliziotto che dà da bere birra al giovane protagonista, ad un ritrovato Edward Norton, irresistibile capo scout.
Ma chi entra subito nel cuore è la giovanissima coppia di esordienti formata da Jared Gilman e Kara Hayward (alcune sue espressioni sono identiche a quelle di Ash, il figlio di Mr. Fox!). E’ anche grazie a loro due se Moonrise Kingdom è quel bellissimo ritratto della “diversità” adolescenziale che è. Un ritratto onestissimo del primo fulminante amore e della ribellione. Ma anche dei dolori degli adulti, dei loro errori. Nel raccontarci tutto questo, Wes Anderson non ha mai bisogno di essere pesante e di calcare la mano. Anzi, è leggerissimo come l’aria, e limpido come l’acqua di quel commovente dipinto finale…
Voto Gabriele: 9
Moonrise Kingdom (USA, 2012, commedia) di Wes Anderson; con Jared Gilman, Kara Hayward, Bruce Willis, Edward Norton, Frances McDormand, Tilda Swinton, Bill Murray, Jason Schwartzman, Harvey Keitel – Qui il trailer – Uscita in sala il 6 dicembre 2012.