Cannes 2015, tutte le Palme d’Oro italiane aspettando Moretti, Sorrentino e Garrone
Con 12 Palme d’Oro vinte in 68 edizioni, l’Italia è al secondo posto dietro gli Usa per numero di trionfi, ma negli ultimi 27 anni ne abbiamo vinta solo una. Moretti, Sorrentino e Garrone riusciranno nell’impresa?
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1994, l’anno della folgorazione Tarantino con Pulp Fiction ma anche di Mario Brenta, Aurelio Grimaldi, Giuseppe Tornatore e Nanni Moretti, poi tornato a casa con il Prix de la mise en scène per Caro Diario. Era da 21 anni, ovvero da quella storica 47ª edizione, che l’Italia non portava così tanti film in Concorso al Festival di Cannes. La giornata di oggi c’ha infatti regalato la tripletta perfetta Matteo Garrone – Paolo Sorrentino – Nanni Moretti, tutti e 3 in corsa per la Palma d’Oro, con Louisiana (The Other Side) di Minervini piacevole presenza nella sezione Un Certain Regard. Un’invasione tricolore che sulla Croisette non si vedeva da due decenni, per quello che potremmo definire un ritorno in grande stile del cinema italiano, 2° nello speciale palmares per numero di Palme d’Oro vinte. 12 in 68 edizioni. Solo gli americani meglio di noi, con 19 trionfi, mentre Regno Unito (9 vittorie) e Francia (8) seguono a debita distanza.
La prima Palma, neanche a dirlo, fu legata a Roberto Rossellini e al capolavoro Roma, città aperta. Era il 1946, prima storica edizione della kermesse cinematografica e il Bel Paese mise subito le mani avanti. Il bis arrivò nel 1951 con Miracolo a Milano di Vittorio De Sica, seguito l’anno dopo dal trionfo di Due soldi di speranza di Renato Castellani. All’epoca si chiamavano Grand Prix du Festival, e non Palme d’Oro. Riconoscimento, quest’ultimo, nato nel 1955. Nel 1960, come dimenticarlo, edizione epocale con due titani italiani in Concorso. La dolce vita di Federico Fellini e L’avventura di Michelangelo Antonioni. Al primo la Palma d’Oro, al secondo il Prix spécial du Jury. Nel 1963 è Luchino Visconti a stracciare la concorrenza con Il Gattopardo, con 8½ di Federico Fellini clamorosamente fuori Concorso. Doppietta straordinaria tra il 1967 e il 1968. Prima Signore & signori di Pietro Germi, poi Blow-Up di Michelangelo Antonioni. Due Palme in due anni. Evento che tornerà a ripetersi nella folle edizione del 1972, che vide un ex-aequo tutto nostrano. Doppia Palma per La classe operaia va in paradiso di Elio Petri e Il caso Mattei di Francesco Rosi. Mai sazi di doppiette storiche, il cinema italiano fa tris tra il 1977 e il 1978 con Padre padrone di Paolo e Vittorio Taviani e L’albero degli Zoccoli di Ermanno Olmi. Ed è qui, dopo questo ennesimo doppio trionfo, che Cannes si dimentica di noi. O forse dovremmo dire che è il nostro Cinema, nei 3 decenni precedenti primatista sulla Croisette, a perdere di peso.
Bisognerà infatti attendere addirittura il 2001, ovvero 23 anni di ‘nulla’, per un’altra Palma d’Oro. A vincerla La stanza del figlio di Nanni Moretti, ultimo regista nostrano a riuscire nell’impresa. Nel 2008 ci siamo andati vicini grazie a Gomorra di Garrone (Grand Prix Speciale della Giuria) e a Il Divo di Paolo Sorrentino (Premio della Giuria), con Garrone ancora una volta Grand Prix nel 2012 con Reality e Alice Rohrwacher Grand Prix nel 2014 con Le Meraviglie. Premio, il Grand Prix, vinto nel corso degli anni anche da Petri (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto), Pasolini (Il fiore delle mille e una notte), Ferreri (Ciao maschio), Taviani (La notte di San Lorenzo), Tornatore (Nuovo Cinema Paradiso), Amelio (Il ladro di bambini) e Benigni (La vita è bella). Due soli, invece, i registi italiani riusciti a vincere il Prix de la mise en scène, ovvero Ettore Scola (Brutti, sporchi e cattivi) e Nanni Moretti (Caro Diario), mentre a portarsi a casa il Premio della giuria sono stati Antonioni (L’avventura e l’Eclissi) e Paolo Sorrentino con il già citato Divo.
La speranza, visto l’imminente assalto firmato Moretti – Sorrentino – Garrone, è che questa lunga e ricca lista possa arricchirsi di ulteriori premi tra poco più di un mese. Quando ripartirà l’attacco tutto italiano alla Palma d’Oro, da 14 anni battente bandiera NON italiana.