Jeanne du Barry – La favorita del re: nuovo trailer italiano e anticipazioni del film con Johnny Depp (Al cinema dal 30 agosto)
Tutto quello che c’è da sapere su “Jeanne du Barry – La favorita del re”, il biopic storico di Maïwenn con Johnny Depp nei panni di Luigi XV selezionato come film d’apertura a Cannes 2023.
Dopo la tappa come film d’apertura della 76esima edizione del Festival di Cannes, dal 30 agosto nei cinema italiani con Notorious Pictures Jeanne Du Barry – La favorita del re, sesto film da regista dell’attrice francese Maïwenn che è anche co-protagonista al fianco di Johnny Depp nei panni di Luigi XV.
Jeanne du Barry – Trama e cast
La trama ufficiale: Jeanne Vaubernier (Maïwenn), una giovane donna della classe operaia affamata di cultura e piacere, usa la sua intelligenza e il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV (Johnny Depp) che, ignaro del suo status di cortigiana, riacquista attraverso di lei il suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e contro ogni decoro ed etichetta, Jeanne si trasferisce a Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la corte.
Il cast è completato da Benjamin Lavernhe, Melvil Poupaud, Pierre Richard, Pascal Greggory, India Hair, Noémie Lvovsky, Marianne Basler, David Decraene, Luna Carpiaux, Alexandre Styker, Edouard Michelon, Thibault Bonenfant.
Jeanne du Barry – Trailer e video
https://www.youtube.com/watch?v=MrDarfGICRI&t=10s
Primo trailer italiano ufficiale pubblicato il 4 maggio 2023
Nuovo spot tv ufficiale in lingua originale pubblicato il 12 maggio 2023
Nuove clip sottotitolate in inglese e video da Cannes pubblicati il 23 maggio 2023
Nuovo trailer ufficiale e spot tv in italiano pubblicati il 22 agosto 2023
Curiosità sul film
- Maïwenn dirige “Jeanne du Barry” da una sua sceneggiatura scritta con Teddy Lussi-Modeste e Nicolas Livecchi.
- Il primo film di Johnny Depp in tre anni. Il suo ultimo è stato Minamata (2020).
- Il film è prodotto da Johnny Depp, Pascal Caucheteux, Konstantin Elkin e Grégoire Sorlat.
Note di regia
Tutto è cominciato quando sono andata a vedere al cinema Marie Antoinette di Sofia Coppola nel 2006. Perché, appena appare sullo schermo, rimango affascinato dal personaggio di Jeanne interpretato da Asia Argento. Mi sento subito in sintonia con lei, mi manca appena esce dallo schermo. Jeanne du Barry mi seduce perché è una magnifica perdente. Forse perché la sua vita ha delle somiglianze con la mia, ma non è l’unico motivo. Mi sono innamorata di lei e dell’epoca. Mi immergo in una sua biografia molto completa. Il desiderio di fare un film su di lei è immediato ma sarà vanificato per dieci anni da un sentimento di illegittimità a coglierlo. Ogni volta che finisco un film, mi immergo ancora in questo libro ma non riesco mai a trionfare sul mio complesso di inferiorità.
La mia esperienza è maturata attraverso i film che realizzo. È stato dopo le riprese di Mon Roi – Il mio re che tutto si è finalmente sistemato e che mi sentivo in grado di affrontarlo, nutrita da questa esperienza sui set, e dal mio essere cinefila che si era rafforzato nel tempo e mi aveva permesso di conoscere, attraverso i film d’epoca che avevo potuto vedere, cosa mi piaceva e che non mi piaceva. Tutto questo mi ha permesso di costruire nella mia testa come avrei potuto dirigere un film su Jeanne du Barry, pur essendo consapevole della mole di lavoro che avrebbe comportato.
In principio ho scritto per tre anni con in testa l’idea di un attore francese che alla fine si è rifiutato di leggere la sceneggiatura. Mi ci è voluto quindi un po’ per digerire la mia delusione prima di offrire il ruolo a un altro attore francese che mi ha detto subito di sì, ma ha dovuto rinunciare per motivi di salute. Da lì, ammetto di non avere avuto più voglia di un francese in questo ruolo. Un amico mi ha poi suggerito di fare un elenco dei miei sogni, al di là dei confini e delle lingue. ne ho scritti tre. Ho scelto il secondo in questa lista perché mi sembrava il più conveniente, aspetto due mesi prima di ricevere una lapidaria risposta di rifiuto dall’assistente del suo agente, senza uno straccio di spiegazione. Quindi inevitabilmente quando decido di affrontare il primo della lista, Johnny Depp, non ci credo nemmeno più! E mi sbagliavo alla grande: quindici giorni dopo l’ho incontrato a Londra e ha detto subito di sì. L’ho voluto prima in questo ruolo perché sono stato a lungo una grande ammiratrice del suo lavoro, molto semplicemente. Ma anche perché in questo ruolo che passa più per sguardi e silenzi che per le parole, mi è sembrato perfetto per alcuni dei ruoli che ha saputo ricoprire – da Edward Mani di Forbice e Benny & Joon – e l’emozione che ne scaturiva ogni volta, era l’attore ideale per questo tipo di film. C’è Buster Keaton in Johnny. Infine, ho sentito in lui il lato romantico e romanzesco del ruolo, e che il suo lato vivace e grezzo corrispondesse esattamente al Luigi XV del mio film.
Intervista a Johnny Depp
Qual è stata la tua prima reazione quando Maïwenn è venuta a chiederti di interpretare Luigi XV in Jeanne Du Barry?
Questo tipo di proposta non capita tutti i giorni, puoi immaginare! Non avrei mai immaginato che avremmo offerto di interpretare un re di Francia all’americano che sono. Quindi, quando ricevo questa proposta, rimango inevitabilmente incuriosito. Scopro della persona che ha immaginato questo progetto e ha avuto questa folle idea di affidarmi Luigi XV, guardo i suoi altri film. Ho letto la sua sceneggiatura molto ben scritta, molto ben documentata dietro le quinte della Versailles dell’epoca, le lotte di potere e gli scontri larvati, intrecciando finemente i legami tra il Settecento e il nostro tempo, senza scadere in facili anacronismi. Ma sono i nostri primi scambi che confermeranno tutte queste prime sensazioni positive. Mi sentivo come se avessi incontrato uno spirito affine. E qualcuno appassionato, totalmente dedito a questo progetto di folle ambizione da anni. In effetti, avevo solo una domanda da farle: “Sei sicura di volere me per questo ruolo e non un attore francese?”. Mi ha assicurato che mi vedeva in questo personaggio da mesi, al di là di queste questioni di linguaggio. Quando una persona così precisa ed entusiasta nel modo in cui spiega il suo film e cosa vuole farne ti assicura che ci crede, i tuoi dubbi svaniscono. Così ho accettato con entusiasmo. E questo, tanto più che ero certo di trovarmi di fronte a qualcuno pronto ad andare in battaglia, consapevole di cosa avrebbe rappresentato una simile ripresa in costume, in luoghi prestigiosi e quindi intimidatori e con centinaia di comparse. Non c’erano più dubbi.
Cosa ti ha colpito di più nel modo in cui Maïwenn ha diretto il suo set?
Sono rimasto davvero stupito dal mix di forza, coraggio e passione con cui ha tenuto il timone. Era chiaro ogni giorno che sapeva dove stava andando, mentre combinare i ruoli di regista e attrice protagonista di un progetto del genere è una vera sfida! A cominciare da qualcosa di molto concreto: un regista deve essere consapevole in ogni momento di tutto ciò che accade sul suo set, mentre un interprete deve invece creare un vuoto e dimenticare tutto. Ed è piuttosto pazzesco come sia riuscita a domare questa dicotomia.
Luigi XV è anche un personaggio i cui silenzi e sguardi sono eloquenti quanto le parole che pronuncia. E in questo senso è in linea con tanti personaggi che hai interpretato dai tempi di Edward Mani di Forbice di Tim Burton…
Ne ho incontrati alcuni nella vita di questi uomini che ti hanno fatto capire tutto con uno sguardo. E’ così che hanno imposto potere e paura! Non avevano bisogno di aprire la bocca per quello! In virtù della sua funzione e della sua personalità, Luigi XV fa parte di questi uomini. E per incarnarlo ho avuto quindi la fortuna di seguire le orme di quelli che sono sempre stati i miei eroi del cinema, le star del muto, Lon Chaney, Buster Keaton, Charlie Chaplin…ma anche di un Marlon Brando il cui linguaggio del corpo era unico al mondo. È osservandoli ma anche trascorrendo anni nei caffè semplicemente osservando i miei coetanei nella vita “reale” che non smetto mai di lavorare su questo tipo di espressione per andare oltre le parole. Un attore è come una spugna.
Re Luigi XV – Note storiche
Luigi XV di Borbone fu re di Francia dal 1715 al 1774 anno della sua morte. Dotato di una vasta cultura e dal carattere mite, all’inizio del regno ottenne grandi consensi da parte del popolo che arrivò a tributargli l’appellativo di “Beneamato”. Con il passare degli anni però la sua debolezza nel prendere decisioni e l’intrigante e costante presenza delle sue amanti ne fecero crollare la popolarità, tanto che alla sua morte per le vie di Parigi impazzarono i festeggiamenti. Sullo schermo il personaggio interpretato da Johnny Depp è stato rappresentato moltissime volte, ricordiamo le interpretazioni di Michel Serrault nel film L’insolente (1996),Didier Bourdon in Il tulipano d’oro (2003), Rip Torn in Marie Antoinette (2006) di Sofia Coppola e Stanley Weber nel film tv Luigi XV – Il sole nero (2009).
Jeanne du Barry – Note storiche
Un percorso sulfureo, un’esistenza legata per sempre allo scandalo. Quella del corpo prostituito, della sessualità a caro prezzo. Una vertiginosa ascesa sociale. Nata illegittima, in un ambiente che non potrebbe essere più modesto, da una madre cuoca probabilmente prostituta nel tempo libero, come accadeva a migliaia di donne dell’epoca, e da un padre monaco, e un padre monaco, che, secondo le fonti, poteva essere sconsacrato o meno. Attorno a questa giovane donna fuori dal torrente gravitano ruffiani, libertini (ricchissimi), predatori di ogni tipo. Ricorda che la futura contessa du Barry si evolve in una società in cui le donne non sono solo “invisibili”. Per loro non c’è posto nello spazio pubblico. La loro è quella della casa, delle faccende domestiche. All’interno di quella che dal XVIII secolo si chiama opinione pubblica, le donne che esistono pubblicamente sono le donne pubbliche, cioè le prostitute. Questo spiega perché le donne si integrano perfettamente nel sistema patriarcale, senza mai criticarlo davvero e, tanto meno, metterlo in discussione.
Considerato a lungo il secolo dell’emancipazione femminile, coloro che si sono distinte nel Settecento, peraltro poche di numero, lo hanno fatto a dispetto di tutta la turpitudine e malevolenza che le donne subiscono dal momento in cui esistono, in un modo o nell’altro, nello spazio pubblico. A seconda dei casi, vengono attaccati perché belle o brutte, attraenti o non maritabili. Se odiamo le donne istruite, ci piace prendere in giro le stupide. Sono sfidate ad avere facoltà intellettuali, incapaci come sono di poter pensare, argomentare, filosofare. Gli viene negato qualsiasi talento. Non sono, e non possono essere, grandi artiste, compositrici o studiose. Non hanno diritti politici, anche sotto la Rivoluzione che, ovviamente, garantisce loro alcuni diritti civili. Nascono e muoiono come eterne minoranze. Quelle che si distinguono, che riescono, sono solo anomalie, donne snaturate, di brutta vita, virago, mostri femminili.
Agli occhi della regista Maïwenn, Jeanne Du Barry non è più solo la creatura dello scandalo. Ha travolto il favorito reale, l’immaginazione che ha suscitato dal XVIII secolo ai giorni nostri. Soprattutto, umanizza una donna che ha dovuto mostrare costantemente volontà, coraggio e ambizione. In un secolo in cui le donne non possono conquistare il potere politico, il letto del re è il luogo obbligato per vivere tale elevazione sociale. Soddisfare i sensi del sovrano, anche solo per un certo tempo (è il caso delle piccole amanti, effimere nel letto reale), garantisce a una giovane donna di essere libera dal bisogno e questo per il resto dei suoi giorni. Inoltre, essere la favorita del re, vivere per anni con il re alla corte di Versailles, richiede doti, sia cerebrali che umane – che una Madame de Pompadour ha brillantemente dimostrato davanti a Jeanne du Barry.
Quest’ultima è colta, composta, rispettosa delle consuetudini di corte, anche se, per lo più, non le comprende e le giudica, come la maggioranza, ridicole. Presume di essere una studiosa nel campo delle “sciocchezze”, pur essendo un’avida lettrice – il libro è un oggetto essenziale della sua vita quotidiana, e lo è stato fin dall’infanzia. Ha gusto e la scultura è una delle sue passioni. È un’esteta informata e una mecenate molto attiva, sia per la decorazione d’interni, sia per i mobili raffinati o per la cosiddetta cultura delle “apparenze”. Sa come vestirsi, adornarsi, mettere in risalto la sua silhouette. L’ex signorina che lavora da Labille, commerciante di moda, ha una conoscenza molto acuta di cosa sia lo stile, gli accessori, l’eleganza. Prima della regina Maria Antonietta, ha partecipato attivamente alla nascita dell’alta moda con il suo gusto per gli abiti liberati dalle ceste, rigati o bianchi, piume e gioielli che accumula.
Si traveste indossando i pantaloni e la redingote (prefettizia). Non è solo provocazione. Mostra così ciò che la caratterizza e che manca al mondo che la circonda, che la odia e vorrebbe la sua libertà. Sotto l’occhio benevolo ma mai compiacente di Maïwenn, si misura la fragilità di una condizione umana, quella di una donna il cui destino dipende esclusivamente dalla benevolenza del re. In qualsiasi momento, al minimo passo falso, La favorita avrebbe potuto essere ripudiata. Per il resto non c’era niente. Luigi XV la ama sinceramente. La protegge, la difende e la impone a tutti, comprese le sue figlie Mesdames, rimaste nubili, che la umiliano e la sminuiscono costantemente, con l’aiuto della Dauphine Marie-Antoinette, appena quindicenne. Di tutte le sue donne di cuore, Jeanne è la sua grande storia d’amore che finisce tragicamente, nel maggio 1774, a causa di una malattia. Luigi XV morendo di vaiolo, non ebbe altra scelta che cedere alle pressioni di ecclesiastici e devoti. La scaccia dalla corte per vivere le sue ultime ore da re cristianissimo, chiedendo ufficialmente perdono ai suoi sudditi per il suo comportamento peccaminoso e ricevendo l’estrema unzione. Più di ogni altra cosa, Luigi XV ha molta paura dell’inferno.
Jeanne du Barry incarna la cattiva condotta del re, la spudorata licenziosità, una monarchia effeminata e degenerata. Sarà per sempre la creatura sessuale, la prostituta di lusso, anche vent’anni dopo, in piena Rivoluzione. Sarà poi arrestata, incarcerata, giudicata, condannata e ghigliottinata affinché il nuovo ordine politico possa finalmente saldare i conti con l’Antico Regime e con quelle donne che hanno osato, perché distorte, calpestare in un modo o nell’altro lo spazio pubblico.
Jeanne du Barry – La colonna sonora
- Le musiche originali del film sono del compositore premio Oscar Stephen Warbeck (Billy Elliot, Quills – La penna dello scandalo, Il mandolino del capitano Corelli, Charlotte Gray, Proof – La prova, Mon Roi – Il mio re). Warbeck e la regista Maïwenn hanno collaborato anche per Polisse, Mon roi – Il mio re e DNA – Le radici dell’amore.
- Stephen Warbeck è uno dei compositori britannici di maggior successo che lavorano oggi nel cinema. I suoi numerosi crediti includono Shakespeare in Love, per il quale ha vinto un Oscar per la migliore colonna sonora originale. Stephen ha iniziato a studiare pianoforte e composizione all’età di quattro anni, e verso la metà dell’adolescenza aveva sviluppato un’affinità per il rock ‘n’ roll oltre che per il teatro. I suoi crediti televisivi includono le prime cinque serie di Prime Suspect di Lynda La Plante, per il quale ha ricevuto una nomination ai BAFTA e ha recentemente composto la colonna sonora di The Dresser, con Ian McKellen e Anthony Hopkins, per la BBC ed entrambe le serie del prestigioso dramma in prima serata di Channel 4 Indian Estati. Ha anche scritto musica per numerose produzioni teatrali ed è membro fondatore dei The Kippers, con i quali si esibisce ancora regolarmente.
1. Jeanne du Barry
2. Le début
3. Renvoyée
4. Jeanne rencontre du Barry
5. La première nuit
6. Le lever du Roi
7. Mort de la Reine
8. Présentation de Jeanne à la cour
9. Jeanne à Versailles
10. La chasse
11. Le Roi et la Comtesse
12. Le style du Barry
13. La mort d’Adolphe
14. Les marches
15. Le Roi est malade
16. Dernier adieu
17. La mort du Roi
18. La fin
19. Après la mort de Jeanne
20. Générique de Fin
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Jeanne du Barry – Foto e poster