Cannes: conferenza stampa di Fast Food Nation
Fast Food Nation è il nuovo film di Richard Linklater, autore di School of Rock, Prima dell’alba e Prima del tramonto. Tratto dal docu-libro di Eric Schlosser, il film è un inquietante ritratto dell’America e di ciò che sta dietro alle multinazionali del “cibo veloce” (dopo il documetario -bellissimo- Super Size Me). E nella conferenza
Nessuno pensava di fare un film dal libro all’inizio; poi quando se ne è parlato tutti si sarebbero aspettati qualcosa alla Michael Moore, ma il film ne è lontano, visto che non è un documentario. Com’è nato dunque il progetto?
(Risponde Linklater): mi piace molto il libro; quando ho incontrato Erik ne abbiamo parlato e gli ho chiesto se il film dovesse essere un documentario: “come possiamo adattarlo?” ci siamo infatti chiesti subito. Erik diceva di presentare dei personaggi, per cui siamo partiti da ciò e abbiamo deciso di fare non un documentario ma qualcosa sulla vita di alcuni personaggi.
(Continua Schlosser) Avevamo parlato con molti registi, poi mi è stato presentato Jeremy Thomas (il produttore) e abbiamo realizzato l’idea: sapevamo di correre il rischio di fare un cattivo film e ci siamo stati molto per preparare la sceneggiatura. Ma l’idea base è quella di un film coraggioso: è un film integro, e poi ha un buon approccio al libro.
Due domande: si farà per caso un documentario complementare al film? E le difficoltà nel realizzare la pellicola? Sappiamo infatti che ci sono più livelli di lettura: come avete fatto a realizzarlo?
(Risponde Linklater) Io spero che si faccia un documentario come seguito. Per quanto riguarda il film la cosa più difficile è stato fare la trasposizione letterale dal libro; volevamo fare fiction e il nostro adattamento doveva osare; Erik, come autore, ha avuto molto coraggio nel mettere da parte il suo libro e mettere l’accento sulle persone. L’idea non era quella di fare un film politico, anche se un po’ lo è: ma contano di più i personaggi.
Ho parlato con altri critici dopo la visione del film: concordiamo che ci sono molti echi di Traffic…
(Risponde Linklater) Sì, questo tipo di film permette di mostrare molte cose: pensate a Nashville o appunto Traffic! Per mostrare una storia ci sono varie strategie, come seguire due personaggi in modo parallelo: ci sono molti film così, ad esempio anche Crash, non c’è nulla di nuovo: mi è sembrata però l’idea più interessante…
Devo innanzitutto ringraziarvi per ciò che avete realizzato: è fantastico! Una domanda per Erik: questo libro ha fatto una buona impressione, anche nei giornalisti, che dicevano che la loro vita è cambiata dopo averlo letto: come si spiega il fenomeno del libro?
Come scrittore per me è stato interessante vedere persone che dicono che il libro ha cambiato la loro vita; il libro è stato pubblicato nel 2001, quando la gente si chiedeva cosa succedeva negli Usa: se fosse uscito dieci anni prima non avrebe avuto lo stesso impatto. Io mi sono sorpreso che abbia avuto così tanto successo… da allora in poi ci sono stati molti libri così: è straordinario per me vedere che però c’è ancora gente che lo legge.
Una domanda per Linklater e una per Catalina Sandino Moreno: quando immaginavate il personaggio di Silvia lei ha immaginato Catalina nei suoi panni? E per Catalina: hai trovato somiglianze fra il tuo personaggio in Maria Full of Grace e quello di Fast Food Nation?
(Risponde Linklater) Non ho pensato subito a lei… Quando lavori su una sceneggiatura è meglio non avere nessuno in mente; prima scrivi il copione, poi lo cambi rispetto agli attori che scegli.
(Risponde Catalina) Le somiglianze fra i due personaggi… beh, che sono entrambe due immigrate, basta direi. In Maria Full of Grace avevo il ruolo di una ragazza che non voleva lasciare la Colombia, anche se si trovava negli Usa; era una ragazza che non voleva più vivere in una cittadina; in questo film il personaggio vuole andare negli Usa, è il suo sogno, il grande sogno americano. Maria negli Usa ci si ritrova…
Una domanda per Ana Claudia Talancón: il personaggio di Coco voleva andare negli Stati Uniti a tutti i costi; cosa pensa del suo personaggio?
Ci sono persone pronte a tutto per il successo… però mi piace il mio personaggio: lei vuole solo avere un po’ di soldi, trovare un lavoro, vivere decentemente…
Siamo d’accordo nel dire che il film dà più di un messaggio: uno di questi è quello del problema dell’immigrazione clandestina. Pensi che questo e film simili possano cambiare alcune situazioni terribili che esistono? E poi: è stato difficile convincere Bruce Willis a fare parte del cast?
(Risponde Linklater) A Willis l’idea è piaciuta e io ne ero felice. Ci si ricorda di lui nel film…! Lo ammiro. Per quanto riguarda la prima domanda, il film parla anche dell’immigrazione clandestina, che è un problema che resisterà sempre; un governo può decidere di parlarne o meno: gli immigrati sono capri espiatori e non c’è nulla di nuovo, la situazione si aggrava sempre più…. Spesso le aziende cercano manodoopera meno cara e ciò succede in ogni paese.
Nel film non vengono utilizzati animali direttamente; ma nelle scene di macellazione, come avete fatto a girare quelle scene con gli animali?
(Risponde Linklater) Abbiamo sì girato queste scene, siamo stati fortunati ad accedere alla macellazione degli animali. Gli attori hanno potuto filmare rapidamente, avevamo poche ore per filmare queste scene. Sono scene shockanti, forti… però la storia è così, la vita è questa. Le immagini finali erano necessarie per l’impatto finale. Questo film svela molte cose: sono delle realtà di cui bisoga essere consapevoli. A volte ci facciamo illusuoni, ci immaginiamo fattorie ambientaliste: non è così! Ci sono ben altre situazioni…
Una domanda per Gled Kinner: secondo lei il suo personaggio cambia dopo le esperienze vissute? Nella scena finale si ha l’impressione che niente l’abbia toccato…
Quando ho letto il copione per la prima volta ho notato subito che non si trattava di un compione ordinario; all’inizio del film il mio personaggio inizia a capire le questioni e mi sono detto che alla fine forse si sarebbe liberato, ma alla fine non lo fa. Sarebbe bello se il personaggio si ribellasse, ma la verità è che le persone che lavorano nelle multinazionali non si possono ribellare…
Dopo aver visto il film ho deciso di non andare più al McDonald’s: voi mangiate nei fast food? Pensate che ci saranno reazioni delle catene di fast food?
(Risponde Linklater) C’è già stata…! Hanno chiamato in causa vari dipartimenti che forse cercheranno di contrastare l’uscita del film. Queste società sono ricchissime. Io non vado spesso nei fast food, solo quando sono stato a Vienna sono andato al Mc perchè non trovavo nulla… e poi non mi piace molto la carne; Erik mangia carne, io poco ma non sono vegetariano, ma non mi piace neanche molto.