Capodanno al cinema con tanti film per aspettare il prossimo
Aspettando Capodanno con Fantozzi, Stange Days, Harry ti presento Sally, Four Rooms, Viale del tramonto, L’appartamento, La febbre dell’oro e tantissimi altri film che hanno dedicato scene e trame al passaggio tra due anni.
A pochi giorni da un nuovo Capodanno, e qualche botto accompagnato dai fuochi d’artificio, si torna a far bilanci, riflessioni, qualche follia e riti scaramantici, sapendo benissimo, dopo tanto cinema, che tra chi aspetta mezzanotte per un bacio, promesse eterne, assestare un colpo grosso, sopravvivere ai bug di fine millennio o solo ad un veglione, da New York a Roma, sul Viale del tramonto, in una Los Angeles cupa e futuristica o alla periferia dell’umanità più grottesca, a volte non ti salva neanche la lotteria.
Una consapevolezza che arriva con Ho vinto la lotteria di capodanno (Italia 1989, Commedia) diretta da Neri Parenti, quando il ragionier Fantozzi (Italia, 1975) diretto da Luciano Salce, ci ha messo già in guarda dallo squallore di un veglione del 31 dicembre, e dal rito di gettare il vecchio dalla finestra, direttamente sulla sua povera Bianchina. Non tutti i countdown sono così disastrosi, o frenetici e allucinati come quelli che già nel 1995 hanno aspettato il nuovo millennio con i contrabbandieri di memorie sensoriali dello Strange Days di Kathryn Bigelow.
Billy Wilder però ci ha mostrato che quello che può far la differenza e parecchia atmosfera, non è tanto il luogo quanto la compagnia, e se una villa può essere lo sfondo per un capodanno da incubo alla corte di un ex diva del muto sul Viale del tramonto (Sunset Boulevard, 1950, Drammatico), nella notte di San Silvestro L’appartamento (The Apartment, 1960) newyorkese di Baxter (Jack Lemmon) diventa teatro della dichiarazione d’amore con Fran ( Shirley MacLaine)… Fa’ le carte e poi ridimmelo ….
Basta anche una capanna ad un vagabondo come Charlie Chaplin con La febbre dell’oro (The Gold Rush, 1925), che parecchi anni dopo ispira il Johnny Depp in Benny & Joon (1993) di Jeremiah S. Chechik. Nella tenuta di Kenneth Branagh per Gli amici di Peter (Peter’s Friends, 1992) che aspettano il 1993, tra sogni di gioventù, segreti inconfessabili e brindisi, si affaccia un presente consapevole più che premesse di un futuro migliore.
Alle volte ne servono un paio di capodanni per assistere alla dichiarazione d’amore ‘originale’ tra Billy Crystal e Meg Ryan, in Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally…, USA 1989, Commedia) diretto da Rob Reiner.
La notte dell’ultimo dell’anno l’amore trionfa a passo di danza sulla musica di George Gershwin, anche per Un americano a Parigi (An American in Paris, 1951) come il Gene Kelly diretto da Vincent Minnelli.
Chi anela buonumore per il nuovo anno è meglio che aspetti la notte del 31 dicembre con il Totò dell’Operazione San Gennaro di Dino Risi, e le Risate di gioia di Mario Monicelli in coppia con Anna Magnani, piuttosto che a Roma con Monica Bellucci e Alessandro Haber, tra i protagonisti de L’ultimo capodanno (1998) tragicomico e grottesco diretto da Marco Risi, tratto da L’ultimo capodanno dell’umanità di Niccolò Ammaniti, pubblicato nella raccolta Fango (1996).
Nel 1995 Quentin Tarantino, reduce da Pulp Fiction, e i suoi ex compagni del Sundance Institute, Robert Rodriguez, Allison Anders e Alexandre Rockwell, si mettono dietro la macchina da presa dei 4 diversi episodi che animano la notte di Capodanno di Four Rooms. Quattro stanze del vecchio Mon Signor di Los Angeles, con l’esilarante fattorino interpretato da Tim Roth a barcamenarsi tra convegni di streghe del calibro di Madonna, mariti gelosi dal grilletto facile, giochi pericolosi, figli maleducati e finale surreale alla Tarantino.
Ispirando la trilogia dei vari Ocean Eleven, la notte di capodanno può essere anche testimone del Colpo grosso (Ocean’s eleven, 1960) di Lewis Milestone, con Frank Sinatra e amici decisi a svaligiare cinque casinò di Las Vegas, decisamente più avvincenti di Catherine Zeta-Jones e Sean Connery alle prese con i furti di capodanno dell’Entrapment (1999) di Jon Amiel.
Il Valzer delle candele utilizzato in tutti i paesi anglosassoni per dare l’addio all’anno che sta per passare è in realtà la la canzone di origine scozzese Auld Lang Syne, da ascoltare anche ne Il ponte di Waterloo (Waterloo Bridge, 1940) diretto da Mervyn LeRoy.
Il capodanno a Cuba resta meta di viaggi per tanti, ma se vi interessa la festa di fine anno del 1959, testimone della caduta del dittatore Batista e dell’avvento di Fidel Castro, potete scegliere di trascorrerla con il Robert De Niro de Il padrino – parte II (The Godfather Part II,1974) di Francis Ford Coppola, o il Robert Redford nell’Havana (1990, Drammatico) di Sydney Pollack.
Mi sento di sconsigliare anche party di capodanno con vicini inquietanti come quelli toccati alla povera Mia Farrow di Rosemary’s Baby (1969, horror) di Roman Polanski, o in crociera, per evitare La tragedia del Poseidon (1972) di Ronald Neame, rinfrescata dal Poseidon (2006) di Wolfgang Petersen.
A quanto pare conviene fare attenzione anche ai party di Capodanno pieni di spettri degli anni passati, se vi capita di fare da guardiano ad un Overlook Hotel con lo Shining (1980) di Kubrick nell’aria. Ma se siete una single per scelta degli uomini come Bridget Jones (Bridget Jones’s Diary, 2001), può essere insidioso anche un buffet freddo a base di tacchino al curry, organizzato da una madre che tenta di accasarvi.
La grande mela nel corso del tempo ha assicurato capodanni a tutti, con la gioventù nell’East Village del 1981 di 200 Cigarettes (200 Cigarettes, USA 1999, Commedia) di Risa Bramon Garcia, le coppie a caccia d’amore del Capodanno a New York (New Year’s Eve, 2011) di Garry Marshall, i disinfestatori a caccia del figlio di Sigourney Weaver nel Ghostbusters 2 (1989) di Ivan Reitman, quando forse anche per Woody Allen Basta che funzioni (Whatever Works, 2009).
Cento, se avete i Giorni contati (End of Days, 1999, Azione, regia di Peter Hyams) e banchieri posseduti da Satana (non lo sono tutti?) alle calcagna, conviene chiedere aiuto a Arnold Schwarzenegger per fermarli.
Le difficoltà e le contraddizioni del’Italia del boom economico, diretta da Ermanno Olmi con Il Posto (1961) è lontana. I fuochi d’artificio del 31 dicembre del corto “Fireworks” di Giacomo Abbruzzese, hanno conquistato i festival del 2012 cadendo su un gruppo internazionale di ecologisti che decide di far saltare in aria l’intero impianto siderurgico. Qualunquemente, in un paese allo sbando come il nostro si può può fare sempre affidamento sul discorso di Capodanno di un Cetto La Qualunque, purtroppo spesso più serio di Antonio Albanese. Sicuramente ho dimenticato tanto film, che potete segnalarmi nei commenti insieme ai vostri preferiti, quantuanquamente, quolunquamente … Buon Anno a tutti!