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Caterina Boratto: peccato, quel mio errore, cara diva

A 95 anni è morta la bellissima attrice Caterina Boratto. Torinese. Debuttò nel 1937 con “Vivere”, e partì poi per Hollywood, dove rimase per sette anni. Tornò in Italia dopo sette anni, senza girare un film. Come accadde anche ad un’altra italiana, Alida Valli, anche lei bellissima, che fece in tempo a interpretare “Il caso

pubblicato 16 Settembre 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 20:25

A 95 anni è morta la bellissima attrice Caterina Boratto. Torinese. Debuttò nel 1937 con “Vivere”, e partì poi per Hollywood, dove rimase per sette anni. Tornò in Italia dopo sette anni, senza girare un film. Come accadde anche ad un’altra italiana, Alida Valli, anche lei bellissima, che fece in tempo a interpretare “Il caso Paradine” di Alfred Hitchcock; ma la guerra mondiale, 1939-1945, era già finita. Caterina ricominciò l’attività a Cinecittà con “Il romanzo di un giovane povero” e con “Campo de’ Fiori” con Aldo Fabrizi e la Magnani. Nella guerra, l’attrice torinese perdette due fratelli (uno caduto a Cefalonia e l’altro partigiano); morì anche il marito in un incidente aereo, un conte. Il primo vero amore fu il grande tenore Tito Schipa. Caterina si risposerà e si ritirerà dal cinema.

Riprenderà con Freda in “Il tradimento”; ma i suoi importanti “ritorni” furono prima Federico Fellini in “8 e mezzo” e “Giulietta degli Spiriti”. Fu una nuova carriera. Lavorò con registi di nome e fece anche “Salò o 120 giornate di Sodoma”, ispirato a De Sade. Bellissima, come ho detto, divenne anche brava. Anzi, si trasformò in una icona del cinema che era stato. Una sorta di Gloria Swanson, la protagonista di “Viale del tramonto”, e cioè un personaggio di un cinema colmo di leggende, davvero indimenticabile, sentimentale, romantico, amaro, persino tragico. La sua bellezza era classica, elegante,sognante. L’attrice non era priva di ironia. Non si poteva parlare di cinema senza citarla. Lo feci.

Inserii il suo nome e alcune righe sulla sua storia nel mio libro dedicato ad Anna Magnani (“Anna Magnani- La vita e la carriera di un’attrice che guarda dritto negli occhi”, Ediesse). Commisi un errore. Mi fidai di un bravo scrittore Giancarlo Fusco che in un suo libro diceva che Caterina era la figlia di un autista fidatissimo di Benito Mussolini. Mi scrissero i figli e molto cortesemente mi fecero notare che si trattava di una falsa notizia. Verificai, avrei potuto farlo prima ma il nome del bravo amico Fusco mi pareva una fonte attendibile, essendo egli testimone di quei tempi.

Promisi la correzione. La farò in una nuova edizione del libro sulla Magnani. Voglio salutare Caterina che non dimenticherò: inserii nel mio film “Il castello di sabbia” sui divi degli anni Trenta le immagini di “Campo de’ Fiori” in cui il rotondetto e simpatico Fabrizi si innamorava perdutamente di lei, forse algida in apparenza, ma dagli occhi e sguardi sensibili, e dal volto angelico.