C’è ancora domani: recensione del film di Paola Cortellesi in arrivo su Sky e NOW dal 31 marzo
L’esordio alla regia campione d’incassi di Paola Cortellesi, il film più visto del 2023, arriva finalmente in streaming dal 31 marzo 2024 su NOW e Sky Cinema.
C’è ancora domani, l’esordio alla regia campione d’incassi di Paola Cortellesi, dopo il ritorno nelle sale in occasione dell’8 marzo, arriva finalmente in streaming e sarà disponibile dal 31 marzo 2024 su NOW e Sky Cinema.
Il film arriverà in prima TV su Sky Cinema a Pasqua, domenica 31 marzo alle 21:15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Due) in streaming su NOW e disponibile on demand. Su Sky il film sarà disponibile on demand anche in 4K.
C’è ancora domani – La trama ufficiale
Delia (Paola Cortellesi) è la moglie di Ivano, la madre di tre figli. Moglie, madre. Questi sono i ruoli che la definiscono e questo le basta. Siamo nella seconda metà degli anni 40 e questa famiglia qualunque vive in una Roma divisa tra la spinta positiva della liberazione e le miserie della guerra da poco alle spalle. Ivano (Valerio Mastandrea) è capo supremo e padrone della famiglia, lavora duro per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, altre, direttamente con la cinghia. Ha rispetto solo per quella canaglia di suo padre, il Sor Ottorino (Giorgio Colangeli), un vecchio livoroso e dispotico di cui Delia è a tutti gli effetti la badante. L’unico sollievo di Delia è l’amica Marisa (Emanuela Fanelli), con cui condivide momenti di leggerezza e qualche intima confidenza. È primavera e tutta la famiglia è in fermento per l’imminente fidanzamento dell’amata primogenita Marcella (Romana Maggiora Vergano), che, dal canto suo, spera solo di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese, Giulio (Francesco Centorame), e liberarsi finalmente di quella famiglia imbarazzante. Anche Delia non chiede altro, accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspiri. L’arrivo di una lettera misteriosa però, le accenderà il coraggio per rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.
La recensione del film
Paola Cortellesi dopo una lunga gavetta in tv e oltre 30 pellicole in veste di interprete, dall’esordio in Chiedimi se sono felice fino al secondo recente capitolo di “Come un gatto in tangeziale”, torna a fare coppia con Valerio Mastandrea, dopo il divertente Figli. Stavolta Cortellesi alza l’asticella e con “C’è ancora domani” l’attrice e comica passa anche dietro la macchina da presa per un “emotivo” omaggio al cinema italiano neorealista del secondo dopoguerra, filmato in un coraggioso e suggestivo “bianco e nero”. Una scelta estetica che non ha spaventato gli spettatori che sono accorsi numerosi nelle sale per vedere quello che è diventato, con grande sorpresa per gli incassi italiani, il film più visto del 2023.
Paola Cortellesi ci cala in una Roma del 1946, divisa come il resto d’Italia tra la povertà e le tragiche devastazioni belliche lasciate dalla seconda guerra mondiale. Questo scenario ispirato alla vita di donne che hanno vissuto il secondo dopoguerra in Italia è in realtà un film che vuol ricordare quanto il “patriarcato” abbia inciso sulla crescita personale e familiare delle donne, tanto che la protagonista Delia, interpretata dalla stessa Cortellesi si appresta a votare per la prima volta il 2 giugno 1946, data del primo voto per le donne su scala nazionale per il referendum istituzionale che sancì la nascita della Repubblica italiana e alle contemporanee elezioni politiche dell’Assemblea costituente.
“C’è ancora domani” mostra alcuni interessanti escamotage narrativi, in primis non mostrare su schermo la violenza fisica perpetrata con una certa frequenza su Delia dal coniuge Ivano, interpretato da un efficace Valerio Mastandrea. Così le “botte” diventano passi di danza, e la repentina chiusura della finestra della casa di Delia che dava sul cortile del condominio popolato di madri, anziani e ragazzini, diventa una premessa di ciò che sarebbe accaduto a Delia di lì a breve. Ma la scena forse più emblematica del film riguarda una sorta di “tutorial” da parte del suocero di Delia su come vanno picchiate le donne, secondo l’anziano allettato, interpretato da Giorgio Colangeli, non troppo spesso “sennò s’abituano”.
In un momento come quello in cui viviamo, in cui l’ego maschile regna sovrano e il femminicidio continua ad essere sminuito, il film di Paola Cortellesi arriva a chiarire che intere generazioni sono state cresciute con l’idea che la donna è una proprietà, che il suo emanciparsi equivale ad una mancanza di rispetto nei confronti del “maschio”. Se questo non bastasse c’è che vuole far passare il messaggio che alzare le mani ogni tantosulla partner è segno di mascolinità, e che la gelosia e possessività sono manifestazioni di amore. Nel film la Delia di Paola Cortellesi diventa anche uno scudo tra il manesco e frustrato marito Ivano e i suoi figli, che sono la speranza per un futuro migliore dove l’umiliazione non sia pane quotidiano e la paura compagna di tanti notti insonni.
Anche se l’emancipazione della donna è di fatto ormai un’onda che per fortuna non si può arrestare, il debole ego maschile non sopporta ancora che l’indipendenza e la capacità di scegliere cosa fare della propria vita possano turbare il proprio mondo fragile ed egoriferito. A fronte di ciò la violenza, la sopraffazione e l’omicidio diventano la soluzione. L’extrema ratio a cui l’uomo debole e vigliacco ricorre, giustificando di volta in volta le proprie azioni davanti ad una legge a cui capita troppo spesso di diventarne complice. Con l’8 marzo appena celebrato e il film della Cortellesi che arriva in streaming e che vi consigliamo caldamente, cogliamo l’occasione per ribadire che il recente atteggiamento da parte delle istituzioni e dell’informazione nel minimizzare e spesso tifare per una “parte” piuttosto che fare ammenda, è qualcosa che non si è più disposti a tollerare, in nessuna forma o modalità.
“C’è ancora domani” è un riuscito mix di dramma e commedia che ricorda da molto vicino i tempi d’oro del neorealismo. Un film in grado di narrare una storia che non parla solo alle donne, ma appartiene a tutti e che alcuni avranno vissuto in prima persona. L’ironia di Cortellesi attrice resta appena in superficie donando una leggerezza di fondo anche alle scene più difficili, come le continue umiliazioni di Delia perennemente denigrata da un marito gretto e prepotente. E’ questa leggerezza di fondo, questo sottile ma percettibile desiderio di un domani migliore, di un domani diverso, che proietta il film una spanna al di sopra del semplice intrattenimento.