Cenerentola: le recensioni dagli Usa e dall’Italia
Leggiamo insieme le recensioni Americane e Italiane della Cenerentola di Kenneth Branagh
Avete visto la Cenerentola di Kenneth Branagh? Dopo la nostra recensione e le curiosità sul film, oggi leggiamo insieme i commenti dei critici Americani e Italiani. Mentre vi scrivo su RottenTomatoes la pellicola ha conquistato l’83% dei voti positivi. Vi ricordo il cast del film: Lily James (Cenerentola), Cate Blanchett (la matrigna), Richard Madden (il Principe), Hayley Atwell (la mamma di Cenerentola), Helena Bonham Carter (la fatina), Holliday Grainger (Anastasia), Sophie McShera (Genoveffa), Stellan Skarsgård (il Granduca), Derek Jacobi (il Re), Ben Chaplin (il padre di Cenerentola).
James Berardinelli – ReelViews: Cenerentola conserva i punti di forza del materiale di origine e allo stesso tempo di aggiornamento per il pubblico di oggi. Voto: 3.5 / 4
Wesley Morris – Grantland: Cenerentola e il principe sembrano appartenere ad una torta nuziale.
Christopher Orr – The Atlantic: Il nuovo film… non è altro che un omaggio alla virtù vecchio stile, di storie semplici ben raccontate.
Tom Long – Detroit News: “Cenerentola” sembra abbastanza così reale da essere toccante e visivamente inventivo per essere magico. Voto: B +
Steven Rea – Philadelphia Inquirer: Diretto da Kenneth Branagh con una spolverata di polvere di stelle, sprazzi di buon umore, e rispetto per i tipi più banali di romanticismo, Cenerentola è un vincente rifacimento del classico d’animazione Disney. Voto: 3/4
Mick LaSalle – San Francisco Chronicle: Il film si perde in dettagli della trama che ingrassano il racconto mentre sgonfiano lo spirito. Voto: 2/4
Joe Williams – St. Louis Post-Dispatch: non vale nemmeno la pena di definirlo un pasticcio. Voto: 1.5 / 4
Nancy Churnin – Dallas Morning News: la Cenerentola della Disney si è magicamente trasformata nella sontuosa rivisitazione live-action come ogni principessa poteva sognare. Voto: B +
Manohla Dargis – New York Times: c’è poco in “Cenerentola” al di là dei volti e degli abiti che catturano l’occhio e la fantasia.
Katy Waldman – Slate: Branagh riesce a disintossicare la fiaba Disney senza togliere grazia, sincerità o fascino.
Betsy Sharkey – Los Angeles Times: “Cenerentola” galleggia attraverso lo schermo con elegante bellezza e grazia.
Joe Neumaier – New York Daily News: non rispetta il pubblico bambino mentre conquista i genitori. Voto: 3/5
Linda Barnard – Toronto Star: mescola il vecchio stile con la moderna magia in CG. Voto: 3/4
Bill Goodykoontz – Arizona Republic: è un film dolce, un film felice. Non c’è altro modo di definirlo, davvero. Voto: 3.5 / 5
Richard Roeper – Chicago Sun-Times: Il mondo non aveva bisogno di un’altra storia su “Cenerentola”, ma quello che abbiamo ottenuto è una delle migliori versioni mai messe su pellicola. Voto: 3.5 / 4
Ben Sachs – Chicago Reader: Il visual design è squisito, arriva a replicare notevolmente lo splendore in Technicolor del film originale.
Peter Travers – Rolling Stone: Cate Blanchett è meravigliosa. Nessuno le ruba la scena, tranne i costumi di Sandy Powell e le scenografie di Dante Ferretti. Voto: 3/4
Rafer Guzman – Newsday: “Cenerentola” non è solo una rievocazione del film originale, ma un arricchimento. Per gli appassionati Disney, potrebbe essere un altro tesoro. Voto: 4/4
Francesco Alò – Il Messaggero: Ecco una Cenerentola più modernista che moderna. La favola delle favole (…) assume un look art déco quando il veterano inglese Branagh modella la matrigna della mostra eroina sulle donne taglienti e glaciali dei quadri di Tamara de Lempicka (…) Insomma non è il capolavoro cartoon Disney del 1950 ma Branagh, ancora pop dopo il cinefumetto Thor del 2011, dimostra di non aver perso lo smalto dei suoi favolosi anni ’90.
Maurizio Acerbi – il Giornale: E’ il più bel film Disney degli ultimi anni, grazie alla regia superba di Branagh e a un cast azzeccato. Da bocca spalancata la sequenza che va dall’arrivo della fata madrina fino alla trasformazione della carrozza in zucca.
Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa: Nei secoli – passando da Perrault al cartone animato Disney e ora alla versione di Kenneth Branagh – la morale della favola è rimasta identica: nella vita a contare sono la gentilezza d’animo e il coraggio (con l’aiuto di un pizzico di magia). Branagh lo ribadisce più volte fino a farne un mantra, attenendosi al testo in spirito di fedeltà. Così, in una cornice di atemporalità vagamente ottocentesca, la scenografia è allestita con fiabesco gusto barocco dalla coppia da Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, il ballo si svolge a lume di mille candele e l’azzurro vestito di Cenerentola è tempestato di Swarovski come un cielo stellato. La fiaba è secondo tradizione, a parte due indovinate varianti: il peso conferito al personaggio della matrigna, una Cate Blanchett vestita da Sandy Powell in stile diva Anni 40, e la freschezza della storia d’amore, sottolineata dalla regia e dalla scelta degli interpreti Lili James e Richard Madden.
Roberto Nepoti – la Repubblica: Pare che la versione pensata da Mark Romanek, cui il film era destinato, fosse troppo dark. Lo è assai poco quella di Kenneth Branagh, che mette in scena la fiaba con toni e iconografia da operetta (belle le scenografie di Dante Ferretti). Il che non è poi questa gran novità, perché 65 anni fa Walt Disney aveva fatto proprio questo. Rispetto al celebre cartoon, la versione live-action contiene qualche scena di più, cambia sesso al topo Jack, che diventa Jacqueline, e insuffla un’oncia di psicologia alla matrigna. Si sa ormai che, intorno agli «anta», le dive di Hollywood sono destinate a fare la cattiva della favola: ora tocca a Cate Blanchett, perfidamente abbigliata come una figura di Tamara de Lempicka. Quanto a Branagh, chi si stupisce della sua conversione da Shakespeare alle fiabe non dimentichi che è stato anche il regista di Thor.