Chasuke’s Journey: recensione in anteprima del film in concorso a Berlino 2015
Ultimo film in Concorso alla Berlinale 2015, Chasuke’s Journey di Sabu è un divertente pasticcio in salsa nipponica che oltre al grottesco tende al metafisico
In una dimensione completamente “altra” dalla nostra, degli sceneggiatori celesti sviluppano storie, che sono quelle che poi si verificano nella vita degli esseri umani. Poco rileva che tali sceneggiatori siano giapponesi, che scrivono in giapponese, solo per gli abitanti del Giappone. Il registro di Chasuke’s Journey pende decisamente per il grottesco, e non ne viene fatto mistero già dalle primissime battute.
Chasuke è l’addetto al thè, che va distribuendo tra coloro che scrivono queste improbabili sceneggiature. Uno di questi un giorno chiede lumi a Chasuke in merito alla storia di una proposta di matrimonio non andata a buon fine; Chasuke non sa cosa rispondere, ma per amore di tirarsi fuori da quella antipatica situazione asseconda l’interlocutore. Peccato che tale risvolto si ripercuote su Yuri, una ragazza per cui l’addetto al servizio del thè nutre un debole. Ma come fare ad incontrarla, lei che è una semplice mortale?
Sabu (il regista) infila un po’ di tutto, cavalcando il binario del nonsenso, a cui applica un tono vagamente metafisico. Per salvare Yuri, Chasuke scende sulla Terra, assumendo il ruolo di un improbabile angelo. Indisposto dalle decisioni degli sceneggiatori, il nostro comincia ad intromettersi: troppo male nel mondo, le persone si ammalano e muoiono immotivatamente, per semplice capriccio di queste Moire un po’ più pazzerelle che sono gli autori del piano di sopra. I quali però non ci stanno, e sebbene Chasuke abbia dalla sua parte uno sceneggiatore che “lo copre”, la sua permanenza sulla terra si fa sempre più difficile.
Non si può descrivere oltre senza correre il rischio non tanto di svelare, quanto di anticipare assurde soluzioni che da un certo momento in avanti si avvicendano sullo schermo. Perché il nonsense qui la fa da padrone, pur evitando certi eccessi pseudo-comici che contraddistinguono non pochi lavori di origine nipponica da parecchi anni a questa parte. Pur nella sua improponibilità, la scrittura di Chasuke’s Journey tenta sempre di mantenersi su un tenore tutto sommato leggero, non disdegnando la battuta o l’uscita sopra le righe, senza però lasciare che siano queste a segnare lo sviluppo della storia.
Storia che, come si sarà ormai capito, non è affatto scrupolosa nel mantenere una certa coerenza, giusto per adoperare un eufemismo. È però vero che a suo modo, bislacco quanto si vuole, si cerca anche di filtrare argomenti più seriosi, “alti”, ed è qui che scommetto alcuni si perderanno. In tal senso è tutto un intensificarsi, fino alla chiusa finale, che dopo tanta stravaganza opta per la morale secca, inequivocabile. C’è chi senz’altro non apprezzerà, ma nell’economia del tutto è una piega che a chi scrive non dispiace affatto.
Occorre senz’altro possedere una certa predisposizione a certi lavori, perché comunque Chasuke’s Journey è frutto di una sensibilità prettamente nipponica, completamente avulsa dalla nostra. Perciò prendere o lasciare. In questo senso l’opera di Sabu è probabilmente limitata, dato che trattasi di una giostra su cui in pochi salirebbero, mentre agli altri non resta che restare giù, nella migliore delle ipotesi indifferenti. Altrimenti contrariati proprio.
Voto di Antonio: 6
Voto di Gabriele: 3
Chasuke’s Journey (Ten no chasuke, Giappone, 2015) di Sabu. Con Ken’ichi Matsuyama, Yusuke Iseya, Susumu Terajima, Ren Osugi ed Ito Ohno.