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Che fine ha fatto Osama Bin Laden? – La recensione in anteprima

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? (Where in the World Is Osama Bin Laden?) Regia di Morgan Spurlock, con Morgan Spurlock, Alexandra JamiesonMorgan Spurlock dopo essersi ingozzato di junk food per dimostrare quanto possa fare male, conferma di aver ben appreso la lezione del suo mentore ideale Michael Moore e si lancia in un

pubblicato 7 Luglio 2010 aggiornato 1 Agosto 2020 23:27

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? (Where in the World Is Osama Bin Laden?) Regia di Morgan Spurlock, con Morgan Spurlock, Alexandra Jamieson

Morgan Spurlock dopo essersi ingozzato di junk food per dimostrare quanto possa fare male, conferma di aver ben appreso la lezione del suo mentore ideale Michael Moore e si lancia in un nuovo, folle progetto documentaristico che però nella sua pazzia nasconde tanto mestiere. Come il suo collega di Flint, Spurlock decide di mettere in gioco la propria vita privata, aprendo il film con le immagini che dichiarano il suo status di prossimo padre.

Come può un uomo con un bambino in arrivo accettare che questo nasca in un mondo pericoloso dove ogni cosa potrebbe ledere alla sua incolumità? La domanda è retorica e la risposta parte dall’otturazione delle prese della corrente alla ricerca del male assoluto. Spurlock si finge un americano medio e decide che il male assoluto è il terrorismo e quindi lo personalizza nella figura di Osama Bin Laden. Cosa fare però con lo sceicco del male, visto che anni di guerra non sono riusciti a stanarlo dal suo covo? Spurlock decide così, apparentemente in modo sconsiderato, di partire alla ricerca del luogo dove è nascosto Bin Laden, anche a costo di perdere la nascita del primo figlio.

Da cittadino medio del West Virginia, Spurlock parte in un viaggio che lo condurrà idealmente lungo delle tappe che avvicinano sempre più al regno del terrore di Al Quaeda. Partendo dall’Egitto, passando dalla Palestina, una toccata in Siria e poi Afghanistan fino a raggiungere le pericolosissime zone tribali del Pakistan, sotto il controllo delle milizie talebane, Spurlock mostra attraverso la sua telecamera i tentativi goffi di un americano qualsiasi per trovare il nemico pubblico numero uno.

Spurlock si erge ad alfiere del documentario performativo, come aveva già fatto in Super size Me, ovvero in un cinema che attraverso una partecipazione attiva cerca di dimostrare una tesi di base o di arrivare a una conclusione non con una semplice osservazione trasparente come invece insegna la filmografia di Wiseman e di tanti altri registi. Lo stile non è decisamente quello di un documentario tradizionale. Spurlock (quando la situazione glielo permette) gioca con l’ironia e i luoghi comuni degli americani, per come sono visti dalle popolazioni estere, sembra che si muova a caso in un ambiente estremamente pericoloso e gioca con un fiammifero vicino alla benzina, ma con un occhio attento è possibile percepire come il viaggio in Medio Oriente sia stato meticolosamente pianificato e abbia goduto dell’appoggio di strutture istituzionali, dell’esercito americano e anche di realtà direttamente legate al mondo islamico.

Non tragga in inganno il titolo. Nessuno creda che Spurlock abbia mai avuto la ben che minima certezza di scovare realmente dove si nasconde Bin Laden. Il lavoro del documentario invece analizza due aspetti fondamentali per comprendere come la sfida tra occidente e oriente sia quanto mai pericolosa e pronta ad esplodere. La questione riguarda principalmente la questione del punto di vista e di come chi governa sia in grado di manipolare le masse offrendo una percezione distorta di quello che è realmente un altro popolo. Gli Arabi vedono negli Americani il male assoluto tanto quanto il contrario, di conseguenza combattere la bandiera a stelle e strisce è tanto buono quanto per uno statunitense combattere i talebani.

Ognuno ha le sue colpe, ma come qualcuno ha detto prima di noi è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio altrui piuttosto che la trave nel proprio. Purtroppo però non è tutto farina del sacco di chi ci manipola, ma anche di un mito che si autoalimenta delle stesse paure che si insinuano nell’immaginario collettivo. Chi è Bin Laden? Alla fine non interessa a nessuno…

Il vero mistero è perché un film come questo abbia dovuto aspettare quasi due anni per arrivare al cinema (passaggio che sarà rapidissimo in vista dell’uscita in dvd) visto che l’attualità su certi temi è purtroppo una caratteristica imprescindibile.

Che fine ha fatto Osama Bin Laden? uscirà nei cinema il 9 luglio. Qui il trailer italiano.

Voto Carlo 6,5