Cineblog consiglia: Brother
Brother (Brother, U.S.A./Jap/Gb, 2000). Regia di Takeshi Kitano. Con Ren Osugi, “Beat” Takeshi, Omar Epps, Kuroudo Maki, Masaya Kato, Susumu Terajima. Drammatico, 110 ′Stanotte Venerdì 22 Febbraio, Rete4 ore 02:25Aniky Yakamoto (Beat Takeshi, pseudonimo del regista Takeshi Kitano), affiliato della Yakuza, costretto a lasciare il Giappone dopo che la sua famiglia è stata sterminata da
Brother (Brother, U.S.A./Jap/Gb, 2000). Regia di Takeshi Kitano. Con Ren Osugi, “Beat” Takeshi, Omar Epps, Kuroudo Maki, Masaya Kato, Susumu Terajima. Drammatico, 110 ′
Stanotte Venerdì 22 Febbraio, Rete4 ore 02:25
Aniky Yakamoto (Beat Takeshi, pseudonimo del regista Takeshi Kitano), affiliato della Yakuza, costretto a lasciare il Giappone dopo che la sua famiglia è stata sterminata da un gruppo rivale, si reca negli Stati Uniti, a Los Angeles, dove vive suo fratello. L’unico linguaggio che conosce è quello della violenza e presto costituisce una nuova gang, iniziando una guerra contro le bande criminali composte da italiani, neri ed ispanici…
Primo film girato da Takeshi Kitano fuori dal Giappone, Brother“è un film assolutamente pulp, permeato da una sorta di accettazione scontata ed acritica della cruda violenza in cui si muovono i protagonisti, sottolineando in maniera molto efficace il contrasto tra la vecchia e formale criminalità (la Yakuza) ed i piccoli ed emergenti gangsta – rapper californiani. La sceneggiatura contribuisce a rendere profonda e credibile l’immagine del protagonista, attraverso l’uso di dialoghi ben strutturati intervallati da lunghi silenzi e ritmi piuttosto lenti per questo genere.
Come in altri film di Kitano, sono presenti e bene amalgamati diversi elementi: violenza, umorismo e poesia sono funzionali a veicolare il messaggio dell’assoluta incomunicabilità esistente sia fra le gerarchie yakuza, sia fra le differenti culture criminali, rappresentando metaforicamente la distanza fra Oriente ed Occidente, verso il quale il regista compie un tentativo di avvicinamento “incompiuto”. Molte le scene travolgenti e le esagerazioni spettacolari, visive e sonore: sangue a fiumi, sparatorie e morti. Determinante la colonna sonora di Joe Hisaishi che sostiene e fa da sfondo alla violenza delle azioni. Il film, pur trattando un tema tutto sommato consueto come quello dell’ascesa e caduta di un criminale, è originale esteticamente e coinvolgente per lo spettatore, risultando una magistrale mescolanza di romanticismo e ferocia.