Cineblog consiglia: Full Monty
Full Monty: regia di Peter Cattaneo con Robert Carlyle, Tom Wilkinson, Mark Addy, Steve Huison, Paul Berber, Hugo Speer. GB 1997.Cinque operai inglesi disoccupati, decidono di organizzare uno spettacolo di spogliarello per guadagnare un po’ di soldi. Fra varie disavventure, esilaranti casting e prove estemporanee in casa del loro capo-reparto, arriveranno alla prima del loro
Full Monty: regia di Peter Cattaneo con Robert Carlyle, Tom Wilkinson, Mark Addy, Steve Huison, Paul Berber, Hugo Speer. GB 1997.
Cinque operai inglesi disoccupati, decidono di organizzare uno spettacolo di spogliarello per guadagnare un po’ di soldi. Fra varie disavventure, esilaranti casting e prove estemporanee in casa del loro capo-reparto, arriveranno alla prima del loro show ma…
Full Monty è sicuramente una delle commedie più divertenti fra quelle che, negli anni novanta, decisero di raccontare storie ambientate sullo sfondo della crisi economica inglese: la chiusura delle industrie legateall’estrazione e alla lavorazione del carbone, la disoccupazione. L’era della“Lady di Ferro”, evocata in maniera molto più esplicita nel quasi contemporaneo “Grazie signora Thatcher”.
Non solo l’idea di base è vincente (il corpo operaio che si oppone a quello ipervitaminico degli spogliarellisti professionisti in tour nelRegno Unito), ma è raccontata con brio, con idee intelligenti e mai volgari, e soprattutto con una partecipazione emotiva alle vicende dei protagonisti non così usuale. I sei showman, infatti, non solo riusciranno, con l’organizzazione dello spettacolo, a ritrovare un’intesa trasversale fra operai e “padroni” (ma padroni di seconda categoria, caporeparto ugualmente investiti dalla crisi) ma anche a trovare uno sfogo alle tristezze quotidiane: esemplare e davvero esilarante la scena che mostra i protagonisti in fila allo sportello di disoccupazione, che per ingannare l’attesa ripassano passi e melodie del loro futuro show.
Full Monty è, con le debite differenze, quella che era la commedia italiana degli anni d’oro del nostro cinema, con film come “I soliti ignoti” ed altri. Strano che, con questa importante eredità culturale alle spalle, non riusciamo più a produrre film così divertenti su temi scomodi, se non nella noiosa trasposizione delle “edificanti” fiction televisive.
Da vedere con una birra in mano, e in compagnia.
Stasera giovedì 28 giugno ore 23:30 su Canale 5.