Cineblog consiglia: Hellraiser
Hellraiser. Regia di Clive Barker. Con: Andrew Robinson, Clare Higgins, Ashley Laurence, Sean Chapman, Oliver Smith, Gb 1987, col, ’94.Frank, per aver voluto provare il piacere puro, viene inviato in una dimensione parallela e affidato alle sevizie dei Supplizianti. Trova però il modo di risorgere, attraverso i sacrifici umani che la sua ex amante gli
Hellraiser. Regia di Clive Barker. Con: Andrew Robinson, Clare Higgins, Ashley Laurence, Sean Chapman, Oliver Smith, Gb 1987, col, ’94.
Frank, per aver voluto provare il piacere puro, viene inviato in una dimensione parallela e affidato alle sevizie dei Supplizianti. Trova però il modo di risorgere, attraverso i sacrifici umani che la sua ex amante gli offre. Kristy, una giovane ragazza, ruba però a Frank la scatola magica che controlla le porte con l’Aldilà, favorendo il ritorno dei Supplizianti.
Ribadiamo un’evidenza. Gli horror degli anni ’80 hanno segnato sicuramente uno dei punti più alti del genere. Alla paura evocata nei decenni precedenti, qui il terrore prende carne, in tutti i sensi. Forse insieme ai film di Cronemberg, per cui è sotto certi aspetti superiore, e a Society, di Brian Yuzna (un manifesto del filone, che già lo supera in una sorta di parodia non irriverente), Hellraiser è sicuramente una delle pellicole più interessanti di quello che verrà chiamato body horror. Il moralismo di matrice calvinista (il protagonista, per voler provare il piacere assoluto, viene dato in pasto ai Supplizianti) da il via a quello che è un delirio visionario da gran guignol, che sicuramente mette in secondo piano la storia, per offrire una sorta di successione di visioni orrorifiche che si susseguono come le carte di un mazzo di tarocchi.
Il sottofondo moralista e sessuofobico (ma in Hellraiser il piacere è inteso in un senso più ampio) che è alla base di molti horror del periodo (fra tutti Halloween, ma anche il più esplicito Venerdì 13) viene però glorificato da una messa in scena simbolica che rimanda si all’inferno cristiano, ma anche all’immaginario sadomaso di quegli anni – si veda il trucco dei Supplizianti – e a quello medioevale. Non è un caso che Frank torni al mondo con una sorta di risurrezione al contrario, ricomponendosi strato su strato, grazie al sacrificio di corpi umani offertigli dalla sua ex amante. Al di là delle interpretazioni e delle fonti, resta però la visionarietà rude di Barker, scrittore fantastico troppe volte paragonato a King, capace di impressionare proprio per la sua semplicità brutale, quasi da favola di altri tempi, quando ancora la paura non aveva bisogno di giustificazioni. Incredibili gli effetti speciali. Non suoni come una sparata nostalgica, ma i trucchi pre effetti digitali, se ben realizzati come in questo caso, fanno rimpiangere ancora una volta le maschere in lattice, e i martinetti idraulici, perché capaci davvero di far sentire la presenza di carne e sangue, nonchè uno stridore di tendini e muscoli davvero raro da avvertire ai giorni d’oggi.
Stupefacente la scena della risurrezione di Frank nella soffitta della sua casa, forse la più bella nel suo genere, nonostante i ricordi dei tecnici degli effetti speciali rievochino un clima da b-movie. Al di là di tutte queste supposizioni resta indiscusso il fatto che le maschere dei Supplizianti restino a tutt’oggi una delle icone, non solo dell’horror, più riconoscibili del cinema contemporaneo. Peccato per i seguiti, non solo inferiori al primo, ma decisamente inguardabili, e anche per i successivi film del regista dove questa sorta di visionarietà fine a se stessa, e convincente proprio per il fatto di non aver bisogno di giutificazioni, si stempera prima in un racconto morale sul diverso (Cabal) e poi in una messa in scena patinata e priva di forza (Candyman).
Stanotte, sabato 14 luglio, ore 03:45, RaiUno.