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Cineblog consiglia: Il Corvo

Il Corvo (The Crow – fantasy/horror, USA 1994) Regia di Alex Proyas, con Brandon Lee, Michael Wincott, Rochelle Davis, Bai Ling, Ernie Hudson, Michael Massee, Sofia Shinas.Questa sera su Italia 1, ore 22.4030 ottobre, la notte del diavolo, la notte prima di Halloween, la notte in cui gli scagnozzi di Topdollar mettono a ferro e

di simona
pubblicato 21 Febbraio 2009 aggiornato 2 Agosto 2020 15:19

Il Corvo (The Crow – fantasy/horror, USA 1994) Regia di Alex Proyas, con Brandon Lee, Michael Wincott, Rochelle Davis, Bai Ling, Ernie Hudson, Michael Massee, Sofia Shinas.

Questa sera su Italia 1, ore 22.40

30 ottobre, la notte del diavolo, la notte prima di Halloween, la notte in cui gli scagnozzi di Topdollar mettono a ferro e fuoco la città eccitati dalla droga e dall’alcol. Domani, giorno di Halloween, Eric Draven e Shelly Webster – un musicista rock e la sua amatissima fidanzata – si sposeranno. La coppia abita in un palazzo che a Topdollar serve vuoto. T-Bird, Funboy, Skank e Tin-Tin vengono inviati dal boss a spaventarla, per convincerla a trasferirsi altrove. Ma le cose non vanno per il verso giusto. I quattro violentano Shelley, che morirà all’ospedale dopo 30 ore di sofferenza, ed uccidono Eric, che rientrando a casa in quel momento aveva tentato di salvare la sua amata. Esattamente un anno dopo, in una notte di pioggia, un corvo bussa su una lapide ed Eric torna dalla terra dei morti per ottenere vendetta e poter finalmente riposare in pace al fianco della sua Shelley.

Se le persone che amiamo ci vengono portate via, perché continuino a vivere, non dobbiamo mai smetterle di amarle. Le case bruciano, le persone muoiono, ma il vero amore è per sempre.

Secondo la mitoligia, il corvo è un animale legato alla morte ed al destino, un presagio di sciagura. Favola nerissima e gotica ormai divenuta un cult, Il Corvo – diretto da un allora esordiente Alex Proyas, regista di formazione pubblicitaria e videoclippara – nasce dalle tavole dei fumetti di James O’Barr, a sua volta ispiratosi al capolavoro di Edgar Alla Poe (infatti Draven si pronuncia come The Raven) che viene più volte citato tanto nel fumetto quanto nel film. Secondo una leggenda metropolitana, O’Barr creò il personaggio di Eric Draven per sfogare la sua rabbia verso il colpevole (mai trovato) dell’omicidio della sua promessa sposa, investita da un camion e lascata a morire da sola, sul ciglio della strada.

L’influenza dei videoclip nello stile registico di Proyas è molto evidente, intere sequenze sono montate ad hoc sui bellissimi brani della colonna sonora (Rage Against The Machine, The Cure, Nine Inch Nails, Stone Temple Pilots ed altri) che non sono mai relegati a fare da sfondo all’azione, ma sono spesso una presenza quasi tangibile. Intrisa di rabbia, tristezza, pioggia, oscurità, odio, amore e sangue, quella de Il Corvo è una storia che non può lasciare indifferenti, grazie anche alle numerose ed indimenticabili frasi ad effetto (Non può piovere per sempre). Del film sono stati realizzati numerosi sequel, spin-off e serie tv, nessuno dei quali è mai stato in grado di eguagliare la forza espressiva, la poesia e la bellezza del primo capitolo.

In molti sostengono che la pellicola, completata nella fase di post-produzione con sequenze digitalizzate ed uscita più di un anno dopo la tragica morte del suo protagonista Brandon Lee (ucciso sul set il 31 marzo 1993 da un proiettile che avrebbe dovuto essere a salve), non avrebbe avuto successo se non avesse beneficiato della pubblicità gratuita derivata dalla tragedia e dalla conseguente fama di film maledetto (il ruolo di Eric Draven era stato offerto anche a River Phoenix, morto anche lui nel 1993, esattamente 7 mesi dopo Brandon, la notte di Halloween).

Personalmente sono fra quelli che la pensano diversamente. Il Corvo sarebbe comunque stato un grande successo cinematografico ed avrebbe consacrato Brandon Lee all’olimpo delle star di Hollywood. Certo, un sacco di gente non si sarebbe potuta arricchire (tutt’ora, a 16 anni di distanza) sfruttando l’immagine di un ragazzo ucciso. Ma questa è un’altra storia…