CineBlog consiglia: Il gatto a nove code
Il Gatto a Nove Code presenta spunti davvero geniali, eppure non è efficace come L’Uccello dalle Piume di Cristallo. Questo non vuol dire che il film non sia buono, anzi! Secondo Argento forse un piccolo passo falso nella sua filmografia (ma ne commetterà di peggiori…) perché è stato definito da lui stesso “l’anello debole della
Il Gatto a Nove Code presenta spunti davvero geniali, eppure non è efficace come L’Uccello dalle Piume di Cristallo. Questo non vuol dire che il film non sia buono, anzi! Secondo Argento forse un piccolo passo falso nella sua filmografia (ma ne commetterà di peggiori…) perché è stato definito da lui stesso “l’anello debole della trilogia zoonomica”. Non è bellissimo come gli altri due capitoli, ma avercene.
Il film è un giallo che si intreccia attorno a certi intrighi e minacce in un istituto di ricerche genetiche: iniziano i primi delitti, ed indagheranno su questo caso un giornalista, un enigmista cieco e la sua piccola nipotina.
C’è da dire che il colpo di scena finale non è fra i più riusciti che Argento abbia creato (ma, a questo punto, neanche il peggiore), non si rimane di stucco come si vorrebbe e finali come quelli di Profondo Rosso o Tenebre sono lontani. Eppure lo svolgimento tiene bene la tensione e si alterna a momenti dolci e poetici (quasi sempre quelli fra Arnò e la nipotina, accompagnati dalla dolce e bellissima “Ninna Nanna in Blu” di Morricone). Geniale l’idea di inserire dei frammenti in cui si vede l’occhio dell’assassino: il tema ricorrente del vedere (in questo caso si contrappone alla cecità di Arnò) è sempre caro ad Argento. Momento indimenticabile: quello nel cimitero… terribile, superba sequenza di altissimo cinema.
Stanotte, 03.05, RaiUno
Voto Gabriele: 8