Cineblog consiglia: La cosa di John Carpenter
La cosa (1982) di John Carpenter. Con Kurt Russell, Wilford Brimley, T.K. Carter, David Clennon, Keith David. Tit. orig.: The thing. Fantascienza-Horror, 109 min. USAStanotte su Italia 1 alle ore 2:30La trama: una spedizione antartica americana scopre casualmente che i loro colleghi norvegesi sono stati massacrati da una cosa misteriosa…Innanzitutto diciamo che è annunciato un
La cosa (1982)
di John Carpenter. Con Kurt Russell, Wilford Brimley, T.K. Carter, David Clennon, Keith David. Tit. orig.: The thing. Fantascienza-Horror, 109 min. USA
Stanotte su Italia 1 alle ore 2:30
La trama: una spedizione antartica americana scopre casualmente che i loro colleghi norvegesi sono stati massacrati da una cosa misteriosa…
Innanzitutto diciamo che è annunciato un prequel, del film, ma a dire il vero non ci spiazzerebbe nemmeno se fosse annunciato un sequel. Ma tornando al film dell’82… La cosa è un film ad alto grado di pessimismo. La società secondo John Carpenter, a contatto col pericolo, è destinata a sfaldarsi: la prima cosa che viene a mancare è la fiducia nell’altro. L’arrivo della Cosa, coincide con la scomparsa della fede, è l’antiresurrezione, l’evento che cancella ogni possibilità di comprensione e di senso nelle cose.
Ma lasciando stare i possibili significati simbolici di questo film tratto da un romanzo di John Wood Campbell (e già adattato nel 1951 dalla coppia Nyby-Hawks), un grande effetto viene creato dalla intera confezione del film.
Innanzitutto il luogo scelto (l’Antartide) e l’isolamento che ne deriva, consente al regista di dare alla storia un significato ultimo e definitivo alla vicenda. L’atmosfera claustrofobica della base sembra togliere il respiro non solo ai protagonisti ma anche al pubblico che guarda.
Particolarmente affascinanti anche le antitesi fuoco/ghiaccio e liquido/materia che ricorrono in tutta la pellicola. La colonna sonora di Ennio Morricone, inoltre, è particolarmente sorniona, sembra avvolgere e riempire di tensione una vicenda gelida e senza speranza.
Da citare anche la natura dell’alieno messo in scena: si tratta di una presenza/assenza perchè è una cosa senza forma, un’essenza unicamente cellulare che prende le forme degli esseri viventi con cui viene a contatto, una bella metafora per dichiarare che l’inconoscibilità del male può portare solo all’autodistruzione. Gli effetti speciali sono stati curati da Rob Bottin (nella foto sopra) che all’epoca aveva solo 23 anni. In seguito lavorerà anche in Robocop, Atto di Forza e Fight club.
Un cenno breve al finale del film. Quando il pericolo sembra scampato e assistiamo ad un’esplosione notevole, Carpenter si concede il lusso, nel finale aperto, di smorzare i toni, come a voler far implodere la storia. Carpenter sembra dire: la tragedia continua…