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CineBlog consiglia: Munich

Munich (Munich, USA, 2005) di Steven Spielberg; con Eric Bana, Daniel Craig, Ciarán Hinds, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ayelet Zurer, Geoffrey Rush.Stasera, 22.35, Rete 4Arriva un giorno in cui uno stato deve scendere a compromessi con i propri valori, si dice ad un certo punto di Munich. Ed è sotto questa filosofia che Avner, un

12 Ottobre 2008 14:50

MunichMunich (Munich, USA, 2005) di Steven Spielberg; con Eric Bana, Daniel Craig, Ciarán Hinds, Mathieu Kassovitz, Hanns Zischler, Ayelet Zurer, Geoffrey Rush.

Stasera, 22.35, Rete 4

Arriva un giorno in cui uno stato deve scendere a compromessi con i propri valori, si dice ad un certo punto di Munich. Ed è sotto questa filosofia che Avner, un ufficiale del Mussad, si vede chiamato in causa per partecipare in prima persona ad una missione segreta. Spielberg ritorna sul terreno della Storia, e decide di descrivere ciò che successe dopo l’attenatato alle Olimpiadi di Monaco del ‘72 per opera dei Palestinesi del Settembre Nero.

Munich tratta quindi della “vendetta” che gli Israeliani hanno voluto avere nei confronti degli attentatori, quando ossia il governo incaricò segretamente cinque uomini di uccidere i responsabili. Ma quello che è importante nel film è che non parla solo di un determinato periodo storico, gli anni ‘70 dove quei fatti sono avvenuti e hanno versato il loro sangue, ma parla della società di oggi (e non a caso nella scena finale le Torri Gemelle sono al centro dell’immagine, inconsce di quello che sarebbe accaduto negli anni) e degli effetti che un qualsiasi tipo di violenza può avere.

Se la violenza non è solo una sparatoria, non è solo la morte, non è solo sangue, può soprattutto essere il cinismo e l’interesse puramente privato (bisogna uccidere quegli uomini: ma bisogna far tornare indietro le ricevute dei soldi!), può essere proprio strappare un padre alla famiglia, può essere vedere una bambina a pochi secondi dalla morte. E per raccontare tutto questo, Spielberg sa che quei ’70 devono tornare anche nello stile, tra inquadrature, ritmo e un bellissimo uso dello zoom. Eric Bana, che dà una prova sofferta divisa tra orgoglio e paura, ricorda nella sua evoluzione altri personaggi spielberghiani, da Schindler ad Abagnale.