CineBlog consiglia: Roma
Roma (Italia, 1972) di Federico Fellini; con Peter Gonzales, Fiona Florence, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Anna Magnani, Gore Vidal.Stanotte, 01.00, La7Subito prima di Amarcord, Federico Fellini dedica un film alla sua Roma con uno stile che riprenderà e non poco nel capolavoro successivo. La capitale per Fellini è quella delle grandi mangiate nelle fraschette, con
Roma (Italia, 1972) di Federico Fellini; con Peter Gonzales, Fiona Florence, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Anna Magnani, Gore Vidal.
Stanotte, 01.00, La7
Subito prima di Amarcord, Federico Fellini dedica un film alla sua Roma con uno stile che riprenderà e non poco nel capolavoro successivo. La capitale per Fellini è quella delle grandi mangiate nelle fraschette, con tutte le numerosissime famiglie in piazza. Roma è quella dell’incasinatissimo raccordo anulare, immortalato in una sequenza uscita direttamente da un apocalittico fantascientifico.
Roma è la città dei varietà in cui non si guarda lo spettacolo ma si combina di tutto seduti sulle sedie. Ma è anche la sede della nascita ufficiale di una dittatura che ha lasciato fantasmi, è la città del lusso clericale (la sfilata è strepitosa e anche inquietante per quanto resta sempre attuale), la città dei bordelli (divisi tra lussuosi e zozzi), la città dove una puttana dalle “solite” forme felliniane s’impone con tutta la sua fisicità e sembra controllare e sovrastare l’intera notte.
Per descrivere la sua contraddizione, Fellini gira un docu-film frammentato, un continuo susseguirsi di scene madri che caratterizzano il suo stile più grottesco e riconoscibile. Ancora ricordi, ancora testimonianze dirette filtrate da una personalità unica. Alla fine Roma ne esce sì dipinta nelle sue varie sfaccettature: ma ne esce vitale, a tratti divertente e a tratti struggente, magica, deliziosamente volgare perché (appunto) popolare. Ad incarnare la femminilità, la passione e tutto il bene che si può volere alla capitale, ecco l’unico incontro effettivo tra Fellini e Anna Magnani: il suo è un cammeo fulmineo che resta impresso nella memoria. Pochi secondi, ma indescrivibili.