Cineblog consiglia: Spider
Spider (Spider, Canada, USA, 2002). Regia di David Cronenberg. Con Miranda Richardson, John Neville, Gabriel Byrne, Ralph Fiennes, Lynn Redgrave. Thriller, 98 ′Stanotte Domenica 20 Gennaio, Canale5 ore 02:25Dimesso dopo molti anni di cura presso un ospedale psichiatrico, Dennis Cleg (Ralph Fiennes), detto “Spider”, uomo malato di mente, silenzioso e sensibile, viene ospitato in una
Spider (Spider, Canada, USA, 2002). Regia di David Cronenberg. Con Miranda Richardson, John Neville, Gabriel Byrne, Ralph Fiennes, Lynn Redgrave. Thriller, 98 ′
Stanotte Domenica 20 Gennaio, Canale5 ore 02:25
Dimesso dopo molti anni di cura presso un ospedale psichiatrico, Dennis Cleg (Ralph Fiennes), detto “Spider”, uomo malato di mente, silenzioso e sensibile, viene ospitato in una struttura di reinserimento, ubicata nel suo quartiere d’infanzia. La struttura è diretta dalla signora Wilkinson. La familiarità del luogo fa riaffiorare in lui elementi del passato che in frasi sconnesse appunta su un taccuino: su di esso segna i ricordi di quando il padre portò a casa Yvonne, una prostituta, dopo avere ucciso la moglie. Nei ricordi rivive tutta la sofferenza del passato, anche se la sua mente insana e confusa gli mostrerà, con fatica e dolore, in un insieme di elementi intrecciati come una tela di ragno, ciò che, molto più drammaticamente, avvenne realmente…
Presentato a Cannes 2002, tratto dal romanzo di Patrick McGrath, il film è magnificamente interpretato dal protagonista Fiennes e da Miranda Richardson, che porta sullo schermo entrambe le donne della tragedia. Un film che non esito a definire un capolavoro, a mio giudizio, dal punto di vista dell’analisi introspettiva della psiche dei personaggi, uno dei più belli che abbia mai visto.
Il libro di McGrath è qui il complemento necessario della logica cinematografica del regista canadese, anche se in questo caso si ha subito la sensazione di essere di fronte ad un prodotto tutto sommato nuovo rispetto allo stile canonico di Cronenberg: la dicotomia fra essere ed apparenza, fra incubo e realtà, è in questo caso non mediata dal mezzo tecnico ma dall’oblio del rimosso e della dimensione inconscia. Ne risulta una storia di quotidiana allucinatoria follia, apparentemente senza tempo e luogo ma in realtà radicata nel concreto quartiere, nelle specifiche persone che compongono i nodi della tela (presente ovunque come metafora ma non solo) che permette a Spider di far luce sul suo inquitante passato.
Il film è girato da Cronenberg con estrema cura estetica ed architettonica: la fotografia rende perfettamente l’idea che ciò che vediamo potrebbe non essere reale. Oltre a Ralph Fiennes ottima è anche l’interpretazione di Gabriel Byrne, intenso e drammatico. Un film assolutamente consigliato, che potreste amare od odiare, ma che difficilmente vi lascerà indifferenti, e che merita di essere visto più di una volta per apprezzarne la finezza estetica e la profondità analitica nello scrutare la complessità umana.