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Cineblog intervista Tanya Wexler, regista di Hysteria

E’ giovane, sorridente, cordiale ed è stata accolta da un lungo applauso da parte della carta stampata, che ha apprezzato il suo ritorno in sala con Hysteria, film in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma. Tanya Wexler è sbarcata nella Capitale, in compagnia di Maggie Gyllenhaal e Rupert Everett, protagonisti del delizioso Hysteria, qui da noi recensito.

pubblicato 28 Ottobre 2011 aggiornato 1 Agosto 2020 07:12



E’ giovane, sorridente, cordiale ed è stata accolta da un lungo applauso da parte della carta stampata, che ha apprezzato il suo ritorno in sala con Hysteria, film in Concorso al Festival Internazionale del Film di Roma. Tanya Wexler è sbarcata nella Capitale, in compagnia di Maggie Gyllenhaal e Rupert Everett, protagonisti del delizioso Hysteria, qui da noi recensito. Dopo aver incontrato la stampa in conferenza, Tanya ci ha concesso quindici minuti del suo tempo per una breve chiacchierata, qui fedelmente riportata:

Per dedicarti alla tua famiglia hai abbandonato il mondo del cinema, dopo aver girato due film a basso costo. Perché il ritorno in sala e perché proprio con Hysteria?
La mia fortuna è avere un compagno che dedica del tempo ai nostri figli esattamente come faccio io, quindi la famiglia non è stata abbandonata (ride). Semplicemente l’ho trovata un’idea grandiosa, appena ho letto la sceneggiatura sapevo che avrei fatto questo film. In più ho una laurea in psicologia, in particolare psicologia dei generi sessuali. Mi piace tutto il cinema ma soprattutto la commedia britannica. Sono cresciuta all’interno della commedia, anche come attrice. Posso dire che ci sono stati una serie di eventi che mi hanno spinto ad accettare, ma è bastata una sola frase della produttrice per farmi urlare ‘lo faccio’, ovvero: “si tratta di una commedia romantica sull’invenzione del vibratore nell’Inghilterra vittoriana”. A quel punto non potevo dire di no!



Nel girare il film sei mai andata incontro a censure? Considerando il tema trattato, particolarmente delicato, ti sei frenata sul set o hai avuto totale carta bianca da parte dei produttori?

Devo dire che mi sono sentita assolutamente libera e sostenuta dalle tre produttrici. Dico sempre che l’isteria ha tre mamme. Abbiamo tutti creduto nel film, nel suo aspetto comico e divertente, e tutti hanno riposto in me tantissima fiducia, visto che era molto tempo che non tornavo sul set. Per me è stato fondamentale avere la loro fiducia ed instaurare un ottimo rapporto con i miei collaboratori. Perché fare un film è un’esperienza estremamente complessa, quindi è fondamentale che tutti abbiano in mente lo stesso film. Dagli attori al direttore della fotografia, anche se ci sono stati dei momenti di disaccordo. La scena iniziale, ad esempio, che ci mostra una situazione degli ospedali inglesi dell’epoca a dir poco agghiacciante. Salassi, sanguisughe e bende. Ma non contenta ci ho anche messo del mio, esagerando ulteriormente, perché per sottolineare questa condizione ho inserito ad un certo punto un grosso secchio con degli escrementi al suo interno, e questa scena, con quella particolare inquadratura, alla fine mi hanno chiesto di tagliarla. Ma a parte questo piccolo taglio no, non ho avuto problemi di nessun tipo”.

Possibile che ancora oggi, nel 2011, la sessualità femminile sia considerata un tabù? Sembriamo quasi esser tornati alla pudica Inghilterra dell’800. Poche donne ammettono di aver avuto, di avere o usare un vibratore. Si è mai chiesta il perché? D’altronde non c’è nulla di cui vergognarsi…
“Io ce l’ho! E non solo, lo uso anche! Ma in effetti è così, è come dici tu. Lo sceneggiatore in conferenza stampa ha dato una sua versione di come l’uomo veda il vibratore femminile, consigliando questo ai propri amici: “non considerate il vibratore come un ‘nemico’, un concorrente, bensì come un compagno di squadra”. E io approvo! E’ vero comunque che in una commedia leggera e divertente è abbastanza insolito vedere delle donne vestite che provano un orgasmo sul grande schermo. Nel mio ce ne sono almeno 4! E sono donne molto diverse tra loro, per corpo, formazione, estrazione, età. Ma è anche vero che quando si è trattato di trovare i finanziamenti per fare un film simile c’è stata una certa resistenza. E onore al merito a paesi come l’Italia, la Francia e l’Australia che sono entrati nel film immediatamente, senza un minimo di esitazione, accompagnando la sua lavorazione, che è stata lunga. Non hanno mai fatto pressione, credendo subito nelle potenzialità della pellicola, tanto da ‘impegnarsi’ per due anni”.

Maggie Gyllenhaal veste i panni della donna rivoluzionaria ed emancipata, nel cuore della Londra vittoriana. Com’è stato lavorare come un’attrice simile, tanto apprezzata ed impegnata?
“E’ stato fantastico. Lei non è una persona che parla ed esprime verbalmente, confrontandosi con gli altri personaggi. Lei semplicemente diventa quel personaggio. Ricordo il primo giorno in cui è arrivata sul set avvertendo la troupe che da quel momento in poi avrebbe parlato con un accento inglese, e non solo durante le riprese. Ma anche durante tutta la lavorazione, per non entrare ed uscire dal personaggio, in cui di fatto si era perfettamente calata. Lei è diventata Charlotte. Ed è veramente meraviglioso vedere a quale livello di profondità sia in grado di proiettare il personaggio su di se. Ho avuto la fortuna di lavorare con un cast di straordinari professionisti, perfezionisti, che hanno lavorato duramente, considerando i problemi di poco tempo e pochi soldi a disposizione. Nessuno ha fatto capricci, si son tutti impegnati dal primo all’ultimo minuto, ed è stato straordinario vedere Maggie e la sua trasformazione, tanto da farmi effetto vederla qui a Roma, totalmente diversa dal film”.

Hysteria, in Concorso al Festival e conseguentemente in corsa per il Marc’Aurelio d’Oro, arriverà in Italia grazie alla Bim. Sconosciuta, al momento, la data di uscita.

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